L’interesse nei confronti dello spazio è cresciuto a dismisura con l’arrivo del XXI secolo. A favorire questo processo è stata indubbiamente la rinnovata fama del genere fantascientifico, grazie a film del calibro di Interstellar o Sopravvissuto – The Martian. Non solo, importanti sono anche stati i videogiochi, con particolare riferimento a Mass Effect, Elite Dangerous e soprattutto No Man’s Sky: gioco prodotto da Hello Games che al lancio nel 2016 si rivelò un disastro, ma che nel corso degli anni si è saputo riprendere (e per fortuna aggiungerei, siccome merita molto come videogioco). Ebbene recentemente è stata scattata una fotografia che ha permesso di vedere i resti di una supernova.
Con questo termine – stando alla definizione data nell’affidabilissimo dizionario Treccani – si intendono “in astrofisica quelle stelle che all’improvviso e in misura eccezionale aumentano di luminosità, passando in pochi giorni […] dal limite di visibilità a una delle prime magnitudini, ed esaurendosi poi nel giro di pochi mesi. Si ritiene che le supernove abbiano origine da stelle di massa iniziale superiore 1,4 volte a quella del Sole”.
Questi fenomeni astronomici sono stati molto importanti per lo sviluppo delle conoscenze della Via Lattea e a livello fisico in generale. Fondamentale fu in questo caso l’osservazione del fenomeno fatta da Tycho Brahe nel 1572 che lo porterà in seguito a scrivere il testo chiamato “De Nova Stella” e che sarà molto importante per gli scienziati successivi, con particolare riferimento a Johannes Kepler (famoso per aver riconosciuto per primo la natura ellittica delle orbite planetarie e le leggi del moto su di esse).
La suddetta immagine raffigura la supernova chiamata “CTB-01” (il cui acronimo significa “Cal Tech Observatory catalog B”), anche se è maggiormente conosciuta con l’appellativo di “Garlic Nebula” (in italiano “Nebulosa testa d’aglio”). Venne scoperta per la prima volta nel 1960 ed è localizzata nella costellazione di Cassiopea (si trova molto vicino alla stella Caph, che solitamente viene usata come punto di riferimento per poterla individuare: non a caso è molto difficile da individuare, soprattutto a causa del suo colore).
Questa foto è stata scattata da Ken Beats e ha richiesto un tempo di esposizione pari a 51,5 ore, diluito in un periodo molto vasto di ben due settimane tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre all’interno della “Black Forest” a nord di Colorado Springs. Costui ha inoltre affermato che la realizzazione di questa foto sarebbe stata impossibile senza l’uso di filtri a banda stretta, che hanno permesso di fissare determinate tipologie di lunghezze d’onda della luce (potendo così catturare nella sua interezza questa strepitosa supernova).
Che dire, ancora una volta lo spazio ci stupisce e grazie al lavoro di questo fotografo abbiamo avuto la possibilità di osservare una delle tante meraviglie dello spazio. Se questo argomento vi interessa molto, allora vi consigliamo di bazzicare più spesso sul sito di Player, sicché non vi perdiate nessuna notizia e curiosità proveniente dal vastissimo universo e dalla nostra cara Via Lattea!
This post was published on 12 Novembre 2023 12:00
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