La branca Brasiliana del Burger King vuole aiutare le persone a smaltire le sbornie a suon di… whooper, il tutto con un pizzico di distopia e riconoscimento facciale a complicare ulteriormente le cose!
Di certo di tutte le cose che abbiamo coperto durante il corso di quest’anno questa è una delle più folli e assurde, su questo c’è poco da scherzare. A quanto pare la branca Brasiliana di Burger King ha annunciato una campagna pubblicitaria chiamata “hangover whooper” che sta venendo portata avanti durante questi giorni di transizione tra Natale e l’ultimo giorno dell’anno, il tutto con un pizzico di riconoscimento facciale a rendere il tutto ancora più strano e bizzarro.
Come funziona questo hangover whooper? In sostanza se si riesce a dimostrare tramite riconoscimento facciale che le proprie condizioni non sono quelle di una persona sovria, Burger King permette al cliente di ottenere un coupon sconto per risparmiare su un bel panino whooper, il più famoso tra i prodotti del Burger King.
Si, lo sappiamo: vi sembra una roba molto assurda e sopratutto anche di cattivo gusto ma non vi preoccupate, adesso ci arriviamo per gradi.
Lo stunt pubblicitario è cominciato con un video pubblicitario realizzato dall’agenzia brasiliana DM9 e che trovate qui sopra. Una voce robotica, un cheeseburger che glitcha e l’idea che un whooper possa aiutare a tamponare gli effetti collaterali dell’ubriachezza post natalizia, il tutto con il riconoscimento facciale a giudicare la cosa.
La campagna pubblicitaria durerà fino al 2 gennaio e per quanto al momento siamo sprovvisti di redattori brasiliani a cui chiedere di testare sulla loro pelle la validità della cosa; abbiamo comunque provato a vedere fin dove si spingesse la cosa. Dopo aver visto una pagina internet chiederci il permesso di utilizzare la fotocamera e vedere lo stesso ovale in cui inserire il viso manco stessimo tentando di fare lo SPID abbiamo preferito appoggiarci ai fatti raccolti da Gizmodo.
In base al livello di ubriachezza “percepito” dal sistema quello il software genera un coupon sconto per un particolare tipo di prodotto; Gizmodo, ad esempio, ha ottenuto un buono sconto di 3 real (62 centesimi di dollaro) per un Double Whooper Junior. Avere sacrificato la propria privacy per poco più di 50 centesimi non ci è sembrata una buona mossa.
Questa scelta di Burger King di certo si inserisce all’interno di un inquietante percorso fatto da tante, tantissime scelte opinabili che nel mondo intero cercano di minare sempre di più il concetto di privacy. Il riconoscimento facciale, nello specifico, è una delle pratiche più pericolose perché ha già dato dimostrazione di essere utilizzabile in molteplici contesti: dal sistema di social credit cinese ai confini Italiani, queste tecnologie non perdono occasione per deviare i concetti di sicurezza.
Sia che ci si stia muovendo in spazi privati, sia che ci si trovi nel suolo pubblico, in buona parte del mondo ci si ritrova inquadrati da telecamere di sicurezza o fotocamere, in grado di riconoscere con buona precisione le fattezze degli uomini bianchi e caucasici, con precisione in diminuzione netta in caso di altre etnie o anche soltanto di umani di sesso femminile.
La parte che rende ancora più divertente il tutto è che, secondo diverse ricerche, il riconoscimento facciale per il momento offre un discreto livello di precisione e veridicità delle analisi soltanto per la mera identificazione personale. Nonostante queste tecnologie siano state impiegate anche per scopi come la valutazione emotiva, la ricerca dell’anima gemella o l’analisi delle affiliazione politiche, non ci sono molti dati a favore di questi utilizzi alternativi.
BK, fortunatamente, sembra essere a conoscenza della cosa e dice, all’interno della sua informativa della privacy, che è tutta una grande burla. Secondo le informazioni che è possibile trovare in tale documento, infatti, BK dice che il sistema offre una valutazione fittizia del livello dei vostri postumi; valutazione fittizia, lo ripetiamo: è tutto no’ scherzone.
Sempre all’interno dello stesso documento BK dichiara anche che tutti i dati che vengono raccolti attraverso il sistema di riconoscimento facciale non vengono condivisi con terzi o profilati per pubblicità; tutto viene mantenuto all’interno dello strumento per i postumi della sbornia che alla fine dei conti è soltanto una complicata boutade per far funzionare una campagna marketing.
Di base tendiamo a non fidarci di chi vuole avere accesso al volto di una persona per poter fare qualche tipo di analisi ma, d’altronde, non ci resta che aspettare e vedere che cosa uscirà fuori durante il corso dei prossimi anni. Non è da escludere che potremo trovare i volti di molti simil ubriaconi brasiliani in vendita sul Dark Web, magari a causa dell’ennesimo attacco informatico un po’ troppo aggressivo; che mondo assurdo quello in cui viviamo.
This post was published on 29 Dicembre 2023 9:30
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