Il Colosso di Mountain View ha messo a punto un nuovo strumento in grado di migliorare la vita degli allergici.
Quest’anno Google si sta prodigando nel mettere a punto strumenti innovativi che possano contribuire alla salvaguardia del pianeta in termini di inquinamento ambientale (Air Quality API) e di efficienza energetica (Solar API). Ma non è finita qui, perché la multinazionale di Mountain View sta anche dirigendo i suoi sforzi verso lo sviluppo di applicazioni che possano offrire un sostegno concreto alla salute delle persone, in particolare a tutti coloro – e sono sempre di più – che soffrono di allergia al polline. Ecco a cosa sta lavorando.
La World Health Organization ha diffuso numeri preoccupanti, secondo i quali circa un terzo della popolazione mondiale soffre di rinite allergica: stiamo parlando di oltre 400 milioni di persone, solo per i casi diagnosticati! Significa che c’è un numero imprecisato di altri pazienti che soffrono di tale disturbo senza che la comunità scientifica ne abbia nozione. Nei soli Stati Uniti colpisce fra il 10 e il 30% degli adulti e addirittura il 40% dei bambini, salendo al quinto posto delle malattie croniche più diffuse. Inoltre, sempre negli USA, circa un quarto della popolazione adulta è affetto da allergie stagionali: stiamo parlando di circa 67 milioni di persone.
Si tratta di una situazione senza precedenti, sulle cui cause la comunità scientifica si interroga senza essere pervenuta ad una spiegazione precisa. Probabilmente il surriscaldamento del pianeta e l’aumento dell’inquinamento stanno giocando un ruolo fondamentale nella diffusione ed allungamento della stagione del polline nell’aria. Ciò che si tocca con mano è la ricaduta sulle spese mediche delle famiglie, che si fanno sempre più importanti: sempre secondo la WHO, dal 2000 al 2005 i costi medici diretti per la cura di questi disturbi sono raddoppiati negli Stati Uniti, passando da 6,1 a 11,2 miliardi di dollari.
In questo contesto preoccupante, Google ha messo a punto uno strumento in grado di offrire un aiuto concreto a chi soffre di questo problema, nonché un’opportunità commerciale inedita per le aziende che si occupano di questo settore.
Ennesimo strumento nato grazie all’elaborazione dati della divisione Google Maps Platform, Pollen API può aiutare le persone a diminuire il rischio di esposizione agli allergeni del polline, offrendo consigli su abitudini e comportamenti da adottare giorno per giorno. Le funzioni chiave rese disponibili tramite questo strumento sono 4:
Ovviamente sorge spontanea una domanda: come diavolo fa Google a sapere dove e come si sposta il polline? Del resto misurare la quantità di polline nell’aria non è certo semplice come misurare l’inquinamento; il mondo non pullula di stazioni di monitoraggio e rilevazioni meteo sugli spostamenti dei flussi di polline nell’aria come per il particolato ed altri agenti inquinanti. La premessa di partenza per il funzionamento di Pollen API si basa sulla suddivisione del polline in 3 tipologie, a seconda della sua provenienza: alberi, erba e piante infestanti, quelle che inglese prendono il nome di weed e che indicano generalmente le erbacce non volute che crescono dove non devono (anche in pieno contesto urbano, come le erbacce sui marciapiedi) e/o soffocano altre piante benevole.
Google ha elaborato un modello che calcola la stagionalità e l’ammontare giornaliero dei grani di polline delle 3 categorie, suddividendo il territorio in griglie di un chilometro quadrato. Il modello ha proceduto così alla mappatura di territori differenti sparsi in oltre 65 paesi in tutto il mondo, coprendo 15 differenti specie vegetali e previsioni a 5 giorni. Combinando dati provenienti dal tipo di terreno, previsioni climatologiche, produzione annua di polline per specie di pianta ed altro ancora, il modello è in grado di generare previsioni accurate sul livello di polline locale e rischio di esposizione allo stesso.
Le aziende che decideranno di integrare Pollen API nelle proprie soluzioni di business saranno in grado di offrire ai loro clienti previsioni accurate e informazioni utili per instillare scelte consapevoli in merito alle attività da compiere all’aria aperta e ad eventuali precauzioni da prendere, contribuendo ad uno stile di vita più sano e sicuro. L’applicazione può aiutare a stabilire un percorso all’aperto meno fastidioso per un allergico; consigliare le migliori pratiche per assicurare un ambiente interno pollen-free; restare aggiornati e scambiarsi informazioni su cambiamenti imminenti di livelli di polline; ottimizzare l’utilizzo di soluzioni mediche e farmaci ad hoc; insomma rendere gli utenti più consapevoli.
Come detto, le opportunità di business non mancano per quelle attività che volessero integrare il tool di Google nelle proprie offerte commerciali. Ad esempio, società produttrici o distributrici di medicinali per le allergie possono utilizzare questi dati aggregati per effettuare previsioni sull’incidenza di casistica su base geografica, predisponendo una distribuzione intelligente dei medicinali sul territorio. Enti governativi e/o ospedalieri possono diramare comunicati di pubblica utilità rispetto a previsioni di innalzamento dei livelli di polline, suggerendo opportuni comportamenti da adottare da parte di soggetti a rischio; Fornitori di servizi per attività outdoor possono massimizzare i propri introiti e sforzi comunicativi concentrando le attività pubblicitarie e di marketing nei periodi in cui è più salutare stare all’aperto, fornendo ad esempio consigli di viaggio o attività sportive outdoor.
Insomma Pollen API promette di essere uno strumento utilissimo per migliorare la vita delle persone affette da allergia al polline, nonché remunerativo per quelle attività che decideranno di sfruttarne le potenzialità. Con questa ulteriore API al servizio dell’ambiente e della salute Google conferma la sua volontà di continuare ad investire in progetti che puntino a salvaguardare la salute delle persone, migliorando la loro vita giorno per giorno.
This post was published on 29 Settembre 2023 12:00
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