Elon Musk ha il via libera per iniziare a impiantare i chip nel cervello degli esseri umani: a breve partiranno gli esperimenti.
Negli ultimi anni si è sentito molto spesso il nome di Elon Musk, soprattutto a causa del suo operato su Twitter (che adesso si chiama X per sua volontà) e che generato discussioni, malumori e anche tanta ironia sul web.
In questi giorni il magnate di origini sudafricane sta facendo di nuovo parlare di sé, ma per un motivo molto diverso.
Musk, oltre a essere il proprietario di Twitter, di Tesla e di SpaceX con la quale vuole portarci tutti su Marte entro il 2030, è anche il proprietario dell’azienda Neuralink.
Una società che viene citata poco quando si parla dell’uomo più ricco del mondo, ma che molto probabilmente si pone uno degli obiettivi più rivoluzionari in campo medico e tecnologico.
Neuralink è una società che si occupa di sviluppare interfacce neurali, in poche parole dei chip impiantati nel cervello umano che possono comunicare direttamente con un sistema computerizzato esterno.
Dal 2016, anno della sua fondazione, l’azienda è avanzata a piccoli passi e il momento propizio sembra ormai essere giunto.
L’idea di farsi impiantare dei microchip nel cervello chiaramente spaventa tutti e anche solo l’idea di questa soluzione ha già generato tantissime discussioni sul web, sia in passato, sia negli ultimi giorni proprio a causa di una notizia per molti inaspettata.
L’obiettivo principale di Neurolink resta comunque quello di migliorare la vita a pazienti affetti da malattie rare.
La società fondata da Elon Musk, e anche da altri imprenditori, ha infatti ribadito la volontà di garantire a queste persone più sfortunate di poter controllare dispositivi, mouse, periferiche, tastiere e altri strumenti tecnologici mediante l’uso del pensiero.
Una soluzione che sicuramente porterebbe a livelli mai visti primi l’accessibilità verso persone affette da queste patologie.
Se fino a qualche anno fa una soluzione del genere era considerata a dir poco fantascienza, oggigiorno sembra davvero imminente l’utilizzo di questa tecnologia.
Non solo perché le ricerche e gli studi di Neuralink hanno portato buoni risultati, ma soprattutto a quanto pare anche la fase di testing sembra essere arrivata ormai all’ultima fase: gli esperimenti su cavie umane.
Come succede praticamente sempre negli esperimenti e nei test di nuove strumentazioni tecnologiche in campo medico, i ricercatori sono tenuti a testare prima di tutto sugli animali e, se il responso è positivo, iniziare a testare anche sugli umani.
Anche Neuralink ha intrapreso lo stesso percorso e, dopo aver testate su scimmie e maiali negli ultimi anni, è pronta a effettuare i test sulle persone.
L’azienda ha infatti annunciato negli ultimi giorni che la fase di testing sugli esseri umani è stata approvata e che ha bisogno di alcuni volontari per gli esperimenti.
Trattandosi di chip indirizzati a persone con malattie rare, Neuralink richiede appunto persone affette da tetraplegia causata da una lesione spinale o da sclerosi laterale amiotrofica (SLA).
Questa sperimentazione utilizzerà dei chip chiamati BCI (brain-computer interfaces) che dovrebbero permettere ai pazienti di muovere un cursore attraverso i soli impulsi cerebrali.
Nel comunicato stampa redatto dall’azienda si specifica che il dispositivo verrà installato dal robot R1 di Neuralink all’interno dell’area del cervello adibita al movimento.
La fase di testing dovrebbe durare per ben sei anni e i volontari saranno rimborsati di tutte le spese dall’azienda stessa.
Siamo di fronte a una tecnologia mai vista prima che potrebbe cambiare radicalmente il modo di concepire la tecnologia in campo medico.
This post was published on 22 Settembre 2023 19:00
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