L’Agenzia per l’Esplorazione Spaziale giapponese, o JAXA (Japan Aerospace eXploration Agency) continua a deliziarci con nuove stupende immagini dallo spazio: se il 25 Dicembre avevamo visto le immagini della loro missione verso la Luna, adesso possiamo vedere quelle relative al loro telescopio a raggi X.
Un’esplosione stellare di 3000 anni fà
La missione X-Ray Imaging and Spectroscopy Mission, o in breve XRISM, è stata lanciata dalla JAXA verso Settembre 2023; il telescopio in questione ha la capacità di percepire raggi X tra i 400 e i 12000 elettronvolt, per intenderci la luce visibile normalmente oscilla tra i 2 ed i 3 elettronvolt. Il grande range di sensibilità di XRISM permetterà, nel corso della durata della missione, di osservare gli eventi più spettacolari dell’universo, come l’esplosione di stelle in supernove, o la creazione di buchi neri.
La galassia che la missione XRISM ha utilizzato per i suoi test non è esattamente una galassia, ma Abell 2319, un cluster di galassie largo circa 3 milioni di anni luce, circondato da gas che emettono copiose quantità di raggi X; tramite lo studio di questi gas, i ricercatori possono risalire alla massa totale del cluster, e dunque raccogliere dati sull’evoluzione dell’Universo.
L’immagine che vediamo è resa possibile da uno dei tanti strumenti di cui il satellite XRISM è dotato; in questo caso si tratta di Xtend, un registratore di immagini a raggi X sviluppato proprio da JAXA. Questo strumento dona a XRISM un campo visivo molto ampio, permettendoci di osservare superfici fino al 60% più grandi della dimensione apparente della Luna. Grazie al suo grande campo visivo, i ricercatori sperano che XRISM possa dare maggiori dati sulle grandi strutture del nostro Universo.
Un’altra immagine molto interessante prodotta dalla missione XRISM è quella dei rimasugli della supernova N132D, all’interno della Grande Nube di Magellano, e distante circa 160 mila anni luce dal nostro pianeta. Secondo i ricercatori, N132D ha circa 3000 anni di età, e si tratta di una supernova di una stella che un tempo era 15 volte la massa del nostro Sole, prima di raffreddarsi, collassare su se stessa e poi infine esplodere violentemente.
Tramite la speciale strumentazione del satellite, soprattutto il cosiddetto Resolve, un microcalorimetro e spettrometro sviluppato tramite una collaborazione tra JAXA e NASA, i ricercatori sono riusciti a determinare persino la composizione chimica della supernova, che risulta composta di Silicio, Zolfo, Calcio, Argon e Ferro. Secondo le affermazioni della NASA, si tratta di dati sconvolgenti, poiché si tratta dell’analisi più dettagliata di una supernova ottenuta ad oggi.
Dichiara Brian Williams, lo scienziato della NASA assegnato al progetto XRISM:
“Questi elementi sono stati forgiati nella stella originale che poi è esplosa in una supernova. Resolve ci permetterà di osservare le forme di queste linee in modi che non erano possibili prima, permettendoci anche di determinare non solo l’abbondanza dei vari elementi presenti, ma anche le loro temperature, densità e direzioni di moto con un livello di precisione mai visto prima d’ora. Di lì, saremo capaci di assemblare le informazioni riguardanti la stella originale e la sua esplosione.”