Tutte le novità del mondo delle AI nel 2023, da Meta alle applicazioni folli

Le novità del 2023 per le ai

I due trend tecnologici del momento promettono di rivoluzionare il futuro della tecnologia e delle nostre vite. Ecco cosa bolle in pentola.

Fino a poco tempo fa tutti sembravano puntare su blockchain ed NFT, ma il fenomeno sembra essersi fortemente ridimensionato a seguito delle numerosissime crypto-truffe che hanno provocato esodi di massa e fallimenti nel settore. Ormai tutte le aziende hi-tech investono enormi cifre in progetti di ricerca sulle AI ed il machine learning, due dei principali trend tecnologici degli ultimi anni. Ma cosa sta bollendo in pentola, esattamente? Le chatbot e i generatori di immagini sono ormai il pane quotidiano anche per l’utente informatico non scafato, che ha acquisito una certa dimestichezza con i termini quali ChatGPT e Midjourney. Ma è davvero tutto qui? O si tratta solo di un primo tassello verso futuri sviluppi che ancora difficilmente possiamo immaginare? Oggi diamo una sbirciatina d alcuni progetti già in corso d’opera da parte dei maggiori investitori tecnologici del pianeta.

AI, i progetti in cantiere

Durante l’ultimo Connect, la videoconferenza annuale di Meta, l’azienda di Mark Zuckerberg ha annunciato il lancio di una serie di nuovi chatbot integrati in tutte le sue applicazioni di messaggistica, ovvero Messenger, Whatsapp e messaggi di Instagram. Lanciate al momento in via sperimentale nei soli USA, queste nuove AI sono programmate per “interpretare” il ruolo di alcune celebrità reali: sono stati fatti esperimenti con Paris Hilton e Snoop Dogg, ad esempio. Questa tendenza di “AI di ruolo” potrebbe riuscire ad aumentare l’engagement degli utenti, e contribuire a frenare lo spopolamento di alcuni dei social network più vecchi, che vengono disertati dai più giovani: su Facebook, ad esempio, bazzica solamente un terzo di tutti i giovani di età compresa tra i 13 e i 17 anni, secondo una ricerca del 2022.

Uno dei trend in atto infatti riguarda la personalizzazione delle AI, cui si sta cercando di conferire dei caratteri identificativi che le rendano meno fredde ed asettiche, e dunque più facili da approcciare dal grande pubblico. Se infatti l’utilizzo di ChatGPT è in trend calante da qualche mese, l’applicazione mobile Character.AI sta facendo il botto, scaricata oltre 17 milioni di volte in meno di una settimana! Si tratta di un’applicazione che, come dice il nome, permette di conferire al chatbot dei connotati caratteriali specifici a seconda dell’uso che vogliamo fare dell’applicazione: potrà diventare la nostra amica super nerd per le sessioni di gaming spinto, o la nostra forbita consulente d’immagine per assecondare la nostra ossessione per il make-up, e così via. In pratica l’AI adatta il proprio registro e stile di conversazione interpretando il ruolo che decidiamo di assegnarle, rendendo così la comunicazione più spontanea e “umana.

Le infinite possibilità i personalizzazione offerte da Character.AI
Le infinite possibilità i personalizzazione offerte da Character.AI

Gli apocalittici saranno terrorizzati poi dall’avvento di Replika, il chatbot con cui poter flirtare o mimare coinvolgimenti sentimentali, una deriva che ricorda in tutto e per tutto il capolavoro anticipatorio Her, distopico film di Spike Jonze che ora sembra rischiare di concretizzarsi. Invece un’applicazione che interessa maggiormente i videogiocatori è Inworld, che sviluppa Ai da applicare agli NPC dei videogiochi per dar vita ad interazioni più profonde e complesse dei classici quest-givers, o peggio, dei manichini ambulanti che gironzolano per le mappe di gioco con routine comportamentali ai minimi termini.

Inworld si è aggiudicata recentemente investimenti corposi da parte di grandi major videoludiche con cui collabora, ad esempio NetEase e Niantic, ma anche Disney ed Epic Games: quest’ultima in particolare sta integrando le funzioni di Inworld in Unreal Engine, per far sì che tutti gli sviluppatori che ricorrano al motore di Epic possano usufruire di questi tool rivoluzionari. Per illustrare le potenzialità del sistema, l’azienda ha rilasciato un video che presenta la demo tecnica Origins, una simulazione investigativa nella quale il giocatore dotato di microfono interagisce con gli NPC di Metropolis per risolvere un caso. La vedete qui sotto.

Machine learning, il futuro è qui

Ovviamente lo sviluppo degli algoritmi di AI va di pari passo con lo sviluppo di tecniche per migliorare le capacità di auto-apprendimento delle macchine, il cosiddetto machine learning. Un progetto avveniristico dell’università di Edimburgo sta cercando di replicare artificialmente una rete neurale, ovviamente non quella complessa degli esseri umani bensì quella più essenziale degli insetti. Le capacità di sopravvivenza, adattabilità ed orientamento in spazi ristretti e contorti di cui danno dimostrazione i nostri amici esapodi sono strabilianti e ne garantiscono la sopravvivenza anche in ambienti estremi. Il team di ricerca di Edimburgo sta lavorando per replicare la loro rete neurale artificialmente, applicandola a robot che, pur con pochissime risorse a disposizione, siano in grado di mappare e muoversi in ambienti complessi in completa autonomia, localizzando ostacoli ambientali e o metereologici ed elaborando strategie per affrontarli.

I sistemi di visualizzazione messi a punto dalla rete neurale artificiale permettono al robot di navigare spazi complessi.
I sistemi di visualizzazione messi a punto dalla rete neurale artificiale permettono al robot di navigare spazi complessi.

Un altro ambito di ricerca riguarda le funzionalità di fotoritocco, in particolare l’auto-fill di cui abbiamo visto l’implementazione nelle versioni più recenti di applicazioni quali Photoshop e simili. Questi tool utilizzano l’algoritmo di AI per aggiungere, sottrarre o modificare elementi di sfondo o in primo piano di una fotografia, ad esempio cancellare una persona da uno sfondo o allargare l’immagine estendendone i confini con elementi coerenti con il contesto.

Google sta sviluppando un ulteriore tool di auto-fill che cambia l’approccio al problema. Prende il nome di RealFill, ed appunto si basa su gruppi di fotografie scattate in momenti e location contestuali, che vengono analizzati per poi inserire elementi coerenti in una o nell’altra, a seconda delle esigenze. Ad esempio: scatto una foto di compleanno in cui il festeggiato soffia sulle candeline, ma per sbaglio la torta rimane fuori dall’inquadratura. Fornendo all’applicazione tutte le foto di quell’evento, l’AI è in grado di riconoscere la torta, il tavolo su cui essa poggia e tutta una serie di elementi di contorno che potrà aggiungere allo scatto selezionato: in questo modo non si tratterà di una generica torta generata dall’algoritmo, ma di quella specifica torta di compleanno! Dunque un auto-fill artificiale ma che utilizza elementi reali.

RealFill in azione: da un gruppo di foto l'algoritmo ricava gli elementi reali con cui apportare le correzioni richieste
RealFill in azione: da un gruppo di foto l’algoritmo ricava gli elementi reali con cui apportare le correzioni richieste

Con così tanti e diversi ambiti di applicazione, le possibilità di sviluppo di tali tecnologie sembra avere l’unico limite della nostra immaginazione.