Foto della via lattea in copertina del fotografo Daniele Di Egidio
Indubbiamente il telescopio spaziale James Webb è al momento uno degli strumenti per l’osservazione spaziale più importanti e potenti che l’uomo abbia mai realizzato. Esso è di fondamentale importanza per osservare lo spazio e comprenderne i misteri grazie alle tecnologie presenti al suo interno, specie per quanto concerne l’uso dei raggi infrarossi. Ebbene grazie a esso si è potuta fare un’importante scoperta riguardante proprio la nostra Via Lattea e alcune galassie vicine a lei.
Recentemente ha fatto parecchio clamore la realizzazione di una fotografia, realizzata da parte Ken Beats, nella quale si è potuta osservare la supernova chiamata “CTB-01” (il cui acronimo significa “Cal Tech Observatory catalog B”) conosciuta anche con il nome di “Garlic Nebula” (in italiano “Nebulosa testa d’aglio”). Essa venne individuata per la prima volta nel 1960, grazie alle osservazione fatte nella costellazione di Cassiopea.
La realizzazione della suddetta foto ha richiesto un tempo di esposizione pari a 51,5 ore. Il luogo scelto dal fotografo è stata la “Black Forest” a nord di Colorado Springs. Ken Beats ha inoltre affermato che la realizzazione di questa foto sarebbe stata impossibile senza l’uso di filtri a banda stretta, che hanno permesso di fissare determinate tipologie di lunghezze d’onda della luce al fine di catturare le varie cromie dei resti di una supernova.
Anche lo stesso James Webb ha permesso di analizzare questa tipologia di elementi stellari. Tuttavia in questo caso il famoso telescopio stellare ha permesso di analizzare nel dettaglio la Via Lattea e di alcune galassie vicine molto simili a lei, con cui si è potuto comprendere alcune delle sue caratteristiche: in particolare per quanto concerne la loro origine, formazione e conseguente stabilizzazione dagli albori dell’universo fino all’epoca più recente.
Stando alla definizione standard attualmente in voga nella comunità scientifica, la Via Lattea viene definita a tutti gli effetti come una galassia a spirale barrata: ovvero una galassia a spirale dalla cui parte centrale – solitamente chiamata con il nome di bulbo centrale – partono due prolungamenti di stelle che ricordano alla lontana una vera e propria barra. Ma soprattutto si è sempre pensato che questa galassia fosse stata una delle prime a formarsi e stabilizzarsi di questa categoria, tuttavia ciò potrebbe non essere del tutto vero.
Grazie all’uso del telescopio spaziale James Webb e grazie alla collaborazione della NASA e delle agenzie spaziali di Europa e Canada si arrivati a una nuova importante scoperta. Infatti si è osservata la galassia Ceers-2112: l’aspetto più importante è che questa galassia potrebbe essersi stabilizzata e formata molto più velocemente rispetto a quanto si pensava in origine. Appunto per questo vi è la possibilità che nelle prime fasi dell’esistenza del nostro universo questi elementi cosmici potessero essere molto più ordinati e stabili, rispetto alla concezione standard affermatasi nel corso del tempo: ovvero che agli albori dell’universo le galassie fossero estremamente caotiche.
Non a caso la stessa NASA aveva affermato diverso tempo fa che le galassie a spirale barrata fossero quelle più tardive nell’essersi stabilizzate. Si tratta in ogni caso di una scoperta molto importante, che sicuramente permetterà di fare chiarezza nel prossimo futuro e di capire molte più cose sull’origine del nostro universo e delle miriade di galassie – dell’omonima categoria – presenti al suo interno.
This post was published on 13 Novembre 2023 8:30
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