Una delle costanti che tante aziende attive in ambito digitale e informatico devono affrontare è la minaccia degli hacker: ovvero una serie di persone particolarmente ferrate nel suddetto ambito che tramite diversi stratagemmi riescono a mettere in crisi i sistemi digitali delle compagnie e in molti casi a trafugare persino delle informazioni private che non dovrebbero essere lette dal pubblico. Tuttavia in alcuni casi vi è persino il pericolo che gli hacker possano rubare del denaro ed è quello che è successo a un’azienda che si occupa di criptovalute.
Recentemente ha fatto parecchio clamore la notizia riguardante l’hackeraggio di Sony. Infatti tra il 24 e il 25 settembre un nuovo gruppo ransomware di hacker chiamato “Ransomed.vc”. Questo è stato in grado di penetrare facilmente nei sistemi di sicurezza della compagnia americana arrivando a trafugare quanto segue: lo screen-shot della pagina di accesso ai sistemi interni di Sony, una presentazione in PowerPoint delineante alcuni progetti del colosso, alcuni file Java e ben 6000 file contenenti informazioni sensibili assai variegate (potrebbero infatti contenere stringhe di codice in HTML e così via).
Non è la prima volta che l’azienda giapponese subisce un attacco del genere. A riguardo i pensi al 2011 quando il PlayStation Network su PS3 venne compromesso sempre da un gruppo di hacker, cosa che portò alla chiusura del servizio per circa un mese e a dei gravi danni economici con la perdita di 77 milioni di dollari. Lo stesso avvenne dopo tre anni nel 2014 quando uscì PS4. Una cosa simile è avvenuta anche per un’azienda attiva nell’ambito delle criptovalute, ma con conseguenze economiche molto, molto più gravi.
L’azienda cinese, che ha sede a Hong Kong, ha pubblicato un post su X (una volta conosciuto con il nome di di Twitter) dove ha annunciato il fatto di essere stata vittima di un attacco da parte di un gruppo di hacker che ha portato alla perdita di 200 milioni di dollari, derivata soprattutto di determinati asset. Appunto per questo i servizi forniti dalla compagnia sono stati temporaneamente sospesi e verranno riattivati nel momento in cui le falle non saranno completamente chiuse. Al fine di facilitare l’investigazione, Mixin ha contattato Google e anche l’azienda di cybersecurity chiamata “SlowMist”.
Come gli hacker siano stati in grado di derubare l’azienda di un quantitativo di denaro così alto è al momento sconosciuto, considerando che dalle affermazioni stesse di Mixin i servizi e sistemi che mette a disposizione dei suoi milioni di utenti – raggiunti soprattutto nel periodo di luglio – sono del tutto decentralizzati e fanno uso di un sistema di scambio detto “cross-chain network” che permette a coloro che lo usano di scambiare i vari asset digitali.
Al momento grazie alla collaborazione con Google e SlowMist, la compagnia cinese sta lavorando senza sosta per risolvere il problema e anche di recuperare i 200 milioni di dollari persi. Fatto sta che si tratta di una situazione estremamente grave, specie da parte di un’azienda che ha così tanti utenti attivi. Appunto per questo sarebbe il caso che molte aziende informatiche – siano esse piccole o grandi – inizino a investire molti soldi per la sicurezza a livello informatico, garantendo da un lato la sicurezza ai propri clienti e allo stesso tempo evitando così di perdere informazioni sensibili e asset che potrebbero essere facilmente rivenduti in rete.
This post was published on 28 Settembre 2023 20:30
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