TikTok è uno dei social più usati, soprattutto dai giovani utenti. Ma secondo uno studio andrebbe maneggiato con molta cura.
Trovarsi a scorrere il feed di TikTok, guardare un video dopo l’altro e passare così un momento di tranquillità. È capitato a tutti. Ed è capitato a tutti, soprattutto, di rendersi conto che in realtà quello è il momento dura ben più di pochi minuti.
E pare proprio che la stessa società sia a conoscenza di tutti i pericoli per la salute che si corrono utilizzando troppo tempo questo social. Come è successo in altre occasioni e per altre realtà, è stato un tribunale e il lavoro dei giudici a consentire di scoprire questa verità. La prima notizia è che il colosso cinese proprietario di TikTok ha già condotto nel tempo studi sugli effetti della propria app.
Come è possibile che passare un po’ di tempo a guardare video più o meno intelligente online possa avere ripercussioni sulla salute e sulle capacità mentali? Sembra assurdo ma succede davvero e non è stavolta un allarme che viene da qualche team di scienziati che hanno condotto studi sulla popolazione.
Le informazioni arrivano infatti da alcune conversazioni che per sbaglio sono state pubblicate dalle autorità di un tribunale dello Stato americano del Kentucky, in cui si starebbe discutendo proprio sugli effetti del social a base di video brevi sulla salute delle giovani generazioni.
Queste informazioni pubblicate per errore mostrano, tra le altre cose, non solo altre evidenze scientifiche di come una esposizione prolungata ai social possa avere ripercussioni sulla salute mentale e sulle capacità cognitive ma anche che dentro la società che gestisce TikTok si è ben consapevoli proprio di queste conseguenze.
In particolare quello che sarebbe emerso è che chi gestisce l’app sa benissimo che l’utilizzo prolungato può provocare una diminuzione delle capacità cognitive, un aumento spropositato del livello di ansia nella vita quotidiana e l’incapacità di sostenere conversazioni prolungate su argomenti importanti con in più da ultimo anche un problema complesso legato al sonno.
Si tratta quindi di una situazione che non è solo una sensazione che magari si può avere dal di fuori e non è neanche l’ennesimo allarme che arriva da qualche gruppo di scienziati. Queste conversazioni che sarebbero dovute rimanere segrete e che sono state invece pubblicate ci dicono che anche chi costruisce i social è ben consapevole di quelli che possono essere i rischi per la salute mentale di chi li utilizza, che molto spesso si trova, offerti dall’algoritmo, video che diventano una sorta di dipendenza andando a stuzzicare sempre di più la curiosità anche morbosa.
Se le società sono consapevoli di ciò che stanno facendo è difficile che possano porre rimedio. La soluzione deve quindi venire dagli utenti e, soprattutto nel caso dei più giovani, da chi deve occuparsi del loro benessere.
This post was published on 22 Ottobre 2024 14:58
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