La missione spaziale CALIPSO è giunta al capolinea

Missione calipso giunge al termine

L’avvento del XXI secolo ha cambiato radicalmente il nostro modo di interpretare il mondo e soprattutto l’universo. Infatti gli anni Duemila hanno comportato l’arrivo di tutta una serie di scoperte scientifiche molto importanti, che hanno permesso di comprendere alcuni aspetti ed elementi dell’universo e più in generale dello spazio. Molti di questi cambiamenti si devono alle diverse missioni spaziali lanciate dalle principali agenzie di tutto il mondo: in particolare la NASA. Non a caso in questi giorni è proprio giunta al termine un missione svoltasi mediante l’uso di un potente satellite.

James Webb e gli esopianeti

Crediti: NASA, CSA, ESA, R. Crawford (STScI), J. Olmsted (STScI), Science: N. Madhusudhan (Cambridge University)

Prima di parlare della notizia fulcro di questo nuovo articolo a tema spazio qui su Player, dobbiamo prima parlare di un altro satellite molto importante, chiamato James Webb: esso grazie alle tecnologie infrarossi ha permesso di analizzare e osservare diversi fenomeni spaziali sotto un altro punto di vista, in molti casi permettendo di comprendere cose del tutto nuove e di vitale importanza per la comunità scientifica internazionale. Uno degli ultimi elementi osservati è stato un esopianeta: ovvero un pianeta al di fuori della Via Lattea che presenta delle caratteristiche molto simili alla Terra e che potenzialmente potrebbe ospitare la vita (non per forza intelligente).

Il pianeta in questione era “K2-18b” – già osservato in passato dai telescopi Hubble e Keplero – distante soli 120 anni luce dalla Terra. Con il satellite Webb si è potuto constatare la presenza al suo interno di composti del carbonio: infatti è presente del dimteilsolfuro (una molecola che viene creata sulla Terra solo ed esclusivamente da esseri viventi). Pertanto K2-18b è stato identificato come secondo pianeta Terra abitabile dall’uomo. Aspetto coadiuvato anche dalla presenza di grandi distese d’acqua. Se volete approfondire la questione, vi rimandiamo al nostro articolo dedicato raggiungibile dal seguente link diretto.

La missione CALIPSO si è conclusa definitivamente

Il termine CALIPSO deriva dal termine “Cloud-Aerosol Lidar e Infrared Pathfinder Satellite Observation” e indica sia la missione svolta, sia il satellite che venne lanciato il 28 aprile 2006 assieme al sistema radar di analisi delle nuvole chiamato “CloudSat”. Entrambi questi apparecchi avevano due strumentazioni diverse: infatti CALIPSO ha utilizzato dei laser per condurre le proprie analisi, mentre CloudSat ha utilizzato delle onde radio. L’intento di questa missione è stata quella di sondare le proprietà delle nuvole e degli aerosol presenti nell’atmosfera terrestre, in particolar modo come i raggi emessi dai due apparecchi si riflettessero su di essi. Questa missione è stata resa possibile grazie alla collaborazione tra NASA e il CNES (Centre National d’Études Spatiales).

L’annuncio della fine di questa missione è arrivato il 1° agosto, a seguito di una decisione congiunta dai due enti che hanno dato il via al progetto. Una decisione così drastica deriva anche dal fatto che il satellite non ha avuto più carburante per portare avanti la missione, che è stata portata avanti per ben 17 anni. Appunto per questo il destino ultimo dei due satelliti sarà quello di schiantarsi sulla Terra, nello specifico all’interno dell’oceano. Queste due strumentazioni sono state importantissime per la comunità scientifica in quanto hanno permesso di comprendere meglio diversi aspetti delle nuvole e delle polveri sottili presenti nell’atmosfera terrestre.