Ecco la foto dell’Universo appena nato: l’immagine che ti lascia senza parole

Una rappresentazione del Big Bang con la nascita della luce
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L’Universo era così poco dopo essere nato: l’immagine virale che ci mostra un passato remotissimo.

L‘Atacama Cosmology Telescope è un importantissimo osservatorio astronomico situato in Cile. Uno strumento così potente e sofisticato da essere sfruttato per osservazioni celesti ad alta sensibilità, su microonde e fenomeni di luce residua. E dopo anni di analisi, il telescopio è riuscito a catturare la radiazione cosmica di fondo a microonde (la cosiddetta CMB), ovvero una radiazione residua generata dal processo denominato Big Bang.

Situato a un’altitudine di più di 5.000 metri, l’Atacama è stato per anni uno dei telescopi più grossi e alti al mondo. E oggi si è distinto come un osservatorio in grado di raccontarci con dati precisi molte cose riguardo all’evoluzione iniziale del cosmo. Lo ha fatto catturando un’immagine. Ciò che la stampa ha descritto come la foto più remota dell’universo, dopo il Big Bang.

Il telescopio cileno ha esaminato il fondo cosmico a microonde (CMB), una luce residua scaturita circa 380.000 anni dopo il Big Bang. Per farlo, l’osservatorio ha scansionato il cielo dal 2007 al 2022. E ora, grazie all’immagine catturata dal telescopio, gli astronomi possono studiare fenomeni fondamentali come la densità delle nubi di gas e il loro movimento sotto l’influenza della gravità e la polarizzazione della luce CMB, cioè la direzione in cui vibra e vira questa luce.

L’osservazione che ha “catturato” la foto più remota del nostro universo

Fondamentalmente, le osservazioni hanno provato molte delle tesi del modello della materia oscura fredda Lambda: un sistema che descrive i processi di evoluzione dell’universo risalenti a 13-14 miliardi di anni fa.

La mappa della radiazione cosmica di fondo a microonde del telescopio cosmologico di Atacama
L’osservazione che ha “catturato” la foto più remota del nostro universo – player.it

Parlare di foto, ovviamente, è poco ortodosso. Il telescopio non ha scattato un’istantanea, ma ha raccolto tantissimi dati assai dettagliati sul fondo cosmico a microonde (CMB), che rappresenta la luce residua dell’universo primordiale, risalente a circa 380.000 anni dopo il Big Bang.

Dati che possono essere interpretati come una mappa precisa delle condizioni dell’universo in quell’epoca così remota. La grande capacità del telescopio di analizzare le caratteristiche su scala fine ha dunque fornito alla fisica e all’astronomia tantissime informazioni utili per una più seria comprensione scientifica delle prime fasi dell’universo.

Abbiamo sostanzialmente a che fare con un feedback luminoso del Big Bang. Un segnale sotto forma di una radiazione elettromagnetica che si è originato quando la materia e la luce si erano ancora separate. Potremmo spiegare come ciò è possibile immaginando l’universo, nelle sue fasi embrionali, come un “brodo” caotico costipato di particelle cariche.

Un ammasso così denso e intricato di protoni ed elettroni da rendere impossibile alla luce di viaggiare liberamente. Dopodiché, a un certo punto, circa 380.000 anni dopo il Big Bang, gli atomi si sono formati e lo spazio è diventato trasparente.Tale evoluzione ha permesso alla luce di propagarsi. E da qui nasce la radiazione CMB.

Quella radiazione, anche se così antica, c’è ancora. In pratica, è come se quella luce primordiale avesse continuato a viaggiare nell’universo fino ad allungarsi, a causa dell’espansione cosmica, fino a modificare la propria natura. Da radiazione CMB è diventata così una radiazione a microonde. I telescopi contemporanei, come l’Atacama Cosmology Telescope, sono appunto in grado di rilevare questi segnali.