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Le AI stanno peggiorando il cambiamento climatico: una lettera aperta al presidente Joe Biden

Sapevate che l’intelligenza artificiale sta peggiorando il cambiamento climatico? A quanto pare qualcuno si è preso la premura di ricordarlo anche al presidente degli stati uniti Joe Biden con una lettera aperta firmata da ben diciassette importanti gruppi legati al mondo dell’attivismo climatico.

Immaginate questo: siete Joe Biden, senza ombra di dubbio uno degli uomini più potenti del mondo. Recentemente siete stati spediti in giro per l’America e il resto del mondo in maniera ripetuta, con conferenze da tenere ed eventi a cui presenziare. 

Tornate finalmente alla casa bianca, magari con l’idea di riposare per qualche momento e sdeng: una lunga e dettagliata lettera che vi accusa di quanto stiate volutamente ignorando una delle più grandi minacce al futuro del mondo.

Il protagonista di tale lettera poteva soltanto essere un elemento: l’intelligenza artificiale, la protagonista dei giorni nostri e la tecnologia di certo più pervasiva dai tempi degli smartphone. 

Di che parla la lettera e cosa c’è al suo interno lo vediamo fra qualche secondo.

L’intelligenza artificiale sta uccidendo il pianeta? Più o meno

La lettera in questo si concentra su due aspetti della vicenda. Secondo le diciassette entità che hanno firmato la lettera l’intelligenza artificiale non sta facendo altro che ingigantire il quantitativo di informazioni false che si trovano online sul tema del cambiamento climatico; a questo poi bisogna aggiungere un’altra informazione, altrettanto importante: le intelligenze artificiali finiranno per raddoppiare i consumi delle compagnie che si occupano di tecnologia, andando a peggiorare ulteriormente una situazione già complicata. 

A firmare la lettera troviamo tanti grandi nomi legati tanto al mondo del cambiamento climatico quanto al semplice settore del debunking delle notizie false. Abbiamo infatti Greenpeace USA, Fight For THe Future o il Climate Action Against Disinformation (C.A.A.D); non mancano poi il Center For Countering Digital Hate (C.F.C.D.H) o il Tech Oversight Project (T.O.P).

Basta leggere la lettera per rendersi conto di quello che è l’obbiettivo dei vari gruppi: cercare di far notare al presidente degli Stati Uniti d’America il non aver menzionato, ultimamente, i potenziali danni che le intelligenze artificiali possono portare al clima in nessuna delle sue recenti dichiarazioni, anche quando riguardavano proprio il complesso settore delle IA. 

Le recenti mosse di Biden, infatti, hanno visto il presidente incaricare il segretario nazionale all’energia e il consigliere nazionale per il clima cercare metodi per collaborare con le aziende del settore tecnologico al fine di creare strumenti per l’intelligenza artificiale, così da mitigare i rischi legati al cambiamento climatico; non abbastanza, secondo molti.

Nelle molteplici riunioni che sono avvenute nel corso degli ultimi mesi però mai è stato posto l’accento su quanto effettivamente le intelligenze artificiali contribuiscano in maniera diretta o indiretta a peggiorare la situazione climatica, tra consumi elevatissimi delle AI per funzionare o la natura peggiorativa di alcune cose che si possono fare con l’intelligenza artificiale.

Secondo la lettera è di fondamentale importanza che il presidente Biden parli in maniera chiara e adotti una politica di trasparenza totale legata all’intelligenza artificiale. Tutte le comunicazioni legate all’intelligenza artificiale, infatti, cercano di portare i riflettori sugli effetti positivi della tecnologia nella lotta al cambiamento climatico, tra ottimizzazione dei consumi del mondo tecnologico e possibilità di prevedere sul lungo termine dove è meglio andare a vivere (per portare giusto un esempio di cui abbiamo recentemente parlato su Player.it). 

Quali sono le richieste degli attivisti?

Non ci vogliono le intelligenze artificiali per capire che è il momento per agire è adesso se vogliamo mantenere lo stile di vita attuale

Quello che gli attivisti vogliono è che cambi la percezione del pubblico sulle AI, complice una sempre maggiore attenzione alla capacità di queste tecnologie di aumentare in maniera imponente la disinformazione sul tema, creando danni nell’immediato che rischiano di sommarsi in maniere disastrose per il futuro.

Questi dati immediati si possono esemplificare nella corsa all’energia che ha caratterizzato questi ultimi anni di avanzamenti tecnologici, dalla blockchain fino alle intelligenze artificiali. Il fatto che le aziende stiano sostanzialmente gareggiando tra loro per costruire modelli di intelligenza artificiale sempre più grandi e potenti ha fatto esplodere la richiesta di energia elettrica, con diversi studi che sottolineano il quantitativo quasi “preoccupante” di energia utilizzata da queste aziende.

Secondo recenti ricerche, infatti, nel giro di qualche anno la somma di tutte le aziende che utilizzano le intelligenze artificiali potrebbe essere maggiore dell’energia richiesta da un uno stato come la Svezia. La percezione del pubblico potrebbe cambiare anche grazie a un piccolo accorgimento: un nuova leggere creata appositamente dalla casa bianca per obbligare le aziende che utilizzato le intelligenze artificiali a pubblicare dei report accurati su quanta energia viene consumata e quante emissioni vengono prodotte dalle intelligenze artificiali durante il loro intero ciclo vitale, dall’addestramento all’implementazione.

E badate bene; per quanto questa possa sembrare una lettera scritta da gente che si vuole soltanto lamentare, è in realtà un documento che porta acqua al suo mulino con diverse studi scientifici, citati all’interno di un ricco corredo di note che portano a questo o quell’altro paper. Le argomentazioni portate, in sostanza, non sono soltanto le lamentele di qualcuno bensì sono la somma di tanti piccoli frammenti di conoscenza che ai piani alti della nostra attuale società stanno ignorando per motivazioni che preferiamo non sapere. Non di certo la migliore notizia con il quale svegliarsi.

This post was published on 8 Dicembre 2023 11:00

Graziano Salini

Perennemente alla ricerca di legami tra argomenti distanti tra loro, con una certa predilezione per musica e videogiochi. Faccio il possibile per fare in modo che ci siano meno errori di concetto possibili sugli articoli di Player.it, grande fan degli errori grammaticali invece, quelli fanno sempre ridere. Quando non sto amministrando questo sito lavoro mi occupo di spiegare cose difficili in maniere semplici su altri siti, su tematiche molto meno allegre dei videogiochi.

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