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Google ha lanciato una nuova funzione per la privacy su Chrome che risulta molto fumosa e confusa

Google sta per lanciare una controversa funzionalità che non piacerà a tutti, soprattutto a coloro che tengono particolarmente alla privacy. Google Sandbox sarà al centro delle polemiche, potete scommetterci.

Google ha recentemente introdotto una controversa piattaforma pubblicitaria all’interno del suo popolare browser Chrome, denominandola ironicamente “Privacy Sandbox”. Questa nuova funzionalità tiene traccia delle pagine web visitate dagli utenti e genera un elenco di argomenti pubblicitari da condividere con le pagine web quando ne fanno richiesta. Inoltre, è completamente integrata nel browser Chrome, il che solleva preoccupazioni legate alla privacy e alla sicurezza online.

Le preoccupazioni crescono considerando che Chrome è il browser più usato in assoluto al mondo e in Italia. A livello globale, Chrome detiene una quota di mercato del 64,34%, seguito da Safari con il 19,16%, Edge con il 4,05%, Firefox con il 3,41%, e Opera con il 2,07%. In Italia, Chrome invece arriva del 68,9%, seguito da Firefox con il 9,7%, Safari con il 9,5%, Edge con il 5,3% e Opera con il 2,6%. Queste statistiche sono basate sui dati di StatCounter, che monitora l’utilizzo dei browser in tutto il mondo.

Non stupirebbe, pertanto, se questa scelta di Google portasse la società nell’occhio del ciclone, tra polemiche e accuse di voler tracciare gli utenti. Accuse tra l’altro che non sarebbero del tutto infondate, visto che è la stessa compagnia ad aver ammesso che Privacy Sandbox serve proprio a quello.

Google aggiunge il tracciamento utenti nel browser

Questa funzione, precedentemente nota come “FLoC” (Federated Learning of Cohorts) e successivamente come “Topics API”, è stata introdotta nonostante l’opposizione diffusa da parte di molti utenti e organizzazioni non pubblicitarie in tutto il mondo. Google, in quanto proprietaria di Chrome e una delle più grandi aziende pubblicitarie del pianeta, ha proceduto comunque con l’introduzione di “Privacy Sandbox”.

Google sembra essere consapevole della controversia che circonda questa nuova piattaforma pubblicitaria, poiché ha nascosto il grande annuncio del suo lancio nella pagina web privacysandbox.com, evitando di pubblicizzarla in modo palese come altre novità. Nel suo post sul blog ufficiale, Google ha dichiarato che la piattaforma pubblicitaria è ora disponibile per la “disponibilità generale“, il che significa che è stata distribuita alla maggior parte degli utenti di Chrome.

Un pop-up informativo compare all’apertura di Chrome, notificando agli utenti che è stata attivata una funzione di “privacy degli annunci”. Questo pop-up sembra essere stato redatto in fretta, con documentazione che sembra essere stata creata in modo affrettato, definendo la “Privacy Sandbox” come un “passo significativo sulla strada verso un web fondamentalmente più privato“.

Come funziona Privacy Sandbox?

Privacy Sandbox mira a sostituire i cookie di terze parti, che sono attualmente utilizzati dagli inserzionisti per tracciare gli utenti su diversi siti Web. I cookie di terze parti sono spesso considerati invasivi della privacy, poiché consentono agli inserzionisti di creare profili dettagliati degli utenti sulla base delle loro attività online. Privacy Sandbox consente agli inserzionisti di mostrare agli utenti annunci pertinenti senza dover tracciare le loro attività individuali.

L’argomentazione di Google è che, in un futuro non specificato, disattiverà i cookie di tracciamento di terze parti in Chrome, e che questa nuova piattaforma pubblicitaria è una migliore alternativa al libero scambio dei cookie di terze parti. Va detto che i cookie di terze parti erano principalmente un problema per gli utenti di Chrome, mentre browser come Apple Safari e Mozilla Firefox li hanno bloccati da tempo e non hanno intenzione di implementare il nuovo sistema pubblicitario di Google. Questo cambio di rotta è stato innescato dall’iniziativa di Apple di bloccare i cookie di terze parti in Safari nel 2020, il che ha colpito duramente le entrate principali di Google.

La “Privacy Sandbox” e il suo predecessore, il FLoC, fanno parte di un piano di Google per presentare una piattaforma di tracciamento “alternativa”. Molte organizzazioni, tra cui la Electronic Frontier Foundation, considerano queste iniziative come soluzioni insoddisfacenti e affermano che dovremmo immaginare un web migliore senza i problemi derivanti dagli annunci mirati.

Fortunatamente, Chrome offre alcune opzioni di controllo integrate nel browser per gli utenti che desiderano preservare la loro privacy. È possibile disattivare la “Privacy Sandbox” con pochi clic attraverso le Impostazioni di Chrome, accedendo a “Privacy e sicurezza” e quindi a “Privacy degli annunci”. In alternativa, è possibile inserire “chrome://settings/adPrivacy” nella barra degli indirizzi. Da lì, è possibile disabilitare le opzioni relative a “Privacy Sandbox”. Inoltre, gli utenti possono monitorare quali annunci Chrome ritiene che desiderino vedere attraverso la pagina “Argomenti degli annunci” e possono scegliere di disabilitare questa funzione se lo desiderano.

Google ha annunciato che bloccherà i cookie di terze parti nella seconda metà del 2024, ma molti si chiedono se ciò sarà sufficiente a proteggere la privacy degli utenti o se questa “Privacy Sandbox” rappresenterà una minaccia persistente alla privacy online. In ogni caso, la questione solleva domande importanti sulla protezione della privacy, con molti utenti che si chiedono se una piattaforma di tracciamento integrata direttamente nel loro browser sia davvero ciò di cui hanno bisogno e quali effetti potrà mai avere in futuro.

This post was published on 14 Settembre 2023 6:30

Michele Longobardi

Laureato in Lettere moderne, scopro la passione per il giornalismo quasi per caso. I videogiochi sono il mio più grande amore e così decido di coniugare le due cose. Il giornalismo videoludico diventa la mia forma finale. Per me i videogiochi sono una forma d'arte e guai a dirmi il contrario. Appassionato di tutto ciò da cui sgorga sangue: cinema horror (registi preferiti Argento e Romero), letteratura gialla e dell'orrore (autori preferiti Christie, Poe e Lovecraft) e ovviamente i videogiochi del genere (Silent Hill e Resident Evil sopra ogni cosa). Il mio videogioco preferito di sempre è Fahrenheit che ho finito un numero non precisato di volte, da lì scaturisce la mia ammirazione per tutti i lavori di David Cage. La mia "carriera" videoludica è segnata da un marchio da cui non sono mai riuscito a staccarmi: PlayStation! In circa 20 anni di gaming, ho completato più di 800 titoli.

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