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I social del futuro saranno: “fediversati” | Comunicheremo tutti attraverso il Fediverse

Ecco il nuovo concetto che sarà alla base dell’Internet del futuro.

No, non stiamo parlando di Metaverse, argomento a cui ho dedicato un #GameFactory al quale vi rimando casomai voleste conoscerne storia ed evoluzione. Fediverse è un termine relativamente nuovo che fino a poco tempo fa è stato di esclusiva competenza degli addetti ai lavori e degli esperti di IT e Internet, ma che dalla nascita di Threads, il nuovo social network di Meta basato su Instagram, ha iniziato a circolare sulla bocca di tutti come la next big thing che concorrerà alla trasformazione di Internet dei prossimi anni. Ma di che cosa si tratta esattamente e perché sta venendo alla ribalta proprio ora? Cerchiamo di capirci qualcosa di più.

Un protocollo per uniformarli tutti

schema di funzionamento del protocollo ActivityPub, alla base del Fediverse

Quando il W3C (il consorzio che sviluppa e definisce gli standard del World Wide Web) ha presentato al mondo ActivityPub, pochi utenti al di fuori degli addetti ai lavori hanno intuito le potenzialità di questo nuovo protocollo aperto e decentralizzato per il social networking. All’epoca del lancio, 23 gennaio 2018, erano in pochi a servirsene, ma da quando Threads, il nuovo social network inaugurato da Meta il 5 luglio di quest’anno, ha dichiarato l’intenzione di fare uso, molti più internauti sono venuti a conoscenza della sua esistenza. Il suo scopo è presto detto: fungere da “stele di Rosetta” per i social network, ovvero stabilire degli standard di comunicazione che consentano ai vari social di comunicare l’uno con l’altro. In questo modo un utente è in grado di pubblicare e condividere contenuti facilmente accessibili da una molteplicità di social differenti, e in teoria non ha nemmeno bisogno di creare un account ad hoc per ogni social che si appoggi al medesimo protocollo, poiché ne basterebbe uno solo.

Insomma tutti i social network basati su ActivityPub condividono il medesimo “ecosistema” di regole e standard, che consente ai contenuti pubblicati al loro interno di circolare liberamente in questa “federazione di social network”: il Fediverse, appunto. Attualmente ne fanno già parte una galassia di social e applicazioni differenti, che vanno da piattaforme di microblogging popolari come Mastodon e GNU Social, plugin per CMS come WordPress e Drupal, e social network veri e propri come Friendica e Hubzilla). Appartenere al Fediverse è un vantaggio in primis per gli sviluppatori di software, che non sono più obbligati a programmare un’intera piattaforma dall’inizio alla fine, ma possono sviluppare solamente i tool che reputano necessari, adeguandosi allo standard per tutto il resto. Quando Zuckerberg creò Facebook dovette sviluppare ogni cosa da zero, dal layout alle funzioni, dall’infrastruttura ai protocolli di sicurezza. Ora ripartire ogni volta dalla base non sarà più necessario, un po’ come gli sviluppatori di giochi che vengono eseguiti all’interno di Fortnite non devono ogni volta programmare l’intero Fortnite, ma solo il loro gioco, allo stesso modo ogni volta che uno sviluppatore vorrà sviluppare un tool specifico non dovrà disegnarci attorno un’intera infrastruttura da zero.

Potete pensare ad ActivityPub anche in un altro modo, ovvero come ad un formato di file: un’estensione serve a stabilire un metodo di codifica delle informazioni, ma non stabilisce di che informazioni si tratti. Possedere un protocollo comune equivale a sapere già in quale estensione andrò a codificare il file che sto generando, lasciandomi libero rispetto al contenuto del file stesso. Il Fediverse funziona allo stesso modo. A prescindere dalla qualità dei contenuti creati e condivisi dagli utenti, le modalità di trasmissione di queste informazioni si basano su un set di regole condivise da tutti i programmi del Fediverse, che fanno dell’interoperabilità tra le applicazioni il loro punto di forza.

Potenzialmente questo va anche a tutto vantaggio degli utenti, per cui potrebbe essere sufficiente la creazione di un’unica identità digitale condivisa con l’intero network, oltre ad un un’unica rubrica di contatti. E il bello è che ogni nuovo tool sviluppato all’interno del Fediverse potrebbe esser immediatamente accessibile da tutti i social network che ne fanno parte, data lo completa compatibilità, per esempio un sistema di videochiamata tra tutti i contatti presenti nella propria rubrica, o un sistema di filtraggio di notizie testuali e/o multimediali su determinati argomenti: le possibilità sono infinite e il limite è dato solo dall’immaginazione dei programmatori, tantopiù che per ogni sito/piattaforma/social che non fa parte del Fediverse, ne esiste uno all’interno che ne emula sostanzialmente il funzionamento: PeerTube emula YouTube, Friendica emula Facebook; Mastodon emula Twitter; BookWyrm emula GoodReads e così via.

Pronti, partenza…

Composizione attuale del Fediverse

Certamente ci vorrà un po’ prima che i vantaggi del Fediverse risultino chiari a confronto dei social oggi esistenti, a partire dalla massa critica di utenti necessari a renderli effettivamente popolati di contenuti. Non che ora non lo siano, ma il sistema è ancora acerbo e al momento alcune funzionalità come il cross-posting tra social differenti sono ancora in via di implementazione. Le potenzialità dell’ecosistema però sono enormi, e l’ingresso futuro di player di primo peso come Tumblr o il già citato Threads potrebbe dare una spinta propulsiva all’intero ecosistema.

C’è da considerare inoltre la questione economica: i costi di sviluppo di un’applicazione per il Fediverse sono molto inferiori rispetto a quelli inerenti lo sviluppo di software al di fuori di esso, di conseguenza possiamo aspettarci una proliferazione di social e applicativi nel prossimo futuro di molti ordini superiore a quello cui ci hanno abituato i social network tradizionali, che dati gli esorbitanti costi di mantenimento sono appannaggio di pochi player multimiliardari (in occidente c’è sostanzialmente un tripolio Meta-ByteDance-X Corp).

Per il momento comunque ci sono già buoni motivi per bazzicare nel Fediverse, che già pullula di applicazioni, la stragrande maggioranza delle quali totalmente gratuite! Ecco le principali.

Blogging

  • Plume
  • WriteFreely
  • Friendica
  • Zap

Organizzazione di libri

  • BookWyrm
  • Inventaire.io

Music/File hosting

  • Hubzilla
  • Nextcloud Social
  • Funkwhale

Image/Video sharing

  • Streams
  • Pixelfed
  • PeerTube

Aggregatori di link

  • Iotide
  • Lemmi
  • Kbin

Podcasting

  • Castopod
  • Micro.blog

Social networking/Microblogging

  • Mastodon
  • Firefish
  • GNU social
  • Pleroma
  • Social Home
  • Libervia

This post was published on 30 Dicembre 2023 13:30

Alessandro Giovannini

Puoi scrivermi in modo sicuro a: alessandro.giovannini.1990@proton.me Cinema e videogiochi: le mie due più grandi passioni. Da bambino mi alzavo presto la mattina per giocare con il Sega Mega Drive II prima di andare a scuola; passavo i pomeriggi a guardare Terminator 2 fino a consumare il nastro della VHS; impiegavo le serate a cimentarmi nelle avventure grafiche di Lucas Arts su un glorioso PC con Windows 95 in compagnia di mio fratello. Poi è venuta la laurea in cinema, nonché le esperienze di redattore presso siti di informazione cinematografica e gaming. Su Player mi sono specializzato in analisi di mercato e monografie su developers e franchise storici della gaming industry. Ho anche lanciato la newsletter Gamer's Digest che offre una rassegna settimanale della principali novità dell'industria del gaming. Primo videogioco: The Adventures of Captain Comic (DOS) Videogioco console casalinga preferito: Final Fantasy VII (PSX) Videogioco console mobile preferito: Advance Wars (GBA) Piattaforme di gioco possedute: Super Famicom, Game Boy Color, Mega Drive II, PSX, PS2, PS3, PS4, Xbox One S, PC.

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