Di possibili utilizzi “virtuosi” dell’intelligenza artificiale ce ne sono molteplici, di utilizzi che siano anche onesti nei confronti di chi mette il materiale che viene poi interpolato dalle macchine ce ne sono meno. Particle sembra soddisfare entrambe queste condizioni.
Un team guidato da ex ingegneri di Twitter sta cercando di ripensare l’intelligenza artificiale al fine di utilizzarla per aiutare le persone a ottenere notizie e informazioni di qualità attraverso uno strumento dedicato chiamato Particle News.
PN è una nuova startup che offre un’esperienza di lettura delle notizie personalizzata e “multiprospettica” sfruttando a proprio vantaggio l’intelligenza artificiale non soltanto riassumendo le notizie, ma compensando in maniera “equa” autori ed editori (almeno secondo le dichiarazioni fatte dall’azienda.
Cos’è Particle e come funziona?
Per quanto ancora manchi effettivamente il modello di business dell’azienda, l’iniziativa di Particle arriva in un momento molto “caldo” della diatriba tra intelligenza artificiale e fruizione classica della rete, complice anche l’impatto potenzialmente devastante che l’AI potrebbe avere all’interno del già claudicante mondo dell’informazione online. Le notizie sintetizzate dall’intelligenza artificiale potrebbero limitare i clic sui siti web degli editori, il che significa porre una riduzione più o meno grande nei confronti della loro capacità di monetizzare attraverso la pubblicità.
La startup è stata fondata durante il 2024 da Sara Beykpour, ex senior director of product management in Twitter prima dell’avvento di Elon Musk e da Marcel Molina, ex senion engineer sia presso Twitter che presso Tesla. Lo scopo di Particle è semplice: permettere a chiunque di rimanere aggiornato in maniera uniforme sulle notizie sfruttando a proprio vantaggio l’intelligenza artificiale.
Idealmente l’esperienza utente sarà questa: chi utilizza Particle avrà accesso a un rapido riepilogo di una notizia con informazioni tratte da una pluralità di fonti; il livello di approfondimento sarà personalizzabile dall’utente attraverso le impostazioni di Particle, permettendo così a chiunque di “scoprire come una storia si è sviluppata nel tempo”.
Scott Belsky, uno degli investitori che ha quote nell’azienda ed ex founder di Behance, utilizza da inizio 2023 una delle versioni preliminari dello strumento, con un certo livello di soddisfazione stando alle sue dichiarazioni su Twitter.
Particle has become a daily app for me. It synthesizes the many articles (and angles) on any news topic, surfaces the key points as objectively as possible, and lets you dig further across many dimensions. In the era of abstraction ahead, great example of daily AI. https://t.co/dUi2rQvuZu — scott belsky (@scottbelsky) 24 febbraio 2024
Luci e ombre per questi utilizzi dell’intelligenza artificiale
Andando sul sito ufficiale di Particle, inoltre, è possibile vedere qualche esempio del suo utilizzo con una lunga serie di noizie riassunte ad hoc per mostrare le potenzialità del sistema; interessante è, in questo contesto, il fatto che il sistema offra anche la lista delle fonti che utilizza.
C’è anche da dire che queste fonti provengono da tutto lo spettro politico Americano e includono grandi editori come il New York Times, la CNBC, l’AP, la ABC, la CNN, Breitbart, il Guardian, il Washington Post, Politico, Fox News, USA Today, The Daily Caller, New York Post, The Hill e tanti altri ancora. Il fatto che i vari punti dell’elenco non siano collegati direttamente alle fonti originali o alle fonti rende difficile verificare l’accuratezza del riassunto realizzato dall’intelligenza artificiale senza mettersi a scartabellare le decine di siti elencati dal sistema.
We’ve shared a bit more about @particle_news, and how we’re thinking about the future of news:https://t.co/7E5eHzd4kV — sara beykpour (@pandemona) 29 febbraio 2024
Purtroppo rimangono tutti quanti i dubbi legati al come questo sistema riuscirà a non far collassare su se stesso in maniera ancora più rapida il già delicato equilibrio che tiene in piedi l’universo dell’informazione in rete. Con un pubblico che si è tristemente abituato ad avere tutto gratis e tutto subito, l’avere la possibilità di accedere a informazioni di qualità senza pagare nulla è un problema non da poco; a questo, poi, bisogna aggiungere anche il concreto rischio di tiktokizzazione dell’informazione.
Nel corso degli ultimi cinque anni, infatti, uno dei trend più preoccupanti per mondi come quello della cultura o dell’informazione è stato rappresentato dalla necessità di semplificare tutto e tutti per entrare all’interno dei contenuti spinti dagli algoritmi, siano questi TikTok, Reel o altro ancora. Particle può concretamente rendere questa pratica una cosa comune all’interno del mondo dell’informazione, che invece per la sua natura deve necessariamente vivere anche di complessità.
Non tutto si può ridurre a un elenco puntato, nemmeno nel mondo dei videogiochi dove le implicazioni delle notizie difficilmente inquadrano i genocidi o i crimini di guerra perpetrati da questa o quest’altra nazione.