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YouTube e AdBlock | La guerra alle pubblicità si fa accesa e gli utenti non la prendono bene

In questi mesi su Player abbiamo parlato più volte di YouTube: piattaforma di proprietà di Google, nella quale è possibile pubblicare diversi contenuti audiovisivi quali video, shorts e persino effettuare delle live. Nel corso degli anni YouTube ha patito pesantemente la presenza di AdBlock, che ha compromesso pesantemente i guadagni dei content creator e di Google stessa: appunto per questo il colosso statunitense ha deciso di darci un taglio e aumentare la lotta e il contrasto di questo strumento.

Google dichiara guerra ad AdBlock

Crediti: Jay Peters – The Verge

Non è la prima volta che parliamo di questa tematica. Infatti a inizio ottobre la compagnia americana aveva iniziato velatamente a impedire sempre di più l’uso del suddetto strumento. Molti utenti che lo hanno usato, infatti, hanno iniziato a vedere la comparsa di molti pop-up con cui venivano intimati, ma non obbligati, a disattivarlo per poter visionare i video sulla piattaforma (e di passare in seguito a YouTube Premium, se non volevano più vedere la pubblicità. Anche in questo caso non era un obbligo).

Ebbene, pare che Google non stesse in nessun modo scherzando: infatti questa stretta più o meno velata, è diventata nel corso delle ultime settimane sempre più esplicita con il colosso che ha dichiarato ufficialmente guerra a tutti coloro che usano o useranno in futuro questo strumento. Infatti pare sia quasi praticamente ufficiale che nel caso in cui AdBlock sia attivo sul proprio dispositivo, non si potrà più accedere a YouTube stesso e vedere i video presenti al suo interno.

Google cala la scure su AdBlock

Google infatti obbligherà gli utenti a disattivare forzatamente AdBlock, pena l’impossibilità di proseguire la ricerca e visione dei video, grazie alla comparsa di un nuovo pop-up che non potrà più essere chiuso. Non a caso sull’argomento si è espresso pure Christopher Lawton (manager della comunicazione su YouTube) che ha detto quanto segue:

“AdBlock va contro i termini di servizio in vigore su YouTube. Le pubblicità stesse permettono di supportare un ecosistema diversificato di creatori a livello globale e consentono a miliardi di utenti di accedere ai loro contenuti preferiti su YouTube”

Christopher Lawton – YouTube

L’uso di AdBlock, oltre a impedire ai creatori di contenuti di avere un guadagno, ha pure minato la rendita della piattaforma stessa: infatti in un report pubblicato dal The Wall Street Journal, YouTube ha visto una perdita nei guadagni derivati dalla presenza della pubblicità negli scorsi mesi. Questa dura presa di posizione non è poi una novità, in quanto era già stata impiegata da Google a maggio (anche se all’epoca si trattava di una semplice prova). Alcuni utenti che facevano uso di AdBlock erano stati obbligati a disattivarlo, per poter continuare a usare il social di Google: dunque il fatto che si sia arrivati a una presa di decisione definitiva è un po’ come il segreto di Pulcinella (prima o poi sarebbe dovuto avvenire).

Tuttavia questa notizia non è stata presa di buon grado da alcuni utenti. Prendiamo ad esempio il teatrino che si è sviluppato su X; un piccolo creator chiamato PatrykAurelius – con un piccolo canale di circa 100 iscritti, dove pubblica video un po’ cringe e motivazionali – ha affermato di essere contrario e che se più persone smetteranno di usare YouTube, quasi sicuramente Google cambierà idea.

Da questo piccolo focolaio creato dal creator il dibattito è continuato poi nei commenti, dove un altro utente ha detto: “YouTube è povero, ragazzi. Dobbiamo vedere almeno 50 minuti di pubblicità al giorno per supportarlo adeguatamente”. Allorché PatrykAurelius risponde: “Io spero che X diventi il prossimo YouTube” (un’affermazione parecchio forte, che spero non si concretizzi perché da quando Musk ne ha preso le redini è diventato davvero di bassa qualità come social).

Comunque sia – che lo vogliate o meno – Google ha tutto il diritto di adottare una politica così dura nei confronti di AdBlock, anche perché meno guadagna YouTube, meno soldi possono essere utilizzati per finanziare coloro che ci lavorano dentro (in particolare quelli piccoli, che già fanno una fatica immemore). E, a dirla tutta, può essere pernicioso avere pubblicità di 5, 15 o 30 secondi al massimo che non sono “skippabili”, ma vogliamo parlare di quelle su Twitch? Che pare durino un’infinità e in molti casi ve ne sono ben 4 o 5 di fila.

This post was published on 2 Novembre 2023 6:30

Matteo Perini

Mi sono avvicinato al mondo dei videogiochi nel 2003, quando mi venne regalato il GameBoy Color assieme a Pokémon Cristallo e al gioco di Alien. Nel corso degli anni mi sono appassionato a moltissime saghe, in primis Pokémon seguito da Gears of War, COD, Halo, Metal Gear Solid, The Elder Scrolls, Fallout e Dark Souls. Parallelamente alla mia ossessione per i videogiochi, ho coltivato anche quella per la lettura di libri e di manga, avvicinandomi progressivamente alla scrittura: iniziai così a scrivere prima per Pokémon Millennium - aprendo allo stesso tempo dei blog personali chiamati "Historia Italiae" e "Genshin Odyssey" - per poi approdare su Player.it. Spinto da questa mia passione per la scrittura e la letteratura - oltre ovviamente alla storia - decido così di iscrivermi alla facoltà di lettere moderne dell'Università degli Studi di Verona, percorso che sta quasi per giungere alla sua conclusione.

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