L’azienda Strand Therapeutics è salita alla ribalta nelle ultime settimane per un nuovo trattamento che disattiva in modo mirato una molecola nel trattamento dei tumori, ma di cosa si tratta?
Disclaimer: In questo articolo semplificheremo molto dei report di ricerca, prendete con le pinze il contenuto di questo articolo. In fondo troverete le fonti se vorrete approfondire l’argomento.
Da quando il Covid-19 ha fatto tristemente l’ingresso nelle vite di miliardi di persone al mondo la tecnologia a “mRNA” ha preso piede sempre più nell’immaginario collettivo e, anche chi vive un po’ fuori dal mondo, sa come funzionano ed agiscono – o almeno si spera –
I vaccini ad mRNA funzionano grazie ad anni di ricerca sull’RNA (l’acido ribonucleico, l’acido che regola codifica e regola l’espressione dei geni nella sintesi proteica) o banalmente per semplificare il singolo filamento di DNA. Dalla sua scoperta alla sperimentazione gli scienziati hanno appreso sempre più come utilizzare il sequenziamento dell’RNA per curare e prevenire le malattie, tutti sappiamo dell’apporto di questa tecnologia per combattere la pandemia passata da meno di un anno, ma molti non sanno che la ricerca continua anche per altre terribili malattie o malattie decisamente ostili su cui si hanno cure solo palliative.
Le sperimentazioni cliniche degli ultimi mesi cercano di combattere definitivamente alcuni ceppi ostili di Influenza, herpes e da qualche anno in trial ci sono anche dei trattamenti per debellare alcuni dei mali peggiori che l’essere umano deve affrontare, come il cancro.
I ricercatori hanno più o meno capito come combattere i tumori grazie ai vaccini mRNA, la vera sfida però è colpire in modo mirato le cellule nei punti nevralgici colpiti dalla malattia. Per farlo il primo candidato sono piccole e microscopiche bolle di grasso chiamate nanoparticelle lipidiche capaci di trasportare l’RNA in un ampia gamma di tessuti. Quello che non si riesce ancora a fare alla perfezione è andare più a fondo e colpire direttamente le cellule e non l’area localizzata.
Il ceo dell’azienda Strand Therapeutics di Boston, Jake Becraft tende a sottolineare che fuori dalla zona di trattamento i tessuti possono subire forti reazioni tossiche avverse e c’è bisogno di un intervento preciso. Tiene anche a precisare che stanno lavorando ad una soluzione e che forse sono riusciti ad arrivare al punto e mirare solo alle cellule tumorali.
L’azienda ha dichiarato che lavorare con l’mRNA è come scrivere codice per il pc; programmando l’intervento mirato su alcune cellule e attivandole a comando in determinati casi e lo fanno in un modo molto astuto e simile a quello già visto sui vaccini covid.
Ricordiamo infatti che il funzionamento delle proteine spike (come abbiamo visto nei vaccini Pfizer e Moderna) è complesso ma di semplice comprensione: nel braccio riceviamo l’iniezione che allerta il sistema immunitario e genera anticorpi, così che quando si andrà a contrarre il virus avremo il sistema immunitario allenato e pronto.
Il funzionamento del vaccino contro i tumori avrà un funzionamento molto simile: in sostanza, dovrebbe sfruttare la potenza bruta del nostro sistema immunitario che, una volta allarmato, combatterà le cellule tumorali che inizieranno a produrre la proteina spike secondo le istruzioni del vaccino, attaccandole quindi e mirando solo ed esclusivamente le cellule tumorali.
Entrando nei tecnicismi, questo trattamento produrrebbe una proteina infiammatoria chiamata interleuchina-12, o IL-12, che fa sì che le cellule immunitarie entrino in azione e scatenino eventi concatenati che uccidono le cellule tumorali quando e dove rilevano la proteina.
Non è la prima volta però che questa proteina viene studiata, negli anni 90 la interleuchina-12 venne messa in sperimentazione e sospesa per effetti collaterali tossici che creavano un’eccessiva risposta antinfiammatoria, con l’avanzamento tecnologico e gli studi degli ultimi 30 anni l’azienda è riuscita a creare un set d’istruzioni (come dicevamo sopra, come nella programmazione informatica) che fa spegnere l’mRNA se va a contatto con zone non interessate, rendendo la risposta infiammatoria e tossica -sulla carta – molto meno prorompente.
Per iniziare saranno presi di mira dai ricercatori il melanoma e il cancro al seno. Le sperimentazioni avverranno su tessuti tumorali già in essere, in futuro secondo l’azienda nel caso che la sperimentazione sarà un successo si estenderà per tutti i tessuti e cellule.
Siamo lontani (ma non troppo) dal sapere se e come saranno efficaci questi vaccini, nel frattempo i ricercatori aggiorneranno l’intera comunità scientifica con dati trasparenti, afferma infatti Weiss (cofondatore della Strand) che “Se il circuito genetico commette un errore una volta su 10 è meglio abbandonarlo, se è un caso su un milione siamo sulla strada giusta“.
Diamo un augurio di buona fortuna ai ricercatori, per un mondo che – si spesa – possa diventare libero dalla piaga dei tumori.
Fonti: Studio di riferimento/ Emily Mullin per Wired / Studio vaccino influenzale / Studio vaccino per l’herpes / studio sulla proteina IL-12
This post was published on 29 Gennaio 2024 5:30
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