Sicuramente avrete sentito parlare almeno una volta di questo celebre gatto, sopravvissuto per 23 minuti in una scatola.
I gatti non sono solo i protagonisti di diversi videogiochi come Stray, ma anche del folklore popolare e delle credenze che si sono sviluppate e diffuse in tutto il mondo di generazione in generazione; si dice ad esempio che i gatti abbiano sette vite per le loro estreme capacità di sopravvivenza, che siano curiosi per natura, talvolta anche talmente curiosi da portarli alla morte, e poi c’è un gatto che è diventato celebre grazie a un paradosso della fisica quantistica.
Sicuramente avrete già capito di quale gatto stiamo parlando: chiaramente è il celebre gatto di Schrödinger, divenuto celebre ai giorni nostri perché entrato a far parte dell’insieme delle metafore che si utilizzano per raccontare episodi di vita vissuta e, in questo caso specifico, di situazioni nelle quali due verità diametralmente opposte sono allo stesso tempo valide finché non si scopre la soluzione.
Il gatto di Schrödinger, oltre che essere una locuzione utilizzata ai giorni nostri, è in realtà un paradosso realmente teorizzato da Erwin Schrödinger, fisico austriaco, il quale utilizzò l’esempio di un gatto rinchiuso all’interno di una scatola per esplicare la nozione delle sovrapposizioni quantistiche, ovvero stati diversi nei quali uno stesso oggetto si può trovare, ma che non è possibile definire con certezza secondo le leggi della fisica quantistica e, dunque, quel determinato oggetto per definizione si trova paradossalmente in tutti gli stati possibili nello stesso momento.
Il paradosso di Schrödinger ha un nuovo record: il gatto è sopravvissuto per 23 minuti
La definizione scientifica è probabilmente complessa, ma utilizzando lo stesso esempio che Schrödinger fece al tempo diventa più semplice: un gatto (che in questo caso è l’oggetto in essere) rinchiuso in una scatola a determinate condizioni non può essere dichiarato né vivo né morto e dunque, secondo le leggi della fisica quantistica, è sia vivo che morto, una condizione che appunto è paradossale, ma che spiega il fenomeno delle sovrapposizioni quantistiche.
Schrödinger teorizzò che questi stati che si sovrappongono sono estremamente fugaci, nel senso che l’oggetto cambiava stato in maniera molto veloce e repentina, insomma il gatto passava da vivo a morto e viceversa in attimi di secondo: a distanza di quasi 90 dalla formulazione dell’originale paradosso, un team di ricercatori dell’Università di Scienza e Tecnologia della Cina, guidati dal professore Zheng-Tian Lu, sono riusciti a rendere questi stati della fisica quantistica molto più duraturi.
I ricercatori hanno utilizzato 10.000 atomi di itterbio che sono stati prima raffreddati fino a praticamente lo zero assoluto e poi intrappolati dalla luce laser: in questo caso gli scienziati hanno individuato due stati quantistici sovrapponibili di questi atomi che, secondo il paradosso, sarebbero dovuti decadere in pochi millesimi di secondo ma, grazie alla sintonizzazione dei laser, sono riusciti a far durare questi stati per un tempo estremamente lungo: 23 minuti.