Con un pizzico di intelligenza artificiale e un software nuovo di zecca che sta venendo sviluppato da Google, ogni anno si potrebbero risparmiare tantissime tonnellate di anidride carbonica semplicemente agendo sui… semafori!
Inrix è il nome di una compagnia americana specializzata in analisi dati; secondo delle recenti ricerche portate avanti dalla stessa, utilizzando la città di Seattle come elemento d’esempio, ogni giorni il traffico generato da 20 secondi di attesa media a uno degli innumerevoli semafori che costellano la città porta a ben 1000 tonnellate di CO2 immesso nell’atmosfera.
Le ricerche di Inrix, chiaramente, valgono solo per Seattle ma non lasciano ben sperare per le tantissime altre città del mondo in cui la circolazione attraverso automobile è il principale mezzo di trasporto per la popolazione. Il quantitativo di CO2 immesso nell’atmosfera a causa di questi fenomeni non è più ignorabile, tanto più ci avviciniamo alle scadenze auto imposte per la gestione dell’emergenza climatica.
Le buone notizie, però, sono alle porte e a far da protagonista, come spesso accade in questi casi, è Google. Un nuovo software sviluppato dall’azienda e aiutato dall’intelligenza artificiale potrebbe migliorare in maniera importante l’impatto dei semafori sulla sostenibilità ecologica.
Arriva Google Green Light
Google, a differenza di tantissime altre aziende, ha dalla sua una carta sempre vincente quando si tratta di elaborare soluzioni: ha montagne e montagne di dati derivanti dall’ecosistema Android. Sfruttando infatti i dati ricavati da Google Maps, Google è riuscito algoritmicamente a studiare delle soluzioni per ottimizzare il traffico cittadino.
Di cosa parliamo nello specifico? Attraverso un sistema dinamico di gestione dei semafori, il software di Google ha infatti permesso di ridurre del 30% le fermate complessive nel traffico e di ridurre del 10% il quantitativo di anidride carbonica immesso nell’atmosfera su un campione di circa 30 milioni di automobili in movimento al mese.
I risultati di Google, annunciato all’interno del suo blog, sono ancora preliminari ma fanno ben sperare per il futuro. Project Green Light, questo il nome dell’iniziativa, sfrutta l’intelligenza artificiale per aiutare gli ingegneri civili che gestiscono i semafori a migliorare i tempi di percorrenza dei vari semafori. In questa maniera si diluisce ulteriormente il traffico, tagliando di fatto le emissioni.
Sul lungo periodo questa strategia può portare a vantaggi ancora più concreti, con una possibilità di rendere più efficiente anche dal punto di vista economico la gestione delle infrastrutture stradali all’interno delle grandi città.
Al momento Google Green Light è disponibile unicamente in 12 città sparse in 4 diversi continenti ma, durante il corso del 2024, altre città si aggiungeranno al progetto.
Ecco intanto le città in cui Green Light è presente:
- Abu Dhabi
- Bali
- Bangalore
- Budapest
- Haifa
- Hamburg
- Hyderabad
- Jakarta
- Kolkata
- Manchester
- Rio de Janeiro
- Seattle
Dove sta andando a parare Google?
Uno dei vantaggi che renderà Green Light una delle proposte più interessanti nell’universo dell’ingegneria civile è la sua natura gratuita. Un sistema semaforico in grado di modificare in ottima realmente dinamica il suo funzionamento è da tantissimo tempo un sogno degli automobilisti medi ma ci sono problemi di carattere tecnologico con cui fare i conti.
La proposta di Google, che ricordiamo è gratuita al momento, rappresenta già un notevole passo avanti rispetto il normale funzionamento della segnaletica semaforica. Al momento secondo Juliet Rothemberg, lead product manager in ambito AI per il clima, Google cercherà di portare questo genere di strumenti all’interno di quante più grandi città possibili a causa di un importante requisito da rispettare: la presenza di un ingegnere civile in grado di gestire il sistema.
Il futuro del progetto potrebbe arrivare a influenzare anche la vita dei pedoni, cambiando i tempi di funzionamento dei semafori a loro dedicati; secondo le dichiarazioni del product manager a Wired inoltre il progetto per il momento non prevede alcuna tariffa vista la sua giovane età.
Come dovrebbe funzionare Green Light?
Sfruttando i dati di Google Maps, l’azienda di Moutain View può dare in pasto il tutto a sistemi avanzati di machine learning e intelligenza artificiale per studiare i pattern del traffico durante il corso di un mese ad ogni singola intersezione di una città. In questa maniera è possibile ottenere una prima heatmap dei luoghi in cui è più importante agire per migliorare il traffico cittadino.
A quel punto il sistema, attraverso una dashboard, permette agli ingegneri civili che si occupano della gestione dei semafori di accedere a tutta una serie di suggerimenti nei timing dei vari dispositivi. Questi suggerimenti possono cambiare in tempo reale in base alle condizioni del traffico una volta che Google riesce a comprendere i pattern di traffico tipici di una città; così facendo il sistema permette poi di modificare la durata di specifiche luci andando a modificare i flussi di auto.
Per ora il problema principale di questo sistema è il suo essere limitato dal come le varie città gestiscono la segnaletica; al mondo i sistemi semaforici tendono ad avere molti anni sulle spalle e sono davvero pochi quelli che permettono di essere operati in tempo reale o addirittura da remoto.