Tante costose e potenti novità in casa Apple durante il corso dell’evento Scary Fast, tra Apple silicon di nuova generazione, ray tracing migliorato sulle GPU, memoria più reattiva e tante altre piccole novità in ambito hardware.
In redazione non siamo esattamente grandi fan della mela morsicata per una pletora di motivazioni diverse: prezzi esagerati, pratiche di marketing non esattamente gentilissime nei confronti dell’utente, ecosistema chiuso e poco dinamico etc etc etc. Nonostante questo è impossibile non percepire, anche alla lontana, il fascino dei prodotti Apple, capaci di seguire una linea di pensiero tutta loro e di proporre delle reali innovazioni nel come si propongono all’utente finale.
Lo Scary Fast (veloce da paura) di Apple che è avvenuto durante la notte del 31 Ottobre è stato il momento perfetto per la compagnia per presentare tante piccole novità che, all’interno di questo speciale, andremo ad analizzare insieme a voi.
Apple ha presentato in maniera ufficiale la sua nuova famiglia di processori Apple Silicon, sempre utilizzanti il processo produttivo a 3 Nanometri. Questi sono Apple M3, M3 Pro e M3 Max.
Questi processori saranno in dotazione ai nuovi Macbook Pro e ai nuovi iMac da 24 pollici (anche se qui vedremo soltanto processori di tipo M3 base); durante il corso dei prossimi mesi e anni poi questi prodotti si allargheranno anche agli altri prodotti della gamma Apple, arrivando tanto sui Mac Air quanto sul Mac Pro Modulare.
L’annuncio in questa data è stato un po’ un contraltare per quello che Apple ha invece combinato durante lo scorso anno, quando M2 è stato reso disponibile durante il mese di Giugno mentre M2 Pro e M2 Max hanno visto i natali duranti i primissimi mesi del 2023. Ottobre, da buona data centrale tra i due momenti sopra descritti, è risultato essere un punto di incontro per la strategia.
I miglioramenti apportati all’architettura delle CPU permette ai core ad alte prestazioni di essere del 30% più veloci rispetto a quelli di uguale tipo nella famiglia M1; sempre questi miglioramenti hanno portato a un maggiore grado di efficienza, con fino al 50% in meno di corrente utilizzata a parità di prestazioni.
Non ci sono dati precisi riguardanti le stime di autonomia ma, a detta dell’azienda, un MacBook Pro 14 dotato di processore M3 può funzionare in maniera ininterrotta fino a 22 ore: un valore record per un Macbook.
Il merito si deve all’utilizzo del processo produttivo a 3 NM, dimostratosi più efficiente di quello a 4 nanometri impiegato per la precedente generazione di processori M2. Impressionante anche la conta dei transistor, specie sull’M3 Max che è stato preso a modello: parliamo di 92 miliardi di transistor con i 67 miliardi presenti sul vecchio M2 Max.
All’interno delle evento Apple ha utilizzato diversi momenti per evidenziare i passi fatti in ambito GPU. Dal punto di vista dell’architettura, infatti, l’azienda ha dichiarato di aver fatto il più grande passo in avanti da quando sono nati i chip di gamma M.
Quali sono questi passi? Senza dubbio abbiamo a che fare con l’introduzione del ray tracing hardware, a cui viene accompagnata anche la capacità delle GPU di sfruttare il dynamic caching e l’accelerazione hardware per il mesh shading. Il Dynamic Shading, nello specifico, è molto interessante perché permette ai processori di fascia M di allocare in tempo reale le risorse della memoria così da far utilizzare a tutti i processi soltanto le risorse di cui ha effettivamente bisogno, liberando spazio per tutto il resto.
Tutti questi paroloni messi in fila si possono riassumere nella seguente maniera: i nuovi precessori Apple offrono 2.5 volte la velocità di rendering della famiglia di processori M1, con prestazioni di picco superiori fino al 65%, il tutto con consumi praticamente dimezzati.
Molto interessante dal punto di vista operativo la possibilità, per i chip Mac M3, di supportare fino a 128 GB di memoria unificata. Se a una prima occhiata tali prestazioni possono sembrare inutili tanto in ambito consumer quanto nella maggioranza degli ambiti business, la crescita delle applicazioni per la realtà virtuale stanno dando nuovo senso a questi esuberi di memoria RAM.
È proprio Apple a citare il machine learning e l’addestramento di modelli di intelligenza artificiale generativa come uno dei principali vantaggi a cui questi nuovi processori M3 porteranno; in precedenza i carichi di lavoro collegati a queste tecnologie erano semplicemente insostenibili sui computer della mela morsicata.
Sempre restando in ambito intelligenza artificiale impossibile non citare la presenza del Neural Engine, ovvero una NPU (o coprocessore specializzato nei calcoli legati all’intelligenza artificiale) più veloce ed efficiente che in passato, con il 60% di prestazioni effettive in più rispetto allo stesso dispositivo presente sulla famiglia di processori M1.
Qualche novità è stata riservata anche al Media Engine, ovvero alla parte di processore specializzata in elaborazione video e elaborazione file multimediali. Rispetto al passato il nuovo Media Engine può vantare il supporto hardware al codec AV1 di nuovissima generazione; un elemento che sicuramente farà gola a tutti quelli che lavorano nel campo del video editing o che hanno bisogno del Mac per applicazioni professionali.
Volete i numeri? Abbiamo pensato anche a voi: ecco uno schemino con dentro tutte le informazioni più importanti:
This post was published on 1 Novembre 2023 9:00
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