Presto avremo tutti un dito in più su ogni mano: ecco il pollice extra che ci cambierà la vita

Dito extra per la mano
Ecco la mano col dito in più - Player.it

Potrebbe sembrare perfetta ma non è più così: la mano umano può essere migliorata e presto lo sarà proprio per tutti.

L’evoluzione è un fenomeno davvero strano e meraviglioso. Una linea invisibile che, se percorsa a retroso, ci permette di comprendere esattamente chi eravamo e cosa siamo diventati. Non solo, permette anche di comprendere esattamente le ragioni che hanno portati a questi cambiamenti, come il mondo attorno a noi ci ha plasmati e come noi lo abbiamo cambiato in risposta.

Sembra un qualcosa di scontato ma non è affatto così. Lenta ma inesorabile, l’evoluzione accomuna tutti gli esseri viventi, cercando di renderli non perfetti, ma semplicemente più adatti all’ambiente che abitano e ai pericoli con cui devono fare i conti. Anche noi in questo momento siamo tasselli di un continuo processo di crescita e di modifica di quello che siamo.

E date le sfide che abbiamo oggi, chissà, magari l’umano del domani avrà degli occhi meno potenti ma più resistenti, pensati per una specie che passa tante ore a guardare gli schermi. Anche con una schiena più corta e possente, per non farsi venire la gobba mentre si passano le giornate al PC. E magari anche un dito in più che potrebbe davvero fare comodo a tutti.

Ecco come funziona il dito in più che potremmo presto avere tutti

Proprio dare un dito in più all’umanità è l’idea alla base di un nuovo grande progetto tecnologico che potrebbe rivoluzionare il nostro modo di vivere e di interagire con l’ambiente, con le persone e con tutto quello che utilizziamo ogni singolo giorno, dagli attrezzi da lavoro allo smartphone. L’aggiunta in questione si chiama Third Thumb, ovvero Terzo Pollice.

Nuovo dito per la mano
Le mani diventano più forti con questo nuovo dito – Player.it

Il Third Thumb è un’estensione del pollice della mano stampata attraverso la tecnologia 3D e controllata dalle dita dei piedi. Il progetto cerca di esplorare il rapporto tra il nostro corpo e la tecnologia protesica. Per Dani Clode, uno degli esperti che ha lavorato al progetto, questo è “in parte strumento, in parte esperienza e in parte ricerca”.

Ovviamente si tratta solo di un prototipo alle fase iniziali, ma un’aggiunta così piccola eppure così importante potrebbe davvero aiutare tante persone nella quotidianità, diventando potenzialmente un oggetto molto interessante per il futuro della prostetica, ma anche solo del potenziamento del corpo umano. Certo è fondamentale trovare un modo per non dover usare i piedi per muovere il dito in questione, cosa al momento necessaria.