In questi giorni abbiamo ampiamente parlato di come Amazon sia finita al centro di un bel polverone in America, a causa dell’uso in maniera illegale di un algoritmo per il controllo dei prezzi per far sì che questi fossero sempre i migliori, impedendo così ai competitor del colosso americano di poter concretamente competere con esso. Ebbene pare che il suo uso abbia generato negli scorsi mesi e anni dei guadagni da capogiro.
L’algoritmo di cui abbiamo parlato nel paragrafo introduttivo ha preso il nome in codice di “Project Nessie” e la sua esistenza era già nota da diversi mesi, in particolare a seguito di un reclamo lanciato da parte della FTC americana dove Amazon veniva accusata di aver infranto più volte la legge statunitense riguardante la competitività: questo nome era presente infatti in uno dei documenti redatti proprio sulla questione, anche se in seguito pare sia stato pesantemente modificato in maniera sospetta.
L’uso di questo strumento informatico avrebbe monitorato e in seguito modificato i prezzi dei prodotti di Amazon per renderli sempre migliori sulla base delle scelte degli altri competitor dell’e-commerce. Questo sarebbe stato fatto dal colosso americano per mantenere a ogni costo la propria posizione di dominanza sul mercato in maniera illegale, andando così a infrangere tutte le regole in vigore sull’argomento negli USA. Sull’argomento si è letteralmente sollevato un polverone che ha visto da una parte alcune persone vicine ad Amazon difendere la compagnia e altre, invece legate alla stessa FTC accusarla pesantemente. Se volete approfondire l’argomento, potete trovare il nostro articolo dedicato al seguente link diretto.
Stando a quanto affermato da parte della stessa FTC, Amazon mediante l’uso di questo algoritmo avrebbe guadagnato ben 1 miliardo di dollari andando così a impedire il regolare svolgimento della competizione dell’e-commerce in America. Sull’argomento, per tutta risposta, si è espresso Tim Doyle vicino ad Amazon che ha detto quanto segue:
“Project Nessie fu un progetto con uno scopo ben preciso: cercare di impedire che il nostro abbinamento dei prezzi portasse a risultati insoliti in cui i prezzi diventavano così bassi da essere insostenibili per l’azienda. Tuttavia il progetto è durato alcuni anni su un sottoinsieme di certi prodotti, ma non ha funzionato come previsto e appunto l’abbiamo dismesso diversi anni fa”
Tim Doyle – Amazon
A dare man forte a quest’affermazione è anche intervenuto David Zapolsky (Vicepresidente delle politiche pubbliche globali e consigliere generale di Amazon) ha detto che l’FTC ha un’idea assai distorta di come funzioni la competizione all’interno del mercato in cui Amazon è attiva. Fatto sta che l’ente americano pare sia più che convinto di proseguire in queste sue accuse contro la compagnia, soprattutto a seguito dei guadagni lievitati pesantemente in questi anni (che sarebbe avvenuto proprio grazie al suddetto algoritmo).
Questa situazione ci permette di capire ancora una volta come sull’argomento in tutto il mondo – e non soltanto negli USA – vi sia un vuoto normativo che deve essere al più presto colmato visto che il futuro del mondo graviterà proprio attorno a questi elementi e anche alle Intelligenze Artificiali (IA). Speriamo che nel prossimo futuro si farà chiarezza sull’argomento e vi terremo sicuramente aggiornati su come andrà a finire questa nuova telenovela che vede coinvolta nuovamente FTC, dopo quanto visto mesi e mesi fa per quanto concerne lo scontro tra Sony e Microsoft sulla questione Call of Duty.
This post was published on 8 Ottobre 2023 20:00
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