Se siete confusi, non preoccupatevi, non siete i soli: Google ha annunciato infatti non un cambio radicale di tecnologie, ma più un “rebranding”, cambiando nome al proprio Large Language Model. Sembra però che il rebranding non sia l’unica cosa confusionaria riguardo l’assistente IA in questione: ecco quel che è cambiato per quanto riguarda l’IA di Google.
L’annuncio del cambio di nome, da “Bard” a “GeminI”, è arrivato direttamente da Google l’8 Febbraio, con un post ufficiale sul blog di Google. La mossa, a cavallo tra le strategie di marketing e l’utilità, ha l’obiettivo di sottolineare il modello IA lanciato da Google a Dicembre, che porta proprio il nome di Gemini.
Al lancio di Bard a Marzo 2023, questo utilizzava un modello chiamato LaMDA, “Language Model for Dialogue Applications”, secondo Google capace di mantenere un dialogo fluido con l’utente su una varietà quasi infinita di argomenti; a Maggio dello stesso anno, arriva l’upgrade di Bard al più avanzato modello PaLM 2; a Dicembre, infine, arriva Gemini Pro AI, nel tentativo di affrontare la competizione di altri Large Language Models disponibili al pubblico. Ed è proprio qui che sta la chiave: Con il lancio del modello Gemini, Google aveva annunciato che avrebbe reso disponibili tre “dimensioni”, in base alle capacità di processing: Nano, Pro ed Ultra. Fino ad oggi, Pro era la versione migliore disponibile al grande pubblico.
Ecco però che la situazione dei nomi si complica: Google ha “saggiamente” deciso di rinominare Bard a “Gemini”, come abbiamo già detto,lasciando sempre disponibile il modello Pro; Se però volessimo utilizzare quello che Google chiama Gemini Ultra 1.0 potremo farlo solo dietro il pagamento di un abbonamento di $19.99 a “Gemini Advanced”, a cui potremo iscriverci attraverso un’apposita sezione di Google One, servizio in abbonamento nato come cloud storage.
Google ha inoltre annunciato che Gemini non solo verrà integrato nelle app del “Google Workspace”, insieme a Gmail, Docs, Slides e Sheets, aiutando gli utenti a stilare email, analizzare grandi quantità di dati, o rielaborare e riassumere il contenuto di documenti di testo; ma verrà anche creata un’app indipendente per cellulari, sia Android che iOS: “Con Gemini nel vostro cellulare, potrete scrivere, parlare o aggiungere immagini per ricevere aiuto per qualsiasi cosa mentre siete in movimento: potrete fare una fotografia del vostro pneumatico sgonfio e chiedere istruzioni, generare un’immagine per il vostro invito a cena, o chiedere aiuto per scrivere un messaggio difficile” afferma Google nel post promozionale sul suo Blog, “ […] è un passo importante per creare un vero assistente IA, uno che riesca a conversare, sia multimodale ed utile.”
Sembra dunque che, a fronte di tutte le controversie relative alla creazione ed addestramento di un modello IA, di cui ampiamente si è parlato nell’ultimo periodo, Microsoft, con il suo Copilot, e Google, con Gemini, siano bloccati in una sorta di “corsa alle armi”, che prevede il renderer disponibili al pubblico più grande possibile tecnologia che, ad oggi, non è ben chiaro quali effetti possa avere. L’importante, come sempre, sembra essere non cedere alla “pigrizia” di accettare acriticamente le risposte di un’IA.
This post was published on 12 Febbraio 2024 7:30
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