Rip & Tear.
Tra tutti i punti che potrei citare di Doom mi soffermerò sulla colonna sonora, una pietra miliare delle OST dei videogiochi. Il capolavoro di Mick Gordon del 2016 è letteralmente migliore di tutte le uscite metal del decennio, la soundtrack si sposa con il ritmo frenetico del gioco, uno sparatutto che rasenta la perfezione su più punti. Per il mio modesto parere uno dei più bei giochi mai realizzati.
Ammetto il mio peccato: non sono mai stato un fan sfegatato degli shooter in prima persona. Tuttavia, la mia opinione è drasticamente cambiata dopo aver giocato a due specifici videogame: Wolfenstein: The New Order e, per l'appunto, Doom.
Una trama ridotta all'osso in funzione di un gameplay solido tendente al granitico, capace di regalare ore di divertimento e tonnellate di organi e litri di sangue. Un tuffo nel passato, nella gloriosa epoca degli fps arena, ma con un comparto tecnico al passo coi tempi, capace di confezionare uno dei giochi più riusciti del 2016.
Ah, e se c'è qualcuno che pensa che, nei videogame, la colonna sonora non sia importante, fategli sentire quella di Doom e mandatelo all'inferno (così da poter vivere l'esperienza di gioco in primissima persona).
In breve
Vero e proprio remake del classico dell’FPS (1993), Doom ne rilegge con le tecnologie attuali atmosfera, stile di gioco e comparto artistico costituendo anche una sorta di sequel.
Uno shooter adrenalinico e d’impatto che segna il ritorno in grande stile del brand a dodici anni di distanza da Doom 3, uscito nel 2004.
Attualmente è uno degli FPS meglio riusciti della decade 2010-2020, ed è un concentrato unico di violenza, adrenalina e massacro di cacodemoni.
Se siete qui per cercare un gioco per i vostri figli cambiate pagina, non è per palati raffinati.