Una scoperta che calza a pennello con Halloween | Le due nebulose che si sposano bene con la notte del terrore

Scoperte due nebulose molto halloween

L’Universo non smette mai di stupire: attraverso delle nuove foto possiamo vedere più da vicino due nebulose dalla forma a dir poco particolare.

Tra i misteri più grandi della nostra realtà c’è sicuramente quello che riguarda l’Universo che ci circonda, uno spazio infinitamente aperto che esiste da miliardi di anni e sul quale ci sono ancora tantissime domande senza risposta.
Per fortuna, grazie all’abilità degli scienziati e alla tecnologia dei mezzi moderni, pian piano stiamo scoprendo elementi incredibili.

Non solo scienziati e ricercatori, ma anche diversi appassionati che, con dedizione e tanta pazienza, ogni giorno provano a catturare l’immagine migliore di un corpo celeste nel cielo o di un fenomeno che sta accadendo a chissà quanti anni luce dalla nostra Terra.
Lo spazio aperto non smette mai di stupire ed è proprio per questo motivo che l’uomo da centinaia di anni impiega tempo e risorse per dare una risposta ai misteri dell’Universo.

È questo il caso per esempio di Ryan Génier, un astrofotografo, il quale è riuscito a catturare un’immagine spettacolare di due nebulose che si trovano a moltissimi anni luce dall’orbita della Terra.
Il fotografo ha poi pubblicato tutto sul sito AstroBin, ovvero un servizio di hosting dedicato alle foto dello spazio, ricevendo i complimenti di gran parte degli utenti per il lavoro svolto.

Due nebulose dalla forma particolare: visibili in una foto spettacolare

Le nebulose sono tra gli elementi dell’Universo che più affascinano l’uomo da diverso tempo, soprattutto per la loro composizione e per le loro colorazioni accese e variopinte.
Una nebulosa, per chi non lo sapesse, è un agglomerato interstellare di polvere e altri elementi quali idrogeno e plasma.
Nel corso degli anni sono state scoperte diverse nebulose, ognuna con le sue caratteristiche, forme e colori.

Le nebulose che sono state fotografate da Génier chiaramente non le ha scoperte lui, ma sono state scoperte già da diversi anni da altri esperti in materia.
La particolarità dei due ammassi stellari che l’astrofotografo ha catturato è il fatto che entrambe queste nebulose hanno una forma particolare e proprio per questo motivo gli sono stati dei nomi altrettanto particolari.

nebulosa
esempio di nebulosa

Le due nebulose, infatti, sono state denominate rispettivamente: pipistrello volante e calamaro, due animali terrestri che chiaramente con il resto dello spazio non c’entrano nulla.
Magari un giorno scopriremo che su altri pianeti lontani si sono sviluppate delle forme di vita aliene, ma come al solito gli scienziati per convenzione danno dei nomi comuni (a volte bizzarri) alle scoperte accanto ai loro nomi scientifici.

Nebulosa del pipistrello volante e del calamaro: esistono davvero

La nebulosa del pipistrello voltante e del calamaro sono in realtà i nomi comuni che vengono generalmente dati agli ammassi stellari SH2-129 e OU4.
Si tratta di due nebulose che si trovano a circa 2000 anni luce dalla Terra: anche se sembra una distanza davvero siderale si trovano all’interno della nostra galassia, la Via Lattea, che si estende per circa 105.000 anni luce da entrambi i lati.

Ryan Génier, da sua stessa ammissione, ha impiegato circa 50 ore per completare l’opera ed elaborare tutti i dati; ha fotografato tutto questo dal cortile di casa sua con un Celestron RASA 8″, un telescopio che pesa oltre 7 kg e con una lunghezza focale di 400 millimetri.
L’astrofotografo ha poi pubblicato la foto su AstroBin suscitando la grande sorpresa degli altri utenti.

Nebulosa del calamaro e del pipistrello
Le due galassie, del calamaro e del pipistrello, fotografate da Ryan Génier | Crediti: AstroBin

Nella foto pubblicata da Génier possiamo distinguere un’enorme massa rossa con all’interno un’altra massa più piccola di colore azzurro.
La massa rossa è la nebulosa pipistrello volante ed è formata da idrogeno gassoso, mentre la parte azzurra è la nebulosa calamaro che è stata scoperta soltanto nel 2011 dall’astrofotografo francese Nicolas Outters ed è formata principalmente da ossigeno doppiamente ionizzato.