Questa volta, come piace dire ai fan di Star Wars, nessuna galassia lontana lontana. Stavolta il telescopio spaziale James Webb ha puntato le proprie lenti all’interno del nostro sistema solare, in particolare su Europa: uno dei più grandi satelliti di Giove.
Europa è da ormai un decennio che ha catturato l’interesse degli scienziati, e quale modo migliore per studiare questo satellite se non farlo sfruttando uno dei telescopi spaziali più avanzati al mondo?
Se osservata dall’orbita, Europa sembra completamente ghiacciata, ma alcuni studi effettuati nel 2012 hanno portato a galla un’altra verità. Grazie al telescopio spaziale Hubble, una decina di anni fa è stata registrata la presenza di flussi d’acqua che eruttano dalla superficie, suggerendo inevitabilmente che sotto la spessa crosta ghiacciata di Europa ci possa essere un oceano di acqua liquida ben nascosto.
Per questo motivo, Europa è diventata un luogo di grande interesse per gli scienziati: il satellite di Giove rappresenta, infatti, uno dei posti più consoni del sistema solare per sostenere la vita oltre la Terra. A questo proposito, sono stati portati avanti altri studi e osservazioni in merito, che hanno portato l’avanzato telescopio spaziale James Web a puntare le proprie lenti nuovamente su Europa.
L’oceano salato che scorre sotto il guscio di ghiaccio di Europa è uno dei fattori fondamentali per permettere l’abitabilità, e prima degli studi effettuati grazie al James Webb non si sapeva se questo oceano potesse contenere materiali legati al carbonio, indispensabili per la vita.
Sfruttando la tecnologia del NIRSpec del telescopio spaziale James Webb gli scienziati hanno rilevato la presenza di anidride carbonica sulla superficie del pianeta, portando i ricercatori a ritenere che possa provenire dall’oceano sottostante la crosta ghiacciata. Questa scoperta supporta l’idea che tra le acque del satellite possano esserci dei composti di carbonio, il che potrebbe confermare l’abitabilità di Europa.
Geronimo Villanueva, ricercatore del Goddard Space Flight Center della NASA, ha affermato: “Sulla Terra, la vita ama la diversità chimica: più è ampia, meglio è. Noi siamo una vita basata sul carbonio. Capire la chimica dell’oceano di Europa ci aiuterà a determinare se è ostile alla vita come la conosciamo, o se potrebbe essere un buon posto per la vita”.
“Gli scienziati stanno discutendo fino a che punto l’oceano di Europa sia collegato alla sua superficie. Credo che questa domanda sia stata un grande stimolo per l’esplorazione di Europa”, ha detto Villanueva. “Questo suggerisce che potremmo essere in grado di imparare alcune cose fondamentali sulla composizione dell’oceano anche prima di perforare il ghiaccio per ottenere un quadro completo”.
Nell’immagine catturata dalla NIRCam del James Webb, Europa appare come una blu ricoperta da macchie biancastre: queste macchie superficiali corrispondono a due strutture geologiche del satellite, ovvero Powys Regio (a sinistra) e Tara Regio (al centro e a destra). Questi terreni presentano dunque una maggiore quantità di ghiaccio e di anidride carbonica.
Analizzando le immagini catturate dal James Webb, i ricercatori hanno valutato se l’anidride carbonica osservata potesse provenire da un’altra fonte, diversa dall’oceano sotterraneo. Ad esempio, l’anidride carbonica presente su Europa potrebbe essere stata trasportata da un meteorite che ha colpito il satellite. Un sospetto nato dall’instabilità dell’anidride carbonica presente sulla superficie del satellite, il che implicherebbe che potrebbe essere arrivata lì relativamente di recente.
“Ora pensiamo di avere la prova osservativa che il carbonio che vediamo sulla superficie di Europa provenga dall’oceano. Non è una cosa banale. Il carbonio è un elemento biologicamente essenziale“, ha dichiarato la ricercatrice Samantha Trumbo della Cornell University.
Tuttavia, questa ipotesi è stata quasi del tutto accantonata, questo perché il rilevamento di anidride carbonica è stato effettuato in una particolare regione di Europa, dove c’è un terreno più giovane, quindi è improbabile che la fonte possa essere nata grazie all’impatto con un antico meteorite. Detto questo, sebbene questa scoperta sia entusiasmante, ci vorrà ancora parecchio tempo per confermare l’abitabilità di Europa.
This post was published on 25 Settembre 2023 20:30
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