Un team di ricercatori ha effettuato dei testing per dimostrare che Google traccia la tua posizione anche con GPS spento.
La cybersicurezza è tra le tematiche più importanti al giorno d’oggi dato che gran parte della nostra vita la passiamo online o mentre utilizziamo i dispositivi informatici più disparati come smartphone, tablet, smartwatch, smart tv e chi più ne ha più ne metta: per questo motivo i colossi del tech si impegnano molto a garantire la sicurezza degli utenti, ma a volte sono proprio loro stessi a violare la nostra privacy.
Tante volte, infatti, abbiamo sentito le solite dichiarazioni secondo le quali Google ci spia attraverso i dispositivi: in genere è solo una paura infondata, ma un pizzico di verità c’è sempre dato che è stato dimostrato che il colosso di Mountain View utilizza gli smartphone e, più in particolare, gli account dei suoi servizi principali per acquisire nostre informazioni personali come il numero di telefono, l’indirizzo e-mail e anche la nostra posizione geografica.
Il più delle volte siamo noi utenti a fornire il consenso per il trattamento dei dati personali accettando le condizioni ogniqualvolta che creiamo un nuovo account Google o su qualsiasi altra piattaforma, ma un team di ricercatori informatici ha effettuato dei test per dimostrare che questi dati a volte vengono sottratti da Big G senza che noi ce ne accorgiamo e dunque in maniera non del tutto trasparente.
Google sa sempre dove ti trovi, anche prima di creare un account
Di base la posizione geografica viene trasmessa ai server di Google tramite le funzioni GPS dello smartphone che permettono ai servizi del colosso di Mountain View di fornire indicazioni quanto più precise possibili agli utenti in base alle condizioni metereologiche, locali ed eventi vicini e notizie in tempo reale, ma attraverso dei testing effettuati nei giorni scorsi i ricercatori di Cybernews hanno scoperto che le informazioni sulla posizione geografica vengono trasmesse lo stesso anche con il GPS spento.
Il testing è stato effettuato su un Pixel 9 Pro XL, di proprietà di Google, avviato per la prima volta e dunque nuovo di zecca: questa scelta è stata effettuata per dimostrare che i dati sensibili, come quelli anagrafici, l’email o il numero di telefono, vengono trasmessi alla casa madre anche se non è presente alcun account Google sullo smartphone.
In particolare i dati sulla posizione geografica vengono inviati praticamente subito a Google al momento della prima accensione anche con il GPS spento: i ricercatori di Cybernews hanno infatti descritto che il dispositivo si collega alle reti Wi-Fi limitrofe per triangolare la sua posizione e dunque inviare a Google i dati sulla posizione in tempo reale, un motivo in più per rimuovere la tua casa da Google Maps.
Un portavoce di Google ha risposto celermente al rapporto di Cybernews sottolineando come le impostazioni per la condivisione dati possono essere attivate e disattivate liberamente dagli utenti al momento della creazione dell’account e che questa trasmissione di dati è necessaria per il corretto funzionamento dei servizi della casa madre e per garantire agli utenti l’esperienza più ottimale possibile.