I dispositivi del futuro saranno interamente basati su AI, ecco i primi esempi dal CES.
E se le app fossero il passato e non il futuro? Oggigiorno tutti siamo abituati a fare affidamento ad una molteplicità di applicazioni presenti sui nostri smartphone per le più svariate funzioni, dalla navigazione allo shopping, dalla messaggistica al meteo, fino agli immancabili videogiochi. Eppure il futuro del software mobile potrebbe non passare più per una costante proliferazione di applicazioni, bensì prendere una strada opposta, indirizzata alla scomparsa della moltitudine in favore della convenienza dell’uno. Dove l’uno non sarà altro che un’intelligenza artificiale.
Cara AI ti scrivo
Al recente CES di Los Angeles, fiera internazionale dedicata alle più recenti tendenza e novità nel mondo dell’hi-tech, dell’informatica e dell’elettronica di consumo, si sono viste tante stramberie, ad esempio questi inquietanti chatbot AI-based che non vi faranno mai più dormire sonni tranquilli. Tuttavia non c’è dubbio che la maggior parte degli investimenti del settore sia volto in modo quasi spasmodico all’ambito dell’intelligenza artificiale con il suo enorme carico di promesse per un futuro che rivoluzionerà i rapporti tra uomo e macchina.
Il settore delle tecnologie mobile non sono ovviamente esenti da questa nuova frontiera, la prova più lampante è rappresentata dal profluvio di assistenti AI che stanno prorompendo non solo sugli app store ma che ormai vengono implementate dai sistemi operativi stessi, e a dir la verità ciò non vale solo per gli smartphone ma anche per tablet e PC. Recentemente Microsoft ha reso il suo assistente Copilot integrato nelle ultime versioni di Windows 11 con l’intenzione di renderlo sempre più pervasivo all’interno del sistema operativo e farne un inseparabile compagno informatico nella everyday life di ogni utente PC. Google dal canto suo ha rivoluzionato Google Assistant, sostituendolo con il più avanzato algoritmo Gemini, che verrà man mano implementato di default su ogni dispositivo dotato delle ultime versioni del sistema operativo mobile Android.
Ma c’è chi sta puntando ancor più in alto, imprenditori e giovani startup che stanno immaginando un passo ulteriore, in cui le AI non siano solo degli affidabili assistenti nel nostro utilizzo quotidiano dei dispositivi mobili, ma si facciano per così dire carico di tutto il lavoro: governino cioè il dispositivo nella sua interezza, gestendo ogni nostra richiesta senza dover ricorrere a singole app specifiche per ogni funzione. Stiamo insomma intravedendo i primi vagiti di quella che potrebbe essere la prossima generazione di tecnologie intelligenti al servizio degli esseri umani, tecnologie in grado di eseguire ogni nostra richiesta senza richiederci in cambio lunghe trafile di download e configurazioni, bensì un semplice prompt d comando, scritto o vacale che sia, di cui l’AI si fa interamente carico. Benvenuti nel mondo dei dispositivi senza app!
Un mondo senza app
Del resto chi di noi non pensa ogni giorno quanto sia seccante dover tenere sott’occhio decine di app diverse, ognuna dedicata ad una specifica cosa? Quanto sarebbe bello poter semplicemente comunicare al proprio smartphone ciò di cui si ha bisogno, e lasciare che sia lui ad occuparsi di tutto? Questo sì che sarebbe un vero assistente personale! Beh, forse quest’utopia non è così lontana dal tradursi in realtà, almeno a giudicare da alcune interessanti proposte tecnologiche viste all’ultimo CES e provate in anteprima da Wired.
Humane’s Ai Pin è un piccolo dispositivo simile al quadrante di uno smartwatch ma applicabile a qualsiasi abito tramite una clip, dotato di AI con cui possiamo interagire per una varietà di scopi differenti fornendogli input per via vocale, gestuale o fotografica (essendo dotato di fotocamera). Un po’ gadget tecnologico e un po’ accessorio di moda indossabile, potrebbe diventare il prossimo trend in fatto di tecnologia wearable, se non fosse per un prezzo di lancio tarato verso l’altro (stiamo attorno ai 700 dollari).
Ancor più promettente è R1, dispositivo delle dimensioni di un cioccolatino e dotato di una sgargiante scossa arancione, si tratta a tutti gli effetti di un assistente personale AI-based sviluppato dalla startup Rabbit Inc., e ci possiamo rivolgere ad esso per ogni tipo di esigenza, tramite semplici input vocali: volete prenotare una cena in un ristorante? Fatto. Volete ottenere indicazioni per raggiungere un certo luogo? No problem. Volete acquistare rapidamente un prodotto su uno store digitale? Potyete farlo, assieme a molte altre cose, il tutto senza mai dover tirar fuori lo smartphone di tasca e ricorrere a mille app diverse per svolgere altrettante funzioni: R1 pensa a tutto per voi.
E infine arrivano gli AI phone: si tratta appunto di smartphone di nuova concezione che sono privi di una interfaccia definita, bensì la adattano a seocnda della richiesta dell’utente, che viene interpretata da appositi algoritmi di intelligenza artificiale. L’azienda tedesca Deutsche Telekom ne sta sviluppando uno in partnership con Qualcomm Technologies e Brain.ai., di cui ha esibito un video dimostrativo al CES. In base alla nostra richiesta, lo smartphone adatta di conseguenza la sua interfaccia e ci propone le soluzioni più attinenti. Ad esempio, se volessimo pianificare una lista di attività per un certo giorno, potrebbe apparire un calendario dove appuntare i memo; oppure se volessimo prenotare un volo, lo smartphone potrebbe elaborare un’infografica comparativa di prezzi di varie compagnie aeree, con tuti gli optional del caso, ed integrare poi un sistema di pagamento istantaneo dello stesso. Il tutto creando l’interfaccia sul momento, senza che sia necessario da parte dell’utente alcun download di app, alcuna registrazione, né tanto mento i numerosi e quasi quotidiani aggiornamenti automatici.
L’azienda tedesca non è l’unica pioniera nel settore, al CES era presente anche la lituana A Phone, A Friend, azienda sviluppatrice di un algoritmo AI-based omonimo che si propone di fungere da anello di congiunzione fra il vecchio mondo degli smartphone attuali e quello futuro dei dispostivi app-free. Nel concreto si tratta di un assistente AI che va ad integrarsi con gli ecosistemi tecnologici esistenti ma è in grado di assolvere automaticamente alle nsotre richieste, allo stesso tempo permettendoci però di non utilizzarlo in maniera esclusiva ma di lasciarci la facoltà di utilizzare le nsotre care vecchi app qualora ne sentissimo la necessità. Questa convivenza di tecnologie vecchie e nuove potrebbe essere la chiave per dar vita a prodotti ibridi che nei prossimi anni ci abituino gradualmente a fare sempre più a meno delle app, in favore di un utilizzo sempre più assiduo delle AI. Anche perché queste ultime, come è noto, più si utilizzano più si allenano e migliorano nelle proprie performance, diventando sempre più efficienti ed irrinunciabili.
Insomma, tante idee ed invenzioni che lasciano supporre che il futuro della tecnologia mobile (e non solo) sarà sempre più app-free.