Il mondo del lavoro, soprattutto per quanto riguarda le più grandi aziende, può essere spietato. Per questo, in molti stati esistono delle leggi specifiche per proteggere il lavoratore dalle discriminazioni basate sull’etnia e sul genere, e per dare così a tutti un’uguale opportunità di accedere al mondo del lavoro. Triste verità è che spesso però queste leggi vengono in qualche modo aggirate dalle aziende, il più delle volte impunemente. Non è stato questo però il caso di Apple, che dovrà fare i conti con il DOJ.
A quanto pare Apple, il colosso del tech americano dal valore di mercato di 2.90 mila miliardi di dollari, avrà tra le sue preoccupazioni non solo lo sviluppo di nuovi dispositivi, ma una denuncia da parte nientemeno che del Department Of Justice americano, il Dipartimento di Giustizia. Per intenderci, il DOJ è il massimo ente per le politiche giudiziarie in America, ed è composto da diversi enti più o meno famosi, come l’FBI o la DEA.
A quanto pare il Dipartimento di Giustizia americano ha determinato che Apple avrebbe violato una legge federale, l’Immigration and Nationality Act, nel processo di reclutamento attraverso il programma federale per la certificazione al lavoro, il cosiddetto PERM, che permette alle aziende americane di assumere permanentemente lavoratori stranieri negli USA. Apple avrebbe volutamente nascosto posizioni di lavoro libere al programma PERM, “anche se la pratica standard richiede che le posizioni vengano pubblicate sul sito”. Inoltre, Apple avrebbe apparentemente accettato candidature dal programma PERM solo tramite mail, e non avrebbe considerato candidature da parte di persone già assunte da Apple e facenti parte del programma.
Apple ovviamente nega di aver agito illegalmente in qualunque modo. “Quando ci siamo accorti che non stavamo, involontariamente, seguendo lo standard del Dipartimento di Giustizia, abbiamo accettato un accordo legale riguardante le loro preoccupazioni” dichiara il portavoce di Apple Fred Sainz, che prosegue affermando che l’azienda “[Ha] implementato un robusto piano di riparazione per seguire le richieste delle varie agenzie governative [coinvolte], mentre continu[a] ad assumere lavoratori Americani e a crescere negli USA”.
L’accordo stipulato tra Apple e il Dipartimento di Giustizia prevede che l’azienda paghi una multa di ben 25 milioni di dollari, somma dei 18.25 milioni di dollari previsti dal Dipartimento di Giustizia per risarcire le vittime delle pratiche illegali di Apple, e dei 6.75 milioni di multa civile. Non sarebbe la prima volta che un gigante del tech americano viene coinvolto in un’indagine del genere. Era successo già ad Agosto che il Dipartimento di Giustizia citasse in giudizio un’altra azienda colosso del settore tecnologico americano; si tratta proprio di SpaceX, azienda guidata da Elon Musk.
Le recriminazioni del Dipartimento di Giustizia americano verso SpaceX erano praticamente uguali a quelle rivolte adesso verso Apple; l’azienda “non avrebbe considerato” e “rifiutato di assumere” i richiedenti asilo e i rifugiati politici che avrebbero mandato le loro candidature, preferendo piuttosto assumere cittadini USA. Per gioia di Musk però, SpaceX è riuscita a bloccare il processo accusando “irregolarità costituzionali” nella scelta dei giudici amministrativi che avrebbero seguito il processo. Apple non è stata così fortunata.
This post was published on 11 Novembre 2023 17:00
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