Musk continua a spendere centinaia di milioni di dollari per un progetto alquanto ambizioso: si parla di interfacce neurali impiantabili.
L’azienda con cui Musk ha deciso lavorare a impianti di microchip nel cervello umano è nata nel 2016. All’epoca pareva pura fantascienza. Oggi, anche grazie allo sviluppo della tecnologia AI, della robotica e del machine learning, non è così assurdo pensare a dei chip in grado di codificare e decodificare l’attività elettrica del cervello per tradurla in azioni di output.
L’anno scorso, nel mese di marzo, fu battuta la notizia secondo cui un paraplegico si era fatto impiantare uno di questi chip prodotti da Musk. E ora, attraverso la sua azienda chiamata Neuralink, il miliardario sudafricano naturalizzato statunitense è pronto al passo successivo. Pare infatti che stia per sviluppare una tecnologia rivoluzionaria chiamata brain-computer interface (BCI).
Si tratta di collegamento diretto tra cervello umano e computer, per permettere non solo alle persone di controllare dispositivi digitali con il solo pensiero (utile per esempio ai paraplegici) ma anche di poter tradurre contenuti cerebrali complessi in algoritmi.
Tutto parte dal chip, un impianto provvisto di centinaia di cavi di spessore millimetrico e con migliaia di elettrodi da installare in un cervello. Ogni elettrodo funziona come un microfono in grado di captare e registrare le vibrazioni elettriche prodotte dai circuiti neuronali. Il pensiero si sviluppa infatti attraverso un percorso da un neurone all’altro, e il passaggio è segnato dall’attivazione della cellula nervosa.
Il chip di Musk ascoltare, registra e traduce questa elettricità . L’impulso elettrico viene dunque tradotto in un codice digitale. Di conseguenza, con un opportuno collegamento, potrebbe essere possibile comandare con il pensiero vari dispositivi elettronici.
Tutto ciò grazie al machine learning. Più il sistema BCI impara a decifrare il pensiero di un soggetto e più sarà in grado di intuirne e analizzare il modo di ragionare. Per ora la tecnologia di Neuralink è progettata per aiutare persone con disabilità a recuperare un po’ di indipendenza.
Da Musk, però, bisogna attendersi qualcosa di più sfrontato. Il miliardario punta all’integrazione costitutiva tra mente umana e intelligenza artificiale. La volontà è quella di usare la AI per correggere gli “errori” della mente.
Per esempio i danni di malattie neuro-degenerative, o curare i vuoti di memoria e particolari psicosi. Possibile? Nel 2024 l’azienda ha lavorato su delle scimmie. E una di queste è stata gravemente ferita durante l’esperimento.
Alcune fonti parlano di effetti gravemente debilitanti sulla salute dei primati, con conseguente necessità di eutanasia. Musk dice però che con Neuralink potrà curare la depressione, l’insonnia e tante altre malattie. Per la comunità scientifica si tratta di affermazioni poco prudenti.
This post was published on 29 Marzo 2025 19:53
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