Si, si, le battute sulla possibile natura robotica di Zuckerberg si sprecano; ma certamente non è lui ad aver aperto il trend di ignorare i pericoli delle IA, vendendole come fossero la cosa più innocua degli ultimi 10 anni. Adesso, sembra che Meta voglia fare sul serio, sviluppando una propria Intelligenza Artificiale, “responsabilmente open source”
Nel suo annuncio rilasciato tramite un video pubblicato su Instagram il 18 Gennaio, Mark Zuckerberg, CEO di Meta, annunciava l’intendo di Meta di raggiungere una cosiddetta “intelligenza generale” per le IA, unendo le forze dei due sforzi Meta per lo sviluppo IA, FAIR e GenAI.
“È ormai evidente che la nuova generazione di servizi richieda la costruzione di un’intelligenza generale piena. Questa tecnologia è così importante, e le opportunità così grandi che dovremmo renderla open source e distribuirla il più possibile e responsabilmente, così che tutti possano beneficiarne.”
Per dovere di cronaca, Zuckerberg non menziona mai, nel video in cui annuncia il nuovo sforzo, il concetto di “Intelligenza Artificiale Generale”, ma diversi report delle attività di Meta fanno pensare che l’intento sia effettivamente quello. Ma cos’è un’Intelligenza Artificiale Generale, che da ora abbrevieremo in IAG? Il concerto sembra essere abbastanza nebuloso, ed indica una ipotetica tecnologia che riesca ad eguagliare l’intelligenza umana in compiti generali, senza bisogno di addestramento precedente; per altro l’obiettivo esplicito di OpenAI, e la paura esistenziale di molti che temono di essere rimpiazzati dalle IA.
Intervistato dalla testata online The Verge, Zuckerberg commentava sulla propria definizione di IAG: “Possiamo battibeccare sul fatto che l’intelligenza generale sia vicina al livello di intelligenza umano, o che sia super-umano, o ancora che sia un qualche tipo di super-intelligenza del futuro estremo. Per me, la parte importante è l’ampiezza del concetto, cioè che un’intelligenza abbia tutte le capacità mentre voi dovete avere la ragione e l’intuizione”.
Un annuncio come quello di Zuckerberg, con un video postato su un social, sembra essere non più che un normalissimo sviluppo di business, nulla di cui preoccuparsi; anzi qualcosa di così normale che andrebbe anche “reso open source”, ovviamente “in maniera responsabile”. Non è l’unico che continua a sminuire i pericoli delle IA, se pensiamo allo stesso CEO di OpenAI, Sam Altman, che in conferenza al World Economic Forum di Davos affermava: “Le IA cambieranno il mondo molto meno di quel che pensiamo, e cambieranno i lavori molto meno di quel che pensiamo”.
Insomma, se ci aggiungiamo anche il progetto di Musk per Grok, la sua IA dichiaratamente di destra, sembra che giocare a chi ha l’IA più potente sia diventata l’ultima moda in mano ai miliardari della Silicon Valley, che cercano in tutti i modi di minimizzare le preoccupazioni del pubblico verso uno sviluppo ben poco etico delle IA, motivato più dal denaro che dal progresso.
Nota di colore, in questa storia alquanto spiacevole, l’annuncio di Zuckerberg di star accumulando una capacità GPU mostruosa, allo scopo di addestrare e rendere attivo il nuovo modello Llama 3: “350.000 Nvidia H100, o l’equivalente di 600.000 H100 se contempliamo anche altri modelli di GPU”.
This post was published on 21 Gennaio 2024 7:30
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