È stato ideato un dispositivo che servirà a tenere l’Universo pulito: mai più detriti spaziali che vagano nello spazio aperto.
L’Universo è ricco di elementi affascinanti che nel corso di tutti questi anni abbiamo scoperto, osservato, studiato e analizzato.
Purtroppo però spesso non viene mai svelato quella che è l’altra faccia della medaglia, ovvero la questione dei rifiuti spaziali che potrebbe diventare un serio problema.
Sulla Terra da anni si lotta contro l’emergenza rifiuti che ha provocato e sta provocando ancora tantissimi problemi agli ecosistemi del nostro mondo, ma non tutti sanno che anche nello spazio c’è un problema simile.
Chiaramente nell’Universo non ci sono fonti d’acqua da inquinare o forme di vita a rischio di estinzione, ma l’accumulo di rifiuti spaziali può comunque essere problematico.
Non si parla chiaramente di spazzatura organica, microplastiche e rifiuti del genere, ma dei cosiddetti detriti spaziali che possono risultare abbastanza pericolosi.
I detriti spaziali possono essere di vario genere, ma ciò che più preoccupa la NASA e tutta la comunità scientifica sono quelli generati dall’uomo, ovvero derivanti da apparecchiature lanciate in orbita dalla Terra.
Quando si parla di detriti spaziali, infatti, ci si può riferire anche a pezzi di corpi celesti che vagano per lo spazio dopo una collisione.
In questo caso specifico però si sta parlando di tutti quei rifiuti presenti nell’Universo che sono stati generati dall’uomo, dunque sono per la maggior parte in orbita intorno alla Terra.
Uno scenario conosciuto da diversi anni, ma che ultimamente sta quasi diventando insostenibile.
Un rifiuto o detrito spaziale generato dall’uomo può essere rappresentato da un macchinario, un satellite, un telescopio orbitale, un velivolo e qualsiasi altro strumento lanciato nello spazio dalla Terra e che ha concluso il suo ciclo vitale.
Questi strumenti non sono eterni e prima o poi smettono di essere controllati e alimentati dal team di ricercatori, finendo gradualmente i suoi giri in orbita.
Quando una di queste strumentazioni smettono di funzionare, esse cadono lentamente verso la Terra per poi venire disintegrate dall’atmosfera terrestre prima di toccare il suolo.
Si tratta di una pratica consueta e che non provoca particolari problemi, ma in diversi casi la caduta verso il nostro pianeta potrebbe andare diversamente da quanto previsto, prendendo una traiettoria atipica o peggio scontrarsi con altri velivoli.
Proprio per questo motivo Airbus ha ideato un dispositivo di smorzamento magnetico che sarà in grado di controllare la caduta di un satellite verso la Terra, rallentandola ed evitando che prenda traiettorie non previste inizialmente.
Il dispositivo si chiama Detumbler ed è stato ideato dall’azienda francese nel 2021, ma lanciato in orbita solo qualche giorno fa a bordo di un razzo Falcon 9.
Si tratta di un dispositivo che sarà attaccato ai satelliti e che li direzionerà nella giusta orbita, sia quando sono in funzione fungendo da bussola, sia quando hanno smesso di funzionare direzionandoli dolcemente verso l’atmosfera.
Detumbler ha un peso complessivo di 100 grammi ed è dotato di un rotore centrale e dei magneti che interagiscono con il campo magnetico terrestre.
Il dispositivo di Airbus non è ancora operativo, ma verrà testato all’inizio del 2024 sul satellite Exo-0 di EnduroSat con una serie di dimostrazioni di distacco.
Si tratta di un esperimento volto a migliorare la questione dei detriti spaziali che, secondo la Rete di sorveglianza spaziale globale del Dipartimento della Difesa, sono circa 27.000 oltre ai pezzi più piccoli non identificati.
This post was published on 17 Novembre 2023 18:30
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