Meta presenta gli strumenti che permetteranno agli utenti di sfruttare il suo modello generativo per immagini presentato durante il mese di Settembre; tempo di dare il benvenuto ufficiale a EMU.
Nel mondo dei videogiochi la triade di lettere e m u è molto ben apprezzata perché è sinonimo di emulazione, una delle pratiche più importanti che ci siano all’interno di un’industria incatenata dalle leggi sul copyright turbocapitalist che impediscono la creazione di una vera e propria cultural del videogioco.
Da qualche mese a questa parte, con l’annuncio di Expressive Media Universe la situazione è leggermente cambiata; queste tre lettere infatti andranno a simboleggiare il nuovo strumento per la generazione di immagini attraverso interazioen ocn un’intelligenza artificiale generativa, stavolta con tecnologia realizzata internamente da Meta, il colosso dei social network.
Recentemente infatti l’azienda di Zuckerberg ha presentato due diversi strumenti: Emu Edit e Emu Video, questi rientrano entrambi; vediamo più nel dettagli ocosa fanno questi.
Avete presente le funzionalità relative all’intelligenza artificiale introdotto in una delle ultime versioni di Photoshop? Perfetto: Emu Edit si avvicina a strumenti del genere, proponendo un’interfaccia utente estremamente versatile e intelligente per permettere anche a chi non ha competenze nel fotoritocco di eseguire semplici operazioni.
Lo strumento è stato proprio annunciato come un applicativo in grado di alterare con precisione delle immagini pre esistenti sulla base di input di carattere testuale. Grazie a Emu Edit diventa possibile aggiungere un cane a un’immagine esistente, rimuovere le nuvole da un cielo, spostare una persona di posizione mantenendone intatta la posa, trasformare una statua in un panda, trasformare una natura morta in una natura morta dotata di colori autunnali e così via.
Quindi si, parliamo di uno strumento che si avvicina molto a quanto promette da qualche mese l’ultimo Photoshop o Adobe Firefly.
A differenza di Edit, video si prefissa uno scopo leggermente più ambizioso: creare brevi e piccoli video di alta qualità basandosi sui prompt testuali dati dall’utente finale. Volete ottenere un video di un panda che si rotola sui sanpietrini di Roma ma non avete il coraggio di rubarne uno dallo zoo più vicino alla capitale? Con Emu Video tutto questo si può fare.
Il sistema è in grado di prendere in input non soltanto i prompt testuali ma anche fotografie o altri brevi video; attraverso i prompt l’utente finale può modificare lo stile e le caratteristiche del video, dando quindi modo di eseguire più strutturate e precise rispetto ad altri sistemi paragonabili per funzionalità.
Mark Zuckerberg ha dichiarato che Meta vuole integrare questi strumenti creativi all’interno delle foto e dei video dei suoi social network di punta come Facebook e Instagram. Per quanto non una novità assoluta (il Magic Editor di Google annunciato a Maggio promette sostanzialmente opportunità equiparabili, Adobe fa cose molto simili a Emu Edit col suo Photoshop, etc), parliamo comunque di strumenti che una volta nelle mani del grandissimo pubblico di Facebook e Instagram potrebbero portare a chissà cosa.
All’interno di una pubblicazione sul suo blog, Meta ha spiegato con qualche dettaglio in più rispetto agli strumenti sopra descritti. Tra le caratteristiche più interessanti di Emu Edit, ad esempio, Meta cita la particolare precisione di cui è capace di agire sulle immagini, mantenendo intatti praticamente tutti i dettagli di una foto.
EmuVideo, invece, rispetto ad altri tool che hanno un tipo di funzionamento simile, offre un maggiore livello di qualità a fronte dei materiali di partenza, permettendo agli utenti di eseguire operazioni soddisfacenti al netto delle scarse abilità tecniche, complice anche l’interfaccia molto amichevole nei confronti degli utilizzatori.
Meta però rassicura tutti al termine del testo del suo blogpost; Emu Video e Emu Edit sono strumenti che non cercano in alcuna maniera di sostituire le figure professionali che lavorano con le foto o gli animatori; è un vero peccato che tale concetto sia spiegato in questa maniera senza andare a sottolineare come le aziende siano disposte ad abbassare la qualità delle loro produzioni video/d’immagini a fronte di minori costi grazie proprio alle intelligenze artificiali.
This post was published on 20 Novembre 2023 11:00
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