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Hanno hackerato le stelle: telescopi fuori uso e danni per i ricercatori

L’Osservatorio Internazionale Gemini, uno dei punti chiave della ricerca astronomica mondiale, ha temporaneamente interrotto le operazioni astronomiche a seguito di un attacco informatico. I colpevoli e le loro motivazioni rimangono tuttora sconosciuti.

L’Osservatorio Internazionale Gemini è un sistema di osservatori astronomici costituito da due telescopi gemelli – ovvero identici nella struttura e nella tecnologia – situati in luoghi geograficamente opposti della Terra. Questi telescopi, noti come Telescopio Gemini Nord (Gemini North) e Telescopio Gemini Sud (Gemini South), sono progettati per condurre ricerche astronomiche avanzate in diversi campi dell’astronomia, tra cui l’osservazione di stelle, galassie, pianeti, e oggetti del sistema solare.

I due telescopi Gemini sono identici in termini di design e strumentazione. Questa uniformità consente agli astronomi di condurre osservazioni comparabili da entrambi i lati del pianeta, il che è particolarmente utile per lo studio di oggetti celesti che non sono visibili da una singola posizione geografica.

Credits: NOIRLab

Il Telescopio Gemini Nord si trova all’interno dell’osservatorio di Mauna Kea, un vulcano inattivo sull’ isola di Hawaii (Big Island), a un’altitudine di circa 4.200 metri sopra il livello del mare. Il Telescopio Gemini Sud invece è situato nell’osservatorio di Cerro Pachón nelle Ande cilene, a un’altitudine simile. Queste posizioni sono strategicamente scelte per massimizzare la qualità delle osservazioni astronomiche grazie alla chiarezza e alla stabilità dell’atmosfera ad alta quota.

Entrambi i telescopi sono dotati di una vasta gamma di strumenti astronomici di ultima generazione, tra cui spettrografi, fotocamere e dispositivi per l’osservazione in infrarosso e ultravioletto. Questa strumentazione consente agli astronomi di raccogliere dati di alta qualità. Infatti, gli astronomi utilizzano i telescopi Gemini per condurre ricerche su fenomeni particolarmente ostici da osservare, tra cui la formazione e l’evoluzione delle stelle, la struttura delle galassie, i pianeti extrasolari e tutto ciò che concerne il sistema solare.

Un attacco hacker senza precedenti

L’attacco informatico, avvenuto la mattina del 1° agosto, ha portato alla sospensione dei Telescopi Gemini Nord e Sud, come spiegato in un comunicato del 24 agosto del National Optical-Infrared Astronomy Research Laboratory (NOIRLab). Mentre il telescopio nord è situato alle Hawaii, la sua controparte meridionale si trova a Cerro Pachón, in Cile, e alcuni altri telescopi più piccoli si trovano a Cerro Tololo, sempre in Cile. Secondo il NOIRLab, invece, gli osservatori situati sul Kitt Peak, in Arizona, non sono stati colpiti.

Per precauzione, il sito web Gemini.edu è stato messo offline. NOIRLab rimane ottimista sulla sua riattivazione, affermando che: “Siamo incoraggiati dai progressi fatti finora“. Non sono ancora stati resi noti i dettagli specifici dell’attacco informatico, difatti NOIRLab ha citato solo problemi di sicurezza senza datre ulteriori informazioni in merito. Il laboratorio afferma che la disattivazione del sito Gemini.edu è stata puramente precauzionale, anche se il sito principale rimane attivo.

Come l’intera comunità astronomica, siamo delusi dal fatto che alcuni dei nostri telescopi non siano attivi. Fortunatamente, siamo stati in grado di mantenere alcuni telescopi online e di raccogliere dati con soluzioni alternative“, ha dichiarato NOIRLab nel suo comunicato. “Siamo grati per il sostegno della comunità astronomica in questo momento difficile e ringraziamo tutti per la loro pazienza mentre i nostri team continuano a lavorare per ripristinare le normali operazioni“.

Sostenuto dalla National Science Foundation (NSF), il NOIRLab svolge un ruolo fondamentale nelle osservazioni astronomiche ottiche e infrarosse da terra. Sebbene i telescopi dell’Osservatorio Gemini non siano i più grandi in base alle dimensioni degli specchi, si distinguono per la loro versatilità, per gli strumenti innovativi e per la loro posizione geografica strategica sia nell’emisfero settentrionale che in quello meridionale.

Le motivazioni dell’attacco

La natura degli attacchi non è nota, ma come sottolinea Space.com, il National Counterintelligence and Security Center (NCSC) degli Stati Uniti aveva già allertato l’opinione pubblica in merito a tali minacce – e persino al potenziale spionaggio – nel settore spaziale, sottolineando l’importanza critica dei beni spaziali per la sicurezza nazionale e la forza economica.

Gli osservatori astronomici hanno già subito attacchi informatici in passato, come sottolinea Space.com. L’anno scorso è stato preso di mira l’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA) in Cile. Anche la NASA è stata oggetto di attacchi simili, che hanno spinto i suoi dirigenti a sottolineare l’urgente necessità di migliorare la sicurezza informatica.

Le motivazioni dietro a un attacco informatico ai danni di un osservatorio astronomico possono essere molteplici, e sicuramente lo spionaggio è uno dei più validi.

I dati astronomici raccolti dai telescopi possono essere altamente preziosi per la comunità scientifica. Gli hacker pertanto potrebbero cercare di accedere ai server dell’osservatorio per rubare questi dati e venderli. Gli attacchi informatici inoltre possono causare interruzioni nella ricerca astronomica. Ad esempio, potrebbero interrompere le osservazioni programmate o danneggiare le apparecchiature scientifiche, causando ritardi nei progetti di ricerca, cosa che potrebbe far comodo ai cybercriminali che avrebbero un buon motivo per chiedere un riscatto.

Non sono da escludere gruppi di attivisti che hanno posizioni ideologiche contrarie alla ricerca scientifica o alla tecnologia che potrebbero cercare di interrompere le attività di un osservatorio come forma di protesta o sabotaggio.

This post was published on 6 Settembre 2023 14:30

Michele Longobardi

Laureato in Lettere moderne, scopro la passione per il giornalismo quasi per caso. I videogiochi sono il mio più grande amore e così decido di coniugare le due cose. Il giornalismo videoludico diventa la mia forma finale. Per me i videogiochi sono una forma d'arte e guai a dirmi il contrario. Appassionato di tutto ciò da cui sgorga sangue: cinema horror (registi preferiti Argento e Romero), letteratura gialla e dell'orrore (autori preferiti Christie, Poe e Lovecraft) e ovviamente i videogiochi del genere (Silent Hill e Resident Evil sopra ogni cosa). Il mio videogioco preferito di sempre è Fahrenheit che ho finito un numero non precisato di volte, da lì scaturisce la mia ammirazione per tutti i lavori di David Cage. La mia "carriera" videoludica è segnata da un marchio da cui non sono mai riuscito a staccarmi: PlayStation! In circa 20 anni di gaming, ho completato più di 800 titoli.

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