L’interesse nei confronti di tutto ciò che riguarda il mondo dello spazio è cresciuto a dismisura con l’attivo del XXI secolo. Senza ombra di dubbio a favorire questo processo è stata la fama del genere fantascientifico, con film del calibro di Interstellar o Sopravvissuto – The Martian. Ma anche i videogiochi hanno sicuramente influenzato questo interesse e per citarne alcuni abbiamo No Man’s Sky prodotto da Hello Games che al lancio nel 2016 si rivelò un gioco completamente diverso rispetto a quanto promesso precedentemente, ma grazie al gran numero di espansioni gratis si è ripreso ed è diventato un gran bel titolo. Non solo, questo interessamento è da attribuire all’enorme quantità di foto che vengono scattate dello spazio, tra le quali abbiamo anche quelle del telescopio James Webb.
Negli scorsi giorni è circolata una nuova notizia riguardante il telescopio James Webb, riguardante l’osservazione dell’esopianeta “K2-18b” già ampiamente osservato precedentemente dai telescopi Hubble e Keplero. Questo pianeta è distante 120 anni luce dalla Terra e grazie agli studi delle immagini giunte grazie a Webb sono state fatte tutta una serie di analisi che hanno permesso di constatare quanto segue: cioè che la superficie dell’esopianeta è ricoperta da composti del carbonio. Ma come si è capito? Grazie alla presenza del dimteilsolfuro: una molecola presente sul nostro pianeta e che viene generata solitamente da esseri viventi. Dunque K2-18b è stato identificato come candidato papabile a divenire un secondo pianeta Terra abitabile dall’uomo, anche grazie alla presenza di grandi distese d’acqua. Per maggiori informazioni, vi rimandiamo al nostro articolo dedicato.
Proprio per questo il telescopio Webb ha assunto sempre di più un’importanza non da poco, permettendo di capire meglio i segreti dello spazio o comunque analizzare diversi fenomeni in maniera diversa rispetto alle tecnologie standard. Ebbene proprio questo straordinario apparecchio ha permesso di esaminare un nuovo fenomeno comprendendolo maggiormente: stiamo parlando in questo caso di una stella piuttosto giovane.
L’osservazione tramite il telescopio Webb ha permesso di visionare nitidamente questa stella molto giovane, mentre sta emettendo energia. Questo elemento stellare è distante dalla Terra ben 1000 anni luce e presente nella costellazione del Perseo. Sicuramente gli elementi più accattivanti dell’immagine presente qui sopra sono i fasci colorati che vengono emessi dai lati che sono appunto composti da energia: si tratta in questo caso di tutta una serie di gas cosmici. Davvero un’immagine che lascia letteralmente senza parole, soprattutto per la cromia degli elementi presenti.
Al centro dell’immagine è appunto presente la stella che ha dato vita alle suddette emissioni. Probabilmente essa crescerà costantemente nel corso del tempo, aumentando sensibilmente la sua massa e diventando così un elemento molto simile al nostro Sole presente nella Via Lattea, anche se rispetto a esso è molto più giovane avendo un paio di centinaia di milioni di anni di vita (il Sole ne ha ben 4 miliardi). Ma è proprio a causa della sua giovane età che i gas vengono emessi così velocemente e a quella potenza: dunque vi è sicuramente da ipotizzare che con il passare degli anni l’attività diminuirà sempre di più. Infine nella zona in cui è presente Herbig-Haro 211 sono presenti anche diverse sostanze molto importanti, quali idrogeno, il monossido di carbonio e il monossido di silicio (tutti elementi facilmente osservabili grazie alla tecnologia NIRCam che sfrutta i potenti infrarossi con cui è possibile osservare cose altrimenti non visibili a occhio nudo o con altri strumenti di osservazione spaziale).
This post was published on 19 Settembre 2023 9:00
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