Presentato al CES 2024, il RAbbit R1 ha sicuramente catturato l’attenzione di molti, grazie soprattutto al design preciso e all’arancione quasi brucia-retine della sua scocca; a fronte di tutto l’hype generato tra i fan della tecnologia di consumo, alla fine, che cos’è questo Rabbit R1?
“Un’esperienza Internet senza app”
Questo è l’obiettivo dichiarato dai creatori di questo piccolo dispositivo, venduto alla “modica” cifra di $200 dollari, grazie ovviamente all’integrazione delle Intelligenze Artificiali. Secondo i suoi creatori infatti, Rabbit R1 potrà fare in autonomia quello che normalmente farebbero una decina di app su cellulare, semplificando la vita degli utenti.
Rabbit R1 può registrare come un utente interagisca con le diverse applicazioni sul proprio cellulare, imparando poi a replicarle, attraverso l’utilizzo di un cosiddetto Large Action Model, focalizzato più sulle azioni che sul linguaggio come un assistente vocale, basato piuttosto sui Large Language Models. La differenza principale sta nella possibilità, secondo i creatori, per Rabbit R1 di adattarsi agli input ambientali e degli utenti.
Ovviamente non poteva mancare un accordo con un’azienda del campo IA, in questo caso con i creatori del chatbot e motore di ricerca Perplexity AI, con l’obiettivo di fornire agli utenti risposte più precise alle loro domande, grazie ad un repertorio di conoscenze molto più grande; l’accordo prevede anche un anno di Perplexity Pro per i primi 100.000 acquirenti del nuovo gadget.
Come da presentazione al CES 2024, Rabbit R1 non vuole essere un “sostituto” del vostro cellulare, quanto più una sorta di “integrazione”: il dispositivo può interagire con molte delle applicazioni maggiori sul mercato, come ad esempio Uber, Amazon, Spotify e molte altre, a patto che l’utente faccia i dovuti login su una specifica piattaforma online, chiamata “Rabbit Hole”, secondo l’azienda produttrice sarà come “dare il cellulare sbloccato ad un amico e chiedergli di ordinare qualcosa”
Obiettivo, oltre a quello citato prima di “semplificare la vita degli utenti”, sembra essere anche quello di diminuire il tempo di utilizzo del cellulare, permettendo agli utenti di avere sempre disponibili i diversi servizi che vengono offerti dalle app, piuttosto che avere opportunità di distrarsi. Anche per quanto riguarda la sicurezza, Rabbit R1 promette di non conservare alcuna credenziale personale, e dare agli utenti il completo controllo dei servizi di Rabbit OS, dichiarando anche di non avere una cosiddetta “always listening mode” e di attivare il microfono solo in caso l’apposito tasto venga premuto.
Insomma, che sia l’ennesimo gadget tecnologico da acquistare solo per fare “bella figura” e darsi un tono in pubblico, o che invece le promesse siano davvero tutte mantenute e Rabbit R1 si dimostri veramente utile? Sicuramente le opinioni su internet si stanno polarizzando, tra chi reputa Rabbit R1 l’ennesimo ammennicolo IA, e chi invece lo promuove come la nuova frontiera della user experience.