Avete qualcosa come diecimila dollari da parte? Se la risposta è si oggi vi facciamo scoprire il mezzo di locomozione di cui non sapevate avere bisogno. Ha due ruote, sembra uscito da un film di fantascienza ed è costruito da un’azienda chiamata Infinite Machine.
Uno degli oggetti di design più interessanti tra quelli mostrati nel corso degli ultimi anni è senza dubbio il cybertruck di Elon Musk, ancora prima che quest’ultimo diventasse sinonimo di Twitter e iniziasse a mostrare con sempre più veemenza posizioni politiche un po’ più complesse da condividere.
Il cybertruck è oggettivamente una delle cose più bizzarre mai comparse nel mercato degli autoveicoli: complici delle linee degne di un videogioco Playstation 1 o di un design che mescole il cyberpunk degli anni ottanta con la bellissima bruttezza tipica di correnti artistiche come il brutalismo, su internet il Cybertruck è diventato una specie di meme ambulante, anche a buona ragione.
Quello di cui andiamo a parlare oggi ha le potenzialità per fare lo stesso percorso, pur senza la potenza mediatica che un personaggio come Elon Musk o un’azienda come Tesla a far da supporto. Parliamo infatti di un piccolo scooter che sembra uscito da una qualche mod di Cyberpunk, o da una versione ex novo di Akira.
La cosa che poi fa ancora più impazzire dalla curiosità è il nome dell’azienda produttrice: Infinite Machine.
Diamo il benvenuto a Infinite Machine P1
Wired ha avuto l’occasione di provarlo e, sostanzialmente, con divide con noi i discorsi di carattere estetico. Il P1, lo scooter realizzato da Infinite Machine, sembra uscire da fumetti come Judge Dredd o da film come Il Tagliaerbe. Parliamo di uno scooter grande più o meno come la nostra Vespa Piaggio però alimentato da una bel motore elettrico in grado di raggiungere circa i 90 km/h, anche se per questi è necessario attivare la modalità turbo.
Il P1 è dotato di diverse velocità regolabili attraverso degli interruttori presenti sulle maniglie; in base al tipo di patente che si ha è possibile sbloccare le classi di velocità superiori. Chiaramente questo solo in America, dove non ci sono leggi pachidermiche che regolano in maniera extraprecisa cosa è necessario per andare in strada. Non abbiamo idea dell’arrivo del prodotto in Italia, tantomeno abbiamo idea di come può essere gestito, nel nostro bel paese, un prodotto in cui il limite di velocità massima è deciso elettronicamente in base alla patente che si ha.
Il P1 è dotato di un telaio realizzato con una lega di alluminio e acciaio ed è alimentato da 2 abtteria da 72 volt e 30 Ah; queste sono collegate a un motore da 6 kilowatt che è anche in grado di permettere allo scooter di andare in retromarcia In condizioni ottimali l’autonomia è di ben 96 chilometri (60 miglia).
Tutto molto carino ma il prezzo? Ecco: qui è necessario avere ben diecimila dollari da parte, di cui mille vanno dati di acconto immediatamente.
Chiaramente in Italia questo prodotto non è acquistabile poiché manca di tutte le varie certificazioni necessarie per poter circolare su strada; conoscendo la nostra burocrazia non lo vedremo probabilmente mai ma se abitate all’estero e siete danarosi magari un pensierino lo potete anche fare. Più informazioni si possono trovare sul sito ufficiale di Infinite Machine (sito che è visivamente molto bello, poco da dire).
Chi c’è dietro il P1?
Infinite Machine, oltre ad avere un nome molto curioso per un’azienda che realizza un numero finito di autoveicoli, è in realtà il solito esempio di azienda che nasce come progetto parallelo di persone che hanno già fatto moltissimi soldi con altre compagnie. Dietro questo nome troviamo infatti Eddie e Joseph Cohen, due fratelli newyorkesi legati principalmente al mondo di applicazioni e design.
Eddie infatti, dopo una piccola esperienza in Apple, ha fondato una compagnia chiamata Walkden legata al mondo dei prodotti per la meditazione mentre il fratello Joseph lavorava come CEO per Universe, un’applicazione che portava il design al massimo livello di semplicità permettendo a utenti anche privi di esperienza di costruire siti web senza conosce una riga di codice.
La compagnia Infinite Machine nasce in seguito a un guasto della vespa di Joseph, evento che ha dato il via all’idea di costruire un veicolo simile ma più difficile da rompere a causa dell’utilizzo di principalmente componenti elettroniche (chiunque abbia avuto una vespa avrà sicuramente qualche dubbio su quale dei due veicoli sia il più resiliente ma vabbè). Dopo aver completato il team assoldando parte di chi ha lavorato in passato in Booster Board (azienda che fa monopattini, skateboard elettrici e così via) il gioco è diventato chiaro a tutti.