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Vi piaceva la Touch Bar? E allora Apple ve la toglie

Addio che farà scontento qualche utente Apple e sicuramente più contenti quelli che dovevano gestire i costi produttivi dei laptop con la mela morsicata: con la nuova gamma di MacBook Pro Apple dice addio alla tanto chiacchierata Touch Bar.

C’era una volta la touch bar, qualcuno se la ricorda?
Introdotta sui computer dell’azienda di cupertino con il MacBook Pro del 2016, la touch bar è stata una delle grandi novità lato hardware di Apple prima dell’avvento della sua serie di processori M. 

Una scommessa a dir di Apple rivoluzionaria, che avrebbe dovuto cambiare per sempre il modo con cui gli utenti avrebbero interagito con i notebook; considerando che stavolta ci prepariamo a dire addio a questo genere di strumenti qualcosa è andato storto, non trovate?

Ciao, touchbar ciao

Design classico e immortale, oltre che una notevole potenza sotto la scocca

Il nuovo MacBook Pro di gamma entry level sarà il modello da 14 pollici con chip M3 (8 core di CPU, 10 core di GPU e neural engine a 16 core), 8 GB di memoria RAM unificata, 512 GB di storage, 2 porte Thunderbolt, slot HDMI, slot SDXC, jack per le cuffie e porta Magsafe 3, il tutto a partire da 2.049 euro.

Questo modello non avrà la touchbar e quest’ultima, quindi, finisce ufficialmente per dire addio all’universo Apple. Da sottolineare come la sua assenza derivi proprio dalla rimozione di un MacBook Pro da 13 pollici dotato di chip M3, a differenza di quanto successo in passato. Fortunatamente tutti quelli che attivamente desiderano una touch bar come sistema di interazione sul loro laptop possono approfittare di uno dei tantissimi MacBook Pro da 13 pollici ancora disponibili tanti nei magazzini di Apple quanto altrove. 

La touch bar ha cominciato a comparire sempre meno sui dispositivi Apple a partire dal 2021, con l’introduzione dei Macbook Pro con processori M1 Pro e M1 Max; questo perché essa è rimasta una caratteristica esclusiva del modello dotato di processore M1, complice anche il mantenimento del design del MacBook Pro del 2016 (al netto di qualche piccolo miglioramento; l’ultimo modello disponibile con la touch bar è il MacBook Pro da 13 pollici con processore M2.

Il nuovo MacBook Pro con processore M3 (abbiamo parlato qui di tutte le novità legate ai processori M3, leggete il nostro riassunto di Apple Scary Fast) sarà disponibile per tutti a partire dal 7 Novembre.

Come è nata la touchbar?

Qui un esempio di come veniva utilizzata la touchbar all’interno dei vecchi Macbook

A “inventarsi” la touchbar è stato lo storico progettista di Apple Jony Ive, durante la presentazione dei MacBook del 2016. Sebbene inizialmente la ricezione non fu delle migliori, con tante critiche mosse al designer per integrare tale sistema di input all’interno di una scocca sostanzialmente perfetta in termini di UX.

Da molti il periodo di adattamento necessario per prendere confidenza con il nuovo sistema di input affinché si riesca ad avere una dimestichezza paragonabile alla tastiera fisica, senza la certezza di eguagliarla, era giudicato eccessivamente lungo. 

Questo non ha permesso a tanti professionisti integrare la touchbar all’interno dei loro workflow, complice anche la completa personalizzazione possibile per i programmatori e gli appassionati; da un punto di vista prettamente progettistico, inoltre, la touchbar ha permesso per un periodo di sfruttare al meglio una superficie della tastiera utilizzata storicamente poco e sempre in maniera occasionale; la flessibilità impareggiabile data dai tasti virtuali purtroppo non è bastata a far sopravvivere il prodotto.

Non è dato sapere quale sarà il futuro dell’interfaccia utente all’interno dell’universo di Apple; chissà che dall’esperienza di realtà virtuale, con un prezzo più premium che mai, l’azienda non riesca a cogliere qualche elemento in più da integrare all’interno della sua amatissima (e anche stupidamente costosa) gamma di laptop.

This post was published on 5 Novembre 2023 8:30

Graziano Salini

Perennemente alla ricerca di legami tra argomenti distanti tra loro, con una certa predilezione per musica e videogiochi. Faccio il possibile per fare in modo che ci siano meno errori di concetto possibili sugli articoli di Player.it, grande fan degli errori grammaticali invece, quelli fanno sempre ridere. Quando non sto amministrando questo sito lavoro mi occupo di spiegare cose difficili in maniere semplici su altri siti, su tematiche molto meno allegre dei videogiochi.

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