Le emissioni di anidride carbonica (CO2) sono un problema serio per il nostro mondo, ma alcune aziende stanno lavorando per assorbirla.
Uno dei tanti problemi del nostro mondo è rappresentato dalle emissioni di CO2, ovvero la scrittura chimica di quella che comunemente chiamiamo anidride carbonica: si tratta di un gas incolore e inodore che può essere rilasciato nell’aria come materiale di scarto di diversi processi come la combustione di gas naturali, carbone e altri materiali. Una delle conseguenze più disastrose delle eccessive emissioni di anidride carbonica è l’ormai purtroppo celebre effetto serra.
L’effetto serra è un concetto che viene discusso sin dalle scuole elementari e, spiegato proprio in parole povere, è un fenomeno che si viene a creare proprio in conseguenza alle emissioni di anidride carbonica che vanno a creare una sorta di scudo nei pressi dell’atmosfera terrestre andando a catturare i raggi solari. Questo chiaramente causa altre problematiche ormai riconosciute da tutti come il surriscaldamento globale.
Le emissioni di anidride carbonica sono causate da vari fattori, tutti collegati chiaramente all’attività dell’uomo sulla Terra: il 77% è dovuto all’utilizzo dell’energia, di cui un terzo dell’inquinamento da CO2 è dovuto ai trasporti, mentre gli altri 2/3 è dovuto ad altri settori come l’agricoltura (circa 10%), processi industriali (circa 9%) e smaltimento dei rifiuti (circa 3%).
Il rapporto tra la produzione di calcestruzzo e l’emissioni di anidride carbonica
Il settore dell’industria, inteso proprio come lavorazione dei materiali naturali e artificiali, impatta chiaramente sulle emissioni di anidride carbonica per circa il 9% e tra questi spicca (purtroppo in maniera negativa) anche il settore della lavorazione del calcestruzzo. Si tratta del materiale principale che viene utilizzato per la costruzione di edifici, case, palazzi e tutte le strutture che rappresentano il settore dell’edilizia.
Il calcestruzzo è un materiale che è composto da una miscela formata da grandi pietre, piccole pietre (sabbia o ghiaia), cemento (che funge da materiale legante) e infine acqua. Si tratta di un materiale che viene utilizzato nel settore edilizio dal XIX secolo che, purtroppo, ha anche delle controversie: riscaldare il cemento per la miscela, infatti, necessita di temperature che raggiungono i 1500 gradi e questo chiaramente aumenta le emissioni di anidride carbonica.
Per questo motivo negli ultimi anni si sta cercando di modificare la miscela togliendo dall’equazione il cemento e sostituirlo con altri materiali leganti come ceneri volanti oppure le scorie di altoforno, dove viene anche per esempio prodotto l’acciaio. Una delle aziende che ha tentato questa nuova strada è Carbicrete che ad esempio al posto del cemento utilizza le scorie d’acciaio per la creazione del suo calcestruzzo.
Altre soluzioni per la creazione del calcestruzzo: si può anche assorbire la CO2
Carbicrete, che è stata una delle prime aziende ad adottare soluzioni simili ma non di certo l’unica, ha anche pensato a un metodo ancora più efficace per eliminare le emissioni di CO2 oltre al togliere il cemento dalla miscela di calcestruzzo: questo avviene nel processo di indurimento della miscela che, di solito, viene fatto con l’acqua per 28 giorni mentre l’azienda in questione ha pensato di utilizzare proprio l’anidride carbonica.
La CO2 che viene emessa da tutti i processi industriali viene catturata e iniettata direttamente nella miscela di calcestruzzo andando a formare il carbonato di calcio, chiamato anche comunemente calcare. Facendo così praticamente il processo di creazione del calcestruzzo è praticamente a zero emissioni proprio perché la CO2 viene inserita di nuovo dentro la miscela.
Un’altra soluzione è quella pensata dal professore di ingegneria strutturale dell’Università di Bradford, Ashraf Ashour, il quale ha optato insieme a colleghi e studenti per una soluzione ancor meno inquinante: il calcestruzzo geopolimerico.
Tutte queste soluzioni sono importantissime dato che le emissioni di CO2 stanno raggiungendo livelli critici ed è per questo motivo che i Paesi del Mondo stanno lavorando per raggiungere l’obiettivo zero emissioni entro il 2050.