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Google non ha speso milioni, ma MILIARDI di dollari in licenziamenti nel 2023

Sono uscite le chiamate sugli utili di Google e secondo quanto è possibile leggere all’interno dei documenti rilasciati, tutto l’universo di Google nel corso del 2023 ha speso qualcosa come 2.1 miliardi di dollari per… licenziare persone.

Probabilmente se ci leggete lo sapete già i mondi di tecnologia e videogiochi, in questo specifico momento, non se la stanno passando molto bene. Cioè, da una parte se la stanno passando bene perché i ricavi sono sempre molto alti e i record di soldi che vengono generati dai singoli videogiochi non fanno che aumentare: sono le aziende che però decidono di fare delle mosse non esattamente gentilissime nei confronti di chi quei videogiochi li realizza.

Gennaio del 2024, infatti, è stato caratterizzato da un impressionante numero di licenziamenti; nel corso di un singolo mese l’industria dei videogiochi ha licenziato circa il 60% di tutti quelli che ha licenziato durante il corso dell’intero anno passato. Notizie terrificanti, specie se andiamo poi ad analizzare come se la sono effettivamente passata i dipendenti delle varie aziende.

Nel migliore dei casi, vedi ad esempio Riot, il licenziamento è stato un po’ meno amaro degli altri grazie ai trattamenti di fine rapporto, o severance in inglese; il loro pacchetto, ad esempio, prevedeva 6 mesi di stipendio più tutta una serie di altri benefit. Non a tutti è andata così bene.

Come potete immaginare realizzare questo genere di trattamenti “umani” ha un costo e la recente earning call resa pubblica da Google ha mostrato quanto ha pagato l’azienda nel corso del 2023 per realizzare questi pacchetti di trattamento fine rapporto. 

I costi dei licenziamenti in Google

Se avete qualche ora di tempo potete gustarvi la earning call direttamente sul canale youtube dedicato agli investitori di Alphabet

Nel primo mese del 2024, Alphabet, la compagnia madre di Google, ha speso circa 700 milioni di dollari in trattamenti di fine rapporto dopo aver licenziato un migliaio di persone; una cifra veramente enorme per chi non è abituato alle paghe delle FAANG. 

Bene: durante il corso del precedente anno, a quanto pare, una cifra come due miliardi di dollari è stata spesa per i trattamenti di fine rapporto di circa dodicimila persone, il tutto nell’ottica di tagliare gli importanti costi che l’azienda deve sopportare mentre ristruttura parte del suo modello di business per andare incontro alle necessità attuali dell’azienda (che vedremo fra poco).

Tra le altre cose che Google ha portato a termine per cercare di contenere i costi troviamo, ad esempio, dei tagli importanti agli immobili legati ai layoff (vedasi gli uffici chiusi nella costosissima bay area), che nel corso del singolo 2023 ha permesso all’azienda di risparmiare 1.8 miliardi di dollari. A tutto questo si raffronta poi una crescita dei ricavi più che importante.

Tra intelligenza artificiale e ricavi sempre più elevait

Secondo quanto dichiarato dal CIO Ruth Portah, Google ha chiuso il quarto trimestre consolidando i suoi ricavi.

L’azienda ha infatti avuto oltre 83.3 miliardi di dollari in ricavi, il 13% in più rispetto quanto fatto durante il corso del precedente anno. A contribuire in maniera maggioritaria è stato il mondo dei motori di ricerca, a cui poi si sono aggiunte anche le entrate derivanti dal mondo degli abbonamenti come YouTube Premium, YouTube Music, YouTube TV e Google One.

Qualche dettaglio in più è stato dato al riguardo da Sundar Pichai, CEO dell’azienda.

YouTube è il motore principale delle nostre entrate derivanti dagli abbonamenti disponibili, complice il suo essere disponibile in oltre 100 località tra paesi e regioni; nel 2023 abbiamo visto YouTube Music e Premium avere un vero e proprio slancio, coinvolgendo gli utenti appassioanti e generando grandi ritorni tanto per per l’industria musicale quanto per i content creator”. 

Pichai si è sbottonato anche riguardo Google One, l’abbonamento dietro il servizio di Cloud Storage offerto dall’azienda, nel 2023 ha raggiunto 100 milioni di abbonati.

Il mondo dei motori di ricerca con le sue entrate pubblicitarie, invece, chiaramente viaggia su cifre elevatissime; Google ADS e il sistema pubblicitario a esso collegato, ad esempio, ha generato introiti pari a 9.2 miliardi di dollari durante il corso del 2023 mentre l’universo di Google Cloud si è fermato a 9.1 miliardi di dollari in ricavi.

Ecco il protagonista dei prossimi anni di Google

Il 2023 per l’azienda è quindi servito a ottimizzare la situazione economica, andando a gestire meglio i costi sostenuti; durante il corso del 2024 si concretizzerà una prima parte della nuova strategia aziendale, che ottimizzerà ulteriormente il personale (quindi si, altri licenziamenti durante il corso del 2024) e che porterà a un ritmo più lento di assunzioni, così da semplificare in qualche maniera la struttura societaria.

Il nuovo passo di Google prima e, sopratutto, Alphabet tutta è stato definito dal CEO come “GEMINI ERA”con Gemini a indicare il language model per l’intelligenza artificiale che verrà introdotto all’interno di tutti quanti i prodotti “core” di Google durante il corso di questi anni.

“Gemini è la prima materializzazione della visione dell’intelligenza artificiale che avevamo quando abbiamo costituito Google DeepMind, facendo lavorare insieme i nostri due team di ricerca principali. Tra le altre cose Gemini Ultra è in arrivo e il team sta già lavorando alla prossima versione, così da poterla portare all’interno dei nostri prodotti partendo proprio da Google Search”.

Considerando il crescente numero di citazioni per il termine “intelligenza artificiale” all’interno delle earning call di Google, non c’è da stupirsi se prossimamente quest’ultima porterà a un assottigliamento della forza lavoro “generica” del colosso tech.

This post was published on 3 Febbraio 2024 14:00

Graziano Salini

Perennemente alla ricerca di legami tra argomenti distanti tra loro, con una certa predilezione per musica e videogiochi. Faccio il possibile per fare in modo che ci siano meno errori di concetto possibili sugli articoli di Player.it, grande fan degli errori grammaticali invece, quelli fanno sempre ridere. Quando non sto amministrando questo sito lavoro mi occupo di spiegare cose difficili in maniere semplici su altri siti, su tematiche molto meno allegre dei videogiochi.

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