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USA contro Cina | Gli americani saranno i primi a far tornare l’uomo sulla Luna

Un ritorno sulla Luna da parte degli esseri umani sembrava impensabile, ma potrebbe verificarsi date le ultime circostanze.

Era il 14 dicembre 1972 quando per l’ultima volta un uomo, tale Eugene Cernan, mise piede sul suolo della Luna.
Un traguardo che è stato raggiunto per la prima volta nella storia 3 anni prima, nel 1969, con la celebre missione Apollo 11 con a capo lo statunitense Neil Armstrong che diede vita alla celebre frase “un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità.”.

La missione Apollo 17 è stata appunto l’ultima diretta verso la Luna con equipaggio a bordo e da quel momento l’uomo ha virato verso altre mete spaziali: a distanza di 51 anni da quel momento l’essere umano non ha più messo piede sul suolo lunare, ma secondo le ultime circostanze pare che un ritorno sul satellite terrestre non sembra essere poi così remota.

All’epoca furono gli Stati Uniti ad approdare per la prima volta sulla Luna e dopo di loro altre potenze mondiali hanno provato a toccare il suolo lunare, ma senza equipaggio.
Unione Sovietica e Cina sono riuscite soltanto nell’intento di completare un allunaggio morbido, ovvero senza che la navicella andasse distrutta nell’impatto.

Perché l’uomo non è più andato sulla Luna? Diverse motivazioni

L’allunaggio del 1969 è considerato uno dei grandissimi traguardi per l’umanità, ma da molti è considerato anche tutto un grande complotto organizzato dai servizi segreti americani.
Nel corso degli anni ci sono stati tanti video, libri e saggi secondo i quali l’allunaggio in realtà non è mai avvenuto e che l’uomo non è mai stato davvero sulla Luna, ma che si trattasse tutto di una farsa.

Sono state tante le argomentazioni, più o meno valide, che queste persone hanno portato alla loro tesi complottista, ma una delle principali riguarda proprio il fatto che da oltre 50 anni l’uomo non abbia più provato a raggiungere il suolo lunare.
A questa argomentazioni è stato risposto più e più volte da persone esperte in campo aerospaziale, ma tra non molto potrebbe arrivare la prova concreta.

Il motivo principale e che è stato detto più volte riguarda proprio i motivi geopolitici che hanno spinto gli Stati Uniti a raggiungere la Luna prima di tutti, soprattutto prima dell’Unione Sovietica dato che era in corso la Guerra Fredda che si combatteva in tanti campi diversi, tra cui la corsa allo spazio.
Per oltre 50 anni le superpotenze non hanno avuto più motivo di raggiungere la Luna e che ne avrebbero giustificato gli enormi costi per portare un equipaggio sul satellite terrestre.

Nuovi motivi geopolitici: gli USA riprendono la corsa verso la Luna

Negli ultimi tempi però sembra proprio che questi motivi geopolitici che al tempo hanno spinto gli Stati Uniti a raggiungere la Luna potrebbero essere tornati.
Questa volta però non c’è una Guerra Fredda in corso, ma a quanto pare gli USA potrebbero voler battere la concorrenza della Cina che negli ultimi anni sempre più spesso si è interessata al suolo lunare.

Nel 2017 è partito ufficialmente il programma Artemis, portato avanti non solo dalla NASA, ma anche da altri partner come l’ESA europea, la CSA canadese e la JXA giapponese.
Artemis è un programma che ha l’obiettivo di far tornare l’uomo sulla Luna e di stabilire inoltre un stazione lunare sul polo sud del satellite che, come è stato scoperto ultimamente, sembra essere ricco di ghiacci e acqua.

La Cina chiaramente non è stata a guardare e anche il paese asiatico ha avviato un programma per l’approdo sul polo sud lunare, chiedendo aiuto non solo alla Russia, ma anche all’India che negli ultimi anni è cresciuta sempre di più in campo aerospaziale.
Dall’altra parte gli Stati Uniti, oltre agli aiuti di Giappone, Europa e Canada, potrebbe contare anche sull’ausilio del Pakistan, storico rivale culturale dell’India.

This post was published on 23 Ottobre 2023 20:30

Salvatore Montagnolo

Nasce il 21 maggio 1996 a Napoli e cresce con la passione per i videogiochi e per tutto ciò che c'è di tecnologico nel mondo. Preme il suo primo tasto "START" all'età di 6 anni con Crash Bandicoot per l'inizio di una grande avventura all'insegna di console, comandi e schermi.

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