[Disclaimer: abbiamo usato un tool di Ai in modo scherzoso per ricreare l’ex presidente, non vuole essere offensiva]
Sta facendo molto discutere nelle ultime ore, la nomina ricevuta da Giuliano Amato da parte del sottosegretario con delega all’informazione e all’editoria Alberto Barachini, con la quale l’ex Presidente del Consiglio dei Ministri, è diventato il presidente del comitato incaricato di studiare l’impatto dell’intelligenza artificiale nell’editoria.
In tanti, nelle ultime ore, stanno lamentando un forte disappunto nei confronti di Giuliano Amato. Da un paio di giorni infatti, Amato ha ricevuto la nomina da parte del sottosegretario con delega all’informazione e all’editoria Alberto Barachini, per diventare presidente del comitato che avrà l’incarico di studiare l’impatto dell’intelligenza artificiale nel campo dell’editoria, un argomento estremamente attuale.
Prima di capire i motivi che hanno generato malcontento, sia tra l’ironica popolazione del web che tra le fila di Governo, cerchiamo di capire chi sia Giuliano Amato e che personaggio sia stato per l’Italia. Amato è un trasformista che è riuscito a toccare ogni campo politico e istituzionale dell’Italia dagli anni ’80 fino a oggi, riuscendo a trovare sempre uno spazio tra le varie compagini di Governo che si sono alternate.
La sua storia politica inizia nel PSI (Partito Socialista Italiano) nel 1983. Tra le file del partito, si distingue per acume politico, tanto ricoprire per il decennio che passa all’interno del PSI, varie cariche tra i governi che si alternavano al potere. Dall’83 all’87, ebbe il ruolo di segretario del Consiglio dei Ministri sotto i due Governi Craxi. Ricoprì anche i ruoli di vicepresidente del Consiglio e Ministro del Tesoro.
Un primo importante riconoscimento arriva nel 1992 quando diventa Presidente del Consiglio dei Ministri, in un Governo di larghe intese che comprendeva gran parte dei partiti dell’epoca. Tuttavia, a causa di alcune riforme andate male e dei risultati di un Referendum in maniera elettorale, prese la decisione di dimettersi dalla carica, diventando una figura sempre presente ma meno influente nella politica italiana con l’avvento del berlusconismo, fino a tornare a essere Presidente del Consiglio dal 2000 al 2001.
Le nomine d’altro tipo però, non mancano di certo: dal ’94 al ’97 diventa presidente dell’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato); non bisogna poi dimenticare che la sua formazione accademica lo vede diventare professore ordinario di diritto costituzionale comparato all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, tra il 1975 e il 1997 e trova il culmine nella nomina a giudice della Corte Costituzionale nel 2013, diventandone poi Presidente nel 2022 fino alla sopraggiunta cessazione del mandato.
Amato è quindi un personaggio che è sempre stato presente nella politica italiana e che ne ha vissuto vari periodi, ricoprendo varie posizioni di potere. Alla veneranda età di 85 anni però, pare che il suo percorso non si sia ancora fermato e, anzi, sia pronto ad accogliere un nuovo riconoscimento diventando presidente del comitato che valuterà l’effetto delle intelligenze artificiali nel campo dell’editoria.
Ma a quanto pare, non tutti ne sono molto felici.
Un argomento che ha generato l’ironia del web da una parte e l’irritazione politica dall’altra, è la nomina di Giuliano Amato, 85 anni, a presidente del comitato che dovrà vigilare e monitorare sull’impatto che avrà l’utilizzo delle intelligenze artificiali nel campo dell’editoria. La nomina è arrivata da parte del sottosegretario con delega all’informazione e all’editoria Alberto Barachini.
La Premier Giorgia Meloni, una volta appresa la notizia, si è mostrata particolarmente contrariata per la nomina e per le modalità con la quale questa sia stata messa in atto. Come viene fuori non solo dalle parole di Meloni ma anche da altri ambienti di Governo, a quanto apre l’Esecutivo di Palazzo Chigi non sarebbe stato avvertito preventivamente riguardo la nomina di Amato.
Si sarebbe trattato infatti, di un’iniziativa personale di Barachini che ha annunciato che l’ex presidente del Consiglio e della Corte Costituzionale Giuliano Amato sarebbe stato a capo della nuova commissione algoritmi, istituita dal governo Meloni per studiare l’impatto dell’intelligenza artificiale nel campo dell’editoria.
Baracchini ha ribadito come la commissione sia stata voluta fortemente dalla Premier per studiare “l’utilizzo, lo sviluppo e le ricadute dell’intelligenza artificiale nel settore editoriale e dell’informazione”. Sarà composta da un gruppo ben nutrito di esperti del settore, soprattutto docenti universitari, che dovranno redigere una relazione da consegnare al Governo.
E se il malcontento di Meloni si ferma qui, non si è ancora placata l’ironia del web e dei social riguardo la nomina di Amato che, secondo molti commentatori del web, sarebbe un po’ troppo avanti con l’età per riuscire a calarsi e a dirigere i lavori, su un argomento tanto tecnico da richiedere lavoro di esperti. Molti puntualizzano anche di come, Amato dovrà imparare quasi tutto su un mondo che, fino a quel momento, non ha molto masticato.
A sostegno delle tesi che vedono Amato come inadatto al ruolo, viene portato a sostegno un esempio che proviene del Regno Unito dove infatti, la compagine di Governo ha nominato, per ricoprire un ruolo assimilabile a quello di Amato, un imprenditore digitale con una solida formazione in “information engineering” e machine learning: il 38enne Ian Hogarth. Viene dunque sottolineata la differenza d’approccio tra i due paesi.
This post was published on 27 Ottobre 2023 8:00
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