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Nessuno vuole farsi YouTube premium | Arrivano i videogiochi per provare a convincere gli utenti

Non sapete proprio più come passare il tempo e volete in un modo o nell’altro videogiocare sempre e comunque? Perfetto: se siete utenti premium di Youtube potete divertirvi con una selezione di giochi

Durante il corso di questa settimana Youtube ufficialmente si è affacciata sul mondo dei videogiochi offrendo gli youtube playables, ovvero una selezione di titoli per tutti gli utenti YouTube Premium. Quest’ultimo è il nome dell’abbonamento che permette di evitare a pié pari tutte le montagne di ads e pubblicità per cui la piattaforma nel corso degli ultimi mesi si sta facendo odiare più che mai.

È già da diverso tempo che si parla dell’introduzione di piccoli videogiochi all’interno della piattaforma di Youtube; noi di Player.it ne abbiamo parlato molto durante il corso degli ultimi mesi, sottolineando le intenzioni della piattaforma di perseguire anche questa via diventando l’ennesimo esempio di piattaforma tecnologica con qualche zampetta piantata a terra in un certo tipo di casual gaming, lo stesso che fa fatturare miliardi nel giro di qualche mese ad aziende del settore.

Cosa sta succedendo?

Nel corso degli ultimi anni abbiamo visto sempre più piattaforme salire sul carrozzone dei videogiochi, con TikTok e Netflix tra le più arcinote. Questo perché, guarda un po’, il mondo dei videogiochi è l’industria di intrattenimento più remunerativa in assoluto; nel solo 2021 infatti è riuscita a totalizzare oltre 193 miliardi di dollari in ricavi, raddoppiando di fatto quello che l’intera industria cinematografica è riuscita a fare nel corso dello stesso anno. 

A differenza delle altre industrie dell’intrattenimento, poi, il mondo dei videogiochi è quello che sembra crescere più rapidamente degli altri, senza dimenticare l’esistenza di una grossa intersezione di persona tra i videogiocatori e quelli che utilizzano YouTube per guardare i contenuti legati ai videogiochi.

Con l’introduzione dei videogiochi su YouTube, la piattaforma di Google non sta facendo altro che tentare un qualche tipo di conversione, trasportando alcuni degli utenti che guardano i videogiochi in videogiocatori, aumentandone la permanenza sulla piattaforma.

Tutto questo viene declinato attraverso gli YouTube Playables, ovvero una selezione di videogiochi accessibili gratuitamente dagli utenti premium che non richiedono nemmeno il download per poter funzionare; si fa tutto quanto da sito web di YouTube o da applicazione, nel caso si stia utilizzando un dispositivo con Android o iOS.

Si, ma che giochi sono?

Al modico costo di 14$ circa al mese, gli utenti premium hanno accesso a ben 30 phaser games, ovvero videogiochi bidimensionali realizzati attraverso il framework phaser realizzato dalla software house Photon Storm, uno dei nomi veterani dei videogiochi prettamente internettiani

Per quanto i titoli siano avulsi da tutto l’universo del gaming core, parliamo di videogiochi come 8 Ball Billiards Classic, Merge Masters, Farm Land, Angry Birds Showdown e così via. Al momento YouTube offre anche la possibilità agli utenti di lasciare direttamente un feedback legato alla qualità dei videogiochi in questione

Plausibilmente il roster di titoli si amplierà a dismisura nel corso dei prossimi mesi e anni, anche se è difficile prevedere che tipologie di videogiochi faranno capolino all’interno di YouTube; per questioni tecniche è lecito sperare in titoli che principalmente funzionano attraverso sistemi legati ad HTML5.

Perché le aziende si stanno muovendo in questa maniera?

Le motivazioni dietro la transizione di piattaforme come YouTube e Netflix verso il mondo dei videogiochi si possono datare al pre pandemia, quando in una lettera agli investitori il CEO di Netflix Reed Hastings, dichiarò che la sua piattaforma di streaming non aveva come competitor HBO quanto più Fortnite.

Questo perché la metrica di riferimento, in questo caso, non è da riscontrarsi nel numero di prodotti consumati quanto nel quantitativo di tempo che si passa su una piattaforma; tanto più è elevato il tempo tanto più è possibile per l’azienda dietro la piattaforma monetizzare il singolo utente, sia attraverso sistemi di microtransazioni, sia attraverso la semplice distribuzione di materiale pubblicitario.

E attenzione: l’introduzione di queste aziende nel mondo dei videogiochi non è di carattere totalizzante; TikTok ha già fatto dietrofront dal punto di vista pragmatico, non trovando i ricavi che sperava di fare attraverso la sua sezione gaming, tanto che ha iniziato un processo di redistribuzione delle risorse partendo da un rimpicciolimento di Nuverse, nonostante i risultati universalmente considerabili come positivi raggiunti da Marvel Snap.

Fortnite (e Roblox) per il momento sono i due videogiochi che maggiormente spingono verso l’idea di un metaverso videoludico

Piattaforme come YouTube, TikTok, Instagram e compagnia si stanno trasfigurando in mostri tentacolari che tentano in maniera più o meno efficace ad accalappiare l’utente per quanto più tempo possibile; guarda caso quello è lo stesso medesimo obbiettivo di tanti videogiochi come Fortnite, Call Of Duty Warzone, Apex Legends, Roblox, etc che si configurano come proto metaversi invece che videogiochi fatti e finiti.

Nel corso dei prossimi anni è probabile che vedremo un progressivo assottigliamento di differenze tra videogiochi, piattaforme di social media e compagnie che si occupano di fare streaming di contenuti; è legittimo pensare che con questo assottigliamento cambieranno anche i modelli di business collegati, con focus diversi. Ottenere nuovi utenti sarà meno importante di entrare ancor di più all’interno delle routine degli utenti che già sono parzialmente fidelizzati.

Il nostro futuro, all’improvviso, è diventato molto più cyberpunk di quanto inizialmente potevamo immaginare.

This post was published on 30 Novembre 2023 9:30

Graziano Salini

Perennemente alla ricerca di legami tra argomenti distanti tra loro, con una certa predilezione per musica e videogiochi. Faccio il possibile per fare in modo che ci siano meno errori di concetto possibili sugli articoli di Player.it, grande fan degli errori grammaticali invece, quelli fanno sempre ridere. Quando non sto amministrando questo sito lavoro mi occupo di spiegare cose difficili in maniere semplici su altri siti, su tematiche molto meno allegre dei videogiochi.

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