Da stelle di neutroni a pianeti lussureggianti dal clima mite, ogni giorno sonde e telescopi scoprono nuove visioni spettacolari, o quantomeno stranezze inusuali. È proprio questo il caso, questa volta, scoperto dal TESS, o Transiting Exoplanet Survey Satellite della NASA, telescopio spaziale lanciato nello spazio per scoprire ed analizzare esopianeti
Quando GJ 367b è stato scoperto dal TESS della NASA, era solo l’ennesimo esopianeta di un sistema solare distante circa 30 anni luce dalla Terra, nella costellazione delle Vele. Anzi, il TESS nel lontano 2015 era riuscito molto facilmente ad individuarlo, perché non c’è una grandissima differenza di dimensioni tra questo esopianeta e la sua stella. Il TESS infatti riesce ad individuare gli esopianeti quando questi si muovono di fronte alla loro stella, diminuendone l’intensità luminosa.
Adesso un team congiunto di scienziati tra l’Università di Torino e la Thüringer Landessternwarte, osservatorio astronomico situato nella Foresta Nera in Germania, stanno analizzando più da vicino i nuovi dati misurati dall’Agenzia Spaziale Europea utilizzando la spettrografo HARPS, che potrebbero chiare uno dei grandi dubbi che gli scienziati avevano su questo esopianeta: di cosa sia composto.
Il team ha dichiarato, in uno studio recentemente pubblicato in “The Astrophysical Journal Letters”:
“Grazie alla nostra precisa stima di massa e raggio, abbiamo esplorato le potenziali composizioni e strutture interne di GJ 367b, e determinato che dovrebbe avere un nucleo composto di Ferro”.
Solo che il nucleo in questo pianeta costituisce più del 90% dell’intera massa!
Tutti gli elementi esistenti sono stati creati dalle stelle. Queste creano luce tramite i processi di fusione nucleare, che portano dall’Idrogeno fino ai metalli più pesanti atomicamente; quando poi una stella conclude il suo ciclo vitale, e magari esplode in una supernova, sparge per l’universo tutti questi elementi chimici, che verranno poi assorbiti da altri corpi celesti.
L’esopianeta GJ 367b compie un’intera orbita attorno alla sua stella, Gliese 367, in appena 7,7 ore e dista da questa poco più di un milione di chilometri, 150 volte più vicino di quanto la Terra non sia rispetto al Sole. A queste distanze, questo “super-Mercurio”, come è chiamato dagli appassionati, riceve 500 volte le radiazioni energetiche che noi sulla Terra riceviamo dal nostro Sole; pur essendo Gliese 367 una Nana Rossa dalla massa e raggio del 45% rispetto a quella del Sole, GJ 367b riceve così tanta energia da arrivare a temperature di 1416 Kelvin. A queste temperature non solo praticamente tutti i metalli sono fusi, ma arrivano al cosiddetto “Puntodi Ebollizione”; iniziano praticamente a bollire ed evaporare.
“Non è chiaro come un pianeta dalla massa bassa, ma alta densità, come GJ 367b si formi. Le vie possibili includono la formazione a partire da materiali molto più ricchi di ferro di quanto non credessimo fossero presenti nei dischi protoplanetari”
“Non è chiaro come un pianeta dalla massa bassa, ma alta densità, come GJ 367b si formi. Le vie possibili includono la formazione a partire da materiali molto più ricchi di ferro di quanto non credessimo fossero presenti nei dischi protoplanetari”
Però questa non è l’unica modalità in cui un pianeta del genere potrebbe formarsi. Quella più probabile è che un tempo GJ 367b era un pianeta roccioso, come Marte o la Terra, ipotesi sostenuta dal fatto che gli altri due esopianeti del sistema, che orbitano la stella a distanze più elevate, sono entrambi rocciosi e potrebbero essersi formati nello stesso momento.
Gli strati esterni di GJ 367b potrebbero essere stati strappati da una collisione, o da una serie di collisioni, come ipotizziamo sia accaduto proprio a Mercurio nel nostro sistema solare. Se uno o più oggetti, dalla massa e velocità abbastanza elevati, avessero impattato contro l’esopianeta, gli strati rocciosi si sarebbero potuti liberare dal nucleo.
Un’altra ipotesi riguarda le radiazioni della stella attorno a cui orbita, Gliese 367. La stretta orbita avrebbe potuto esporre l’esopianeta a livelli di radiazione così alti, che queste potrebbero aver letteralmente bruciato e fatto sublimare via gli strati rocciosi, lasciando solo il nucleo costituito di ferro. Oppure ancora potrebbe essere una combinazione dei due fenomeni.
Il vero mistero sicuramente rimane però come GJ 367b sia arrivato ad orbitare così da vicino il suo pianeta, visto che è molto improbabile che si sia formato originariamente in quella posizione. Gli scienziati teorizzano che ci sia stato un gioco di attrazioni gravitazionali che ha portato il pianeta a migrare dalla propria orbita originale a quella che vediamo oggi.
This post was published on 16 Ottobre 2023 15:30
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