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Meta guadagna sulla salute mentale dei bambini | La pesante accusa porta l’azienda in tribunale

Una nuova e pesantissima accusa è stata mossa nei confronti di Meta: l’azienda è infatti stata citata in giudizio in merito alla salute mentale dei giovani.

I social network sono alla portata di tutti e ormai anche i più piccoli, anche in età pre-adolescenziale, hanno a disposizione uno smartphone personale per crearsi un account.
Nonostante molte piattaforme, per esempio TikTok, vietino l’ingresso a giovani di età inferiore ai 14 anni, queste barriere sono facilmente raggirabili mettendo un’età falsa.

Su internet e anche sulle piattaforme social non tutti i contenuti sono adatti ai bambini e certe volte sono presenti elementi inadatti anche in generale ai minorenni.
Per questo motivo molti dispositivi hanno diverse funzioni per il controllo parentale in modo che i genitori possano monitorare ciò che fanno i più piccoli con gli smartphone e soprattutto con internet.

Proprio per quanto riguarda i danni che i social network possono arrecare ai più piccoli è saltata fuori una nuova e pesante accusa nei confronti di Meta, l’azienda dietro Facebook e Instagram.
Decine di Stati hanno infatti citato in giudizio la società poiché, stando a quanto si legge dai documenti giudiziari, avrebbe anteposto il profitto personale alla salute mentale dei giovani utenti.

Meta di nuovo sotto accusa: anche questa volta ci vanno di mezzo i più piccoli

Non è la prima volta che l’azienda di Mark Zuckerberg finisce nella bufera per delle accuse riguardo minori: già qualche mese fa Meta era stata aspramente criticata per aver in qualche modo favorito la diffusione di una rete di pedofili su Instagram.
In quell’occasione Meta è stata accusata indirettamente dato che c’era di mezzo l’algoritmo della piattaforma, ma questa volta l’azienda potrebbe essere protagonista in prima persona.

Secondo quanto si può leggere dalle accuse rese pubbliche dagli Stati coinvolti nella causa, Meta è stata accusata di alcune azioni reiterate degli ultimi dieci anni.
Queste azioni, che riguarderebbero allo stesso modo sia Instagram che Facebook, avrebbero influito negativamente sulla salute mentale dei bambini e, in generale, degli utenti più giovani iscritti alle piattaforme.

Secondo quanto si può leggere dai documenti ufficiali della causa, Meta avrebbe anche mentito sui reali rischi che piattaforme come Instagram e Meta avrebbero sui più piccoli e i giovani utenti.
Dunque, a differenza del caso di Instagram, l’azienda è stata accusata di essere pienamente consapevole di quello che stava facendo di illegale e di aver nascosto il tutto sotto al tappeto.

Realtà psicologica dei più giovani alterata: le accuse nei confronti di Meta

Secondo le accuse, Meta avrebbe introdotto sulle proprie piattaforme Instagram e Facebook delle funzionalità che hanno incentivato comportamenti dannosi per gli utenti più giovani.
Tra gli esempi che sono stati riportati apparirebbero dei contenuti relativi al bullismo e disordini alimentari che Meta non avrebbe rimosso e nemmeno oscurato.

Continuando a leggere i testi della denuncia si nota che Meta avrebbe consapevolmente sfruttato le proprie risorse per attirare e “intrappolare” gli utenti più giovani al fine di farli restare al più lungo possibile connessi sui social e dunque aumentare i profitti dell’azienda.
Oltre a questo la società avrebbe anche volutamente ignorato i danni che queste azioni avrebbero fatto alla salute mentale degli utenti più vulnerabili.

Per adesso sono state mosse solamente delle accuse alle quali i legali e i portavoce di Meta hanno già risposto per stabilire qual è la loro posizione in merito.
L’azienda ha sottolineato come siano stati introdotti più di 30 strumenti per sostenere le famiglie e gli adolescenti e che si sono sempre impegnati a fornire agli utenti più giovani esperienze positive online.

This post was published on 28 Ottobre 2023 7:30

Salvatore Montagnolo

Nasce il 21 maggio 1996 a Napoli e cresce con la passione per i videogiochi e per tutto ciò che c'è di tecnologico nel mondo. Preme il suo primo tasto "START" all'età di 6 anni con Crash Bandicoot per l'inizio di una grande avventura all'insegna di console, comandi e schermi.

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