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Megalomania made in USA o idea geniale? Ecco i prototipi dei razzi spaziali nucleari

Che dire, sicuramente non è la prima volta che agli Americani vengono in mente idee, per loro strabilianti, riguardo lo spazio; ma è dal tempo della Guerra Fredda che non sentivamo parlare di nucleare nello spazio! A quanto pare però, il Dipartimento della Difesa degli USA sta investendo milioni per questo nuovo progetto, che potrebbe diventare il futuro dell’esplorazione spaziale.

Una collaborazione milionaria conil complesso militare-industriale

Ebbene si, a quanto pare il Dipartimento della Difesa USA sta collaborando con una delle maggiori aziende del complesso militare-industriale, Lockheed Martin, per sviluppare un vero e proprio sistema di propulsione nucleare che possa fornire spinta sufficiente per estendere di molto le distanze a cui adesso possiamo arrivare.

Lockheed Martin, azienda produttrice di aerei da guerra, sistemi missilistici, droni e satelliti, è diventata partner del Pentagono anche per questo progetto, per cui ha ricevuto ben 33.7 milioni di dollari in collaborazione con l’Air Force Research Laboratory (AFRL). L’azienda magnate della guerra ha annunciato di essere nelle “fasi preliminari della revisione dei design” del cosiddetto Joint Emergent Technology Supplying On-Orbit Nuclear program, in breve JETSON

La missione del Dipartimento della Difesa per Lockheed Martin non sembra però essere semplicissima, visto che l’obiettivo è quello di generare “tecnologie ad alto potenziale nucleare per la generazione elettrica, sistemi di propulsione e design di veicoli spaziali” secondo le parole della stessa Lockheed Martin. Questo tipo di sistemi avrebbe il potenziale di produrre molta più energia elettrica di quanto non riesca a fare un normale veicolo spaziale a pannelli solari, secondo l’azienda produttrice di sistemi d’arma. 

Questo nuovo sistema di propulsione, proposto dal progetto JETSON, potrebbe rendere possibile l’esplorazione di regioni spaziali che non vengono raggiunte dalla luce solare a causa della distanza, o aree oscure dello spazio in cui le radiazioni luminose non arrivano.

Lo sviluppo della fissione nucleare per applicazioni spaziali è la chiave per l’introduzione di tecnologie che potrebbero cambiare radicalmente come ci muoviamo nello spazio.

Barry Miles, Manager del progetto JETSON

Il sistema a propulsione nucleare dovrebbe, secondo indiscrezioni, poggiarsi sull’utilizzo di un reattore a fissione nucleare che, generando calore, attiverà dei motori Stirling, i quali convertiranno il calore in corrente elettrica, arrivando anche a produrre tra i 6 e i 20 KiloWatt di elettricità; secondo le stime dell’azienda produttrice di missili terra-aria più di quattro volte l’ammontare di energia generata dai sistemi di pannelli solari convenzionali.

Lockheed Martin non è però l’unica azienda del campo della “sicurezza” ad aver sottoscritto un contratto con l’Aeronautica americana per lo sviluppo di veicoli spaziali basati sul nucleare; ci sono infatti Intuitive Machines e Westinghouse Government Services a fare da competizione in questa “corsa agli armamenti” a tema esplorazione spaziale. Ad oggi, però, Lockheed ha ricevuto la maggior parte dei fondi, mentre le altre due aziende hanno ricevuto rispettivamente 9.4 milioni di dollari e 16.9 milioni di dollari.


Non si tratta neanche propriamente di un progetto nuovissimo. A quanto pare la stessa azienda che dall’inizio del mese ha avuto una grandissima impennata in borsa, possiamo immaginare bene l’evento scatenante, sta collaborando da Luglio con la DARPA (Defence Advanced Research Projects Agency) per lo sviluppo di un vero e proprio missile a propulsione nucleare, sempre allo scopo del viaggio spaziale, in collaborazione anche con la NASA. Questo missile dovrebbe vedere i primi test di volo nel 2027, ed è già parte di una possibile missione NASA su Marte. È chiaro che il progetto JETSON potrebbe essere la chiave di volta della riuscita di quest’impresa.

This post was published on 16 Novembre 2023 13:00

Gaetano Rilievo

Storyteller, Giocatore e appasionato di Forklore e Leggende, non mi sono più staccato dal mio PC dalla prima partita di Age of Mythology. Nel tempo libero adoro tirare dadi a venti facce, collezionare strani oggetti e ovviamente proseguire le infine run dei titoli che cadono sotto le mie grinfie.

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