Un asteroide che colpisce la Terra è il modo in cui la vita sul pianeta potrà un giorno finire stando all’immaginario collettivo. D’altronde, la teoria più accreditata sull’estinzione dei dinosauri è proprio quella dell’impatto di un corpo celeste con la Terra. Le probabilità sono bassissime, ma la NASA ha comunque elaborato dei dati per prevedere un fenomeno simile.
Poche tematiche astronomiche-apocalittiche catturano l’immaginario pubblico e quello di Hollywood come l’impatto di un asteroide con il nostro pianeta. Forse solo la fine delle risorse causata dall’avidità umana che riduce la Terra a una landa desolata può competere con l’asteroide. Enormi masse rocciose che si dirigono verso la Terra, potenzialmente capaci di distruggere l’intero pianeta, suscitano un timore profondo, sebbene si sappia che le probabilità sono davvero basse, si stima 1 su 100.000.
Qualche volta è capitato di aver ascoltato al telegiornale la notizia di un oggetto in rotta di collisione con la Terra, per poi scoprire che stesse solo passando a migliaia di chilometri di distanza; ad esempio, il 23 marzo 1989, l’asteroide 4581 Asclepius di tipo Apollo mancò la Terra di 684.000 km che in termini astronomici non sono neanche tanti, ma comunque non così pochi da poter davvero rappresentare un pericolo. Nonostante ciò, la NASA che ha comunque il compito di monitorare tutto ciò che avviene nello spazio, pertanto negli anni ha perfezionato dei “sistemi di sicurezza” per evitare che un evento così catastrofico possa accadere.
La tecnologia moderna ci sta consentendo di individuare e monitorare gli oggetti vicini alla Terra che potrebbero rappresentare una minaccia. Esiste una complessa teoria matematica dietro la determinazione delle traiettorie degli asteroidi e delle comete che gli scienziati studiano approfonditamente per elaborare calcoli precisi.
Una volta individuato un asteroide o una cometa, il passo successivo è calcolare la sua traiettoria e prevedere se si avvicinerà all’orbita terrestre in un momento critico. Questo compito spetta al Center for Near-Earth Object Studies della NASA (CNEOS). A capo del centro c’è Paul Chodas, il quale dirige un gruppo di matematici che elaborano le osservazioni telescopiche per calcolare le traiettorie degli oggetti.
La determinazione della traiettoria è un problema matematico intricato che richiede modelli precisi del sistema solare, inclusa la posizione della Terra, del Sole e soprattutto della Luna. Per effettuare previsioni a lungo termine, è necessario conoscere le posizioni di tutti i pianeti, poiché ognuno di essi influisce sul moto degli asteroidi.
Per ottenere traiettorie più accurate, è fondamentale avere più dati, sia attraverso osservazioni multiple dello stesso oggetto nella stessa notte, sia attraverso osservazioni da parte di diversi osservatori. Le leggi della fisica, specialmente quelle della gravità, svolgono un ruolo cruciale nel vincolare la traiettoria degli oggetti celesti.
Oltre agli asteroidi, le comete rappresentano un’altra potenziale minaccia per la Terra. Questi corpi celesti, composti da ghiaccio e roccia, possono causare danni diffusi se impattano con il pianeta. Prevedere le traiettorie delle comete è particolarmente difficile a causa del processo chiamato degassamento, in cui il riscaldamento provoca la sublimazione del ghiaccio in gas, creando le caratteristiche code delle comete. Questi gas possono influenzare le traiettorie delle comete, rendendo le previsioni più incerte a causa dell’accelerazione non gravitazionale.
Le comete provengono principalmente dalla fascia di Kuiper o dalla nube di Oort, ben oltre l’orbita di Nettuno, e spesso si avvicinano alla Terra con angoli diversi rispetto agli asteroidi. Questa varietà di traiettorie aggiunge complessità alla previsione del loro movimento.
Con oltre 1,3 milioni di oggetti nel database principale dei corpi celesti del sistema solare, il calcolo manuale delle traiettorie per ciascuno di essi sarebbe insostenibile. Pertanto, gran parte del lavoro è automatizzato utilizzando potenti sistemi informatici. La buona notizia è che gli asteroidi di grandi dimensioni che potrebbero rappresentare una minaccia sono stati quasi tutti identificati, offrendo un certo grado di rassicurazione. L’attenzione si sta ora spostando verso gli asteroidi di dimensioni medie, che potrebbero causare danni significativi se colpiscono un’area densamente popolata.
La difesa della Terra dagli impatti asteroidali è un obiettivo costante da parte della NASA. Mentre la tecnologia moderna ci consente di individuare e monitorare gli oggetti vicini alla Terra, restano ulteriori incognite significative da risolvere. Gli sforzi si concentrano ora su migliorare la rilevazione degli asteroidi di medie dimensioni e sullo sviluppo di tecnologie per deviare eventuali minacce. Nonostante non sia previsto un evento simile a quello dell’uccisione dei dinosauri nel prossimo futuro, la preparazione e la vigilanza rimangono priorità fondamentali per la sicurezza del nostro pianeta, stando alle parole di Paul Chodas.
Le prossime missioni del Center for Near-Earth Orbit Surveyor (NEOS), miglioreranno notevolmente le capacità degli esperti di rilevare questi corpi di medie dimensioni. E i test delle tecnologie di deviazione degli asteroidi, come il Double Asteroid Redirection Test (DART), dimostrano che è teoricamente possibile – almeno se si ha un preavviso sufficiente – deviare un corpo celeste in arrivo facendolo schiantare con un veicolo spaziale.
Il DART è stato un risultato incredibile, ma non è ancora un sistema di difesa. Nei test effettuati, è riuscito a modificare la rotta di un asteroide, ma non abbastanza da impedire un impatto con la Terra se fosse stato una minaccia reale.
This post was published on 19 Settembre 2023 12:00
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