Dopo aver messo in piedi una semi rivoluzione nel mondo dei provider di internet, offrendo un servizio di linea satellitare in grado di offrire un’ottima qualità di connessione anche nei contesti più improbabili, Starlink vuole approcciare il mercato degli smartphone.
Quanti di voi lettori sanno che cos’è e come funziona uno telefono satellitare? Questo genere di dispositivo, per quanto esteticamente molto somiglianti a ciò che al momento abbiamo probabilmente in tasca o ancora meglio in mano, per comunicare sulle reti utilizzano satellini invece di ripetitori posizionati a terra. Il vantaggio sostanziale è che, dovunque si veda il cielo, si ha sempre segnale in una maniera o nell’altra, anche in mezzo all’oceano o nelle steppe della Mongolia.
Parliamo di dispositivi sostanzialmente inutili per chi vive una vita comune ma che può rivelarsi di incredibile utilizzo per chi, ad esempio, fa il soccorritore alpino, lavora sulle imbarcazioni e così via. Basta farsi un giro su internet per trovare questi dispositivi a prezzi assurdi per il mercato consumer: questo ne è un semplice esempio, specie se consideriamo che tale strumento è compatibile unicamente con la tecnologia cellulare 2G.
A cambiare le carte in tavola durante il corso dei prossimi due anni arriverà Starlink, l’azienda voluta da Elon Musk che con i suoi satelliti per internet ha già fatto felici molte persone. All’interno del sito ufficiale della compagnia, infatti, è comparsa una nuova pagina che sembra indicare l’arrivo di una funzione tutta nuova e anche piuttosto interessante: la possibilità, per i normali telefoni cellulari, di utilizzare un servizio di telefonia satellitare senza avere a disposizione il giusto hardware.
Com’è possibile? Beh: ve lo spieghiamo fra poco.
Il servizio si chiamerà Starlink Direct To Cell e permetterà di ottenere accesso a messaggi, chiamate e navigazione in rete ovunque ci si trovi sulla terraferma, nei laghi o nelle acque costiere sfruttando il protocollo di comunicazione LTE, ovvero lo stesso che solitamente chiamiamo con il ben più comune 4G.
Inizialmente attraverso questa funzione sarà possibile unicamente comunicare attraverso messaggi di testo; durante il corso del 2025 invece gli aggiornamenti all’infrastruttura permetteranno di utilizzare Starlink Direct To Cell anche per chiamate, navigare in rete o addirittura sfruttare applicazioni della iOT (internet of things).
Parliamo di importante aggiornamento infrastrutturale per un motivo ben preciso: al momento Starlink non ha ancora messo in orbita i satelliti giusti per poter fare questo. Secondo quanto dichiarato dalla compagnia americana, la tecnologia Direct To Cell sarà supportata soltanto dai satelliti di Starlink modello V2; Space X (l’altra compagnia di Musk, quella nota per i vettori spaziali riutilizzabili) infatti inizierà a portare in orbita questi satelliti durante il corso del prossimo anno attraverso l’arcinoto Falcon 9. In circolazione per ora ci sono soltanto 529 satelliti con tecnologia Mini V2 e attraverso dei magheggi ingegneristici gli scienziati di Starlink sono riusciti a creare protocolli che permettono di utilizzare questi per i messaggi di testo.
Sono stati rilasciate anche dei dati riguardo la velocità di comunicazione che, almeno inizialmente, questa tecnologia Direct To Cell offrirà: parliamo di qualcosa che va tra i 2 e i 5 megabit di banda per singola cella; un po’ pochini per caricare le foto su Instagram dal centro dell’Oceano Pacifico ma abbastanza per inviare un SMS ai propri genitori.
Partiamo però con un ragionamento di caratetre pratico: l’invenzione di Musk distruggerà il mercato della telefonia satellitare? La risposta è plausibilmente no, anche perché Starlink Direct To Cell non funziona come un telefono satellitare. L’immagine all’inizio di questo paragrafo infatti mostra il funzionamento dello strumento.
Un normale telefono invece di comunicare direttamente con il satellite si appoggia a qualsiasi operatore sia in grado di offrire segnale LTE in quella zona; questo segnale viene interpolate dal network di terra di Starlink e comunicato al satellite. Di base il funzionamento della tecnologia non è distantissimo da quello che viene fatto al giorno d’oggi per le chiamate d’emergenza, con il vantaggio che però è possibile utilizzare in maniera quasi normale il telefono cellulare.
Ciò comunque si evince anche dalle dichiarazioni presenti sul sito di Starlink: si fa riferimento alle acque costiere e non alle acque internazionali proprio perché lì non c’è alcun operatore che porta segnale e la comunicazione tra satellite e smartphone non è fisicamente possibile se quest’ultimo non ha antenne o ricevitori ad hoc.
Durante il corso degli ultimi anni comunque ci sono stati diversi passi in queste direzioni: Apple, ad esempio, con iPhone 14 ha introdotto un’interessante funzione per gli SSM di emergenza che è in grado di funzionare dovunque nel mondo. La motivazione tecnica è semplice: invece di utilizzare la normale rete telefonica in questi contesti l’iPhone è in grado di condensare informazioni e inviarle ad una flotta di satelliti compatibili con una particolare tecnologia introdotto da Apple nel suo ultimo ritrovato tecnologico.
Compagnie americano come AT&T si stanno anche loro muovendo in tal senso: quest’ultima ha infatti effettuato i primi test per effettuare chiamate 5G via satellite, dando quindi la possibilità di effettuare comunicazioni rapide dovunque ci si trovi nel mondo; l’idea di Musk quindi non è comparsa dal nulla ma è soltanto il tentativo di un eccentrico miliardario di fare capolino in un segmento di mercato per ora rimasto confinato al mondo business.
This post was published on 15 Ottobre 2023 21:00
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