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Le stelle possono avere cicatrici | L’ultima scoperta proveniente dall’Universo

Alcuni scienziati hanno fatto una scoperta sensazionale negli ultimi giorni: anche le stelle possono portare cicatrici sul loro corpo.

Le cicatrici, per definizione, rappresentano un segno praticamente indelebile che resta sulla pelle dopo una ferita profonda: a quanto pare però questa caratteristica non è poi così peculiare di noi esseri viventi, ma è stato scoperto che questo segno particolare può rimanere impresso anche sui corpi celesti presenti nell’Universo, in particolar modo sulle stelle presenti nelle profondità dello spazio aperto.

Non si tratta di una fantasiosa metafora, ma di ciò che gli scienziati hanno scoperto e identificato negli ultimi giorni osservando una grande stella che fluttua nelle profondità dell’Universo: stando a quanto riferito dagli esperti si tratta di una vera e propria cicatrice come quella che appare sulla nostra pelle, che si viene a creare con un processo chiaramente diverso, ma il concetto alla base è molto simile.

Si tratta di una scoperta a dir poco significativa dato che, al di là dello spettacolo visivo che può offrire una faglia all’interno dell’Universo sul corpo di una stella, la cicatrice offre una vera e propria testimonianza di ciò che è accaduto a quella determinata stella e, attraverso essa, gli scienziati possono ricostruire la storia e i processi dei quali la stella stessa è stata protagonista.

“Mai visto niente di simile prima d’ora”: l’incredulità degli astronomi

Il processo, come detto, è stato osservato sul corpo di una stella abbastanza grande, la quale ha più o meno le dimensioni della nostra Terra: si tratta di una nana bianca che un tempo aveva le stesse dimensioni del Sole, ma che col passare del tempo si è ridotta come accade a moltissime altre stelle durante il loro ciclo vitale. Le nane bianche sono stelle di ridotte dimensioni e poco luminose ed è lo stadio verso il quale si sta avviando anche il nostro Sole.

Secondo quanto osservato dagli scienziati sembra che il processo di lento declino verso la morte delle stelle può lasciare una visibile e intensa cicatrice, soprattutto quando la stella è allo stato di nana bianca come quella osservata dagli astronomi: questo ha portato gli scienziati a immaginare che anche il Sole, quando arriverà alle sue ultime fasi di vita, potrebbe lasciare questo enorme segno nel cielo.

Le nane bianche sono anche molto dense e magnetiche e possono attirare verso di loro pianeti vicini e altri corpi e detriti celesti: questo processo porta la stella a scontrarsi con questi corpi spaziali e, a quanto pare, subire delle cicatrici indelebili.
La cicatrice spaziale osservata dagli astronomi, infatti, ha fatto intendere che la stella nana bianca in questione si fosse scontrata con i pianeti che orbitavano introno a essa.

Il motivo è dovuto al campo magnetico, secondo gli astronomi

Dopo aver osservato attentamente questo fantastico processo, gli astronomi sono arrivati alla conclusione che questo processo è dovuto al processo di “cannibalismo” che alcune nane bianche effettuano nei confronti del loro sistema planetario: in parole povere diverse stelle nane bianche attirano i pianeti vicini e li mangiano letteralmente inglobando nel loro campo magnetico detriti, metalli e altri elementi provenienti da questi corpi celesti.

La stella oggetto dello studio si chiama WD 0816-310 ed è una nana bianca che presenta un’alta concentrazione di metalli al suo interno: questo, secondo gli astronomi, è stato causato proprio dalla magnetizzazione di pianeti che orbitavano intorno a essa. È stato osservato che i metalli ritrovati nel campo magnetico della stella provengono da un frammento planetario forse più grande di Vesta, il secondo asteroide più grande del Sistema Solare.

Si tratta di un processo abbastanza sorprendente anche per gli astronomi dato che, secondo quanto riportato dallo studio dell’University College di Londra che ha condotto le osservazioni, i detriti metallici non si sono fusi insieme all’interno della stella, ma sono rimasti in equilibrio tenuti insieme dal campo magnetico della stella formando una sorta di cicatrice su di essa.

This post was published on 29 Febbraio 2024 5:00

Salvatore Montagnolo

Nasce il 21 maggio 1996 a Napoli e cresce con la passione per i videogiochi e per tutto ciò che c'è di tecnologico nel mondo. Preme il suo primo tasto "START" all'età di 6 anni con Crash Bandicoot per l'inizio di una grande avventura all'insegna di console, comandi e schermi.

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