Senza ombra di dubbio il XXI secolo verrà ricordato in futuro come un periodo in cui le tecnologie digitali, informatiche e di comunicazione si sono sviluppate a ritmi che definire veloci è a tratti riduttivo. Le grandi corporazioni attive nei suddetti settori hanno sempre di più ottenuto potere, in molti dei casi adottando delle condotte poco legali: basti pensare anche al mancato pagamento di tasse o il rispetto di determinati standard. Ebbene pare che su quest’ultimo punto l’Unione Europea abbia deciso di mettere un freno grazie alla pubblicazione di un nuovo decreto.
Come già anticipato nel paragrafo introduttivo di questo articolo, gli anni dal 2000 a oggi si sono contraddistinti maggiormente per una crescita senza limiti delle tecnologie. Queste hanno portato sicuramente tantissimi vantaggi e per fare qualche semplice esempio basti pensare alla facilità con cui è possibile interagire con gli altri grazie alla rete tramite messaggi, chiamate, videochiamate oppure con l’uso delle tradizionali e-mail.
Dall’altra parte, però, hanno comunque portato anche diverse problematiche, alcune parecchio gravi. L’esempio più lampante ed evidente è la crescita delle discriminazioni online in particolare nei social dove molti utenti insultano gli altri per motivazioni razziali, di orientamento sessuale o politico. In buona parte dei casi l’intervento delle aziende che le gestiscono non è sufficiente e molti di loro la fanno franca, rimanendo troppe volte impuniti. Inoltre molte aziende attive nei suddetti ambiti tendono a non rispettare gli accordi vigenti sulla privacy e sul pagamento delle tasse, contravvenendo a molte leggi. Tuttavia si spera che con il seguente decreto dell’UE le cose possano cambiare per il meglio, finalmente.
A partire dallo scorso 25 agosto è entrato definitivamente in vigore il decreto chiamato Digital Service Act (DSA) il quale obbligherà moltissimi colossi di internet a ripensare la propria politica inerente alla pubblicità, alla trasparenza e alla moderazione degli utenti. L’intento principale di questo nuovo decreto è quello di creare un ecosistema online che sia molto più sano e sicuro per tutti. Ma come fare ciò? In primis impedendo la pubblicazione di post che promuovino contenuti o prodotti illegali e discriminatori, fornendo anche agli utenti gli strumenti per poterli segnalare. Successivamente verrà messo anche un freno alla creazione di annunci basati sulla sessualità, religione, etnia o credo politico della persona. Dopodiché obbligherà anche le compagnie a fare maggiore chiarezza sui propri algoritmi usati per la diffusione e promozione di informazioni e post. Questa serie di leggi è stata soprattutto pensata per le grandi aziende.
In totale nel territorio dell’UE sulle piattaforme online sono attivi mensilmente ben 45 milioni di utenti. Di conseguenza verranno considerate come osservati speciali le app o i siti con un numero pari o superiore a quello indicato poco fa. Tra quelle che lo sono abbiamo le seguenti:
Nel caso in cui queste aziende e altre in futuro non rispetteranno il decreto DSA andranno in contro a multe pari al 6% del loro fatturato globale. Per di più nel caso in cui una delle grandi aziende si rifiutasse di ottemperare agli obblighi delle suddette leggi potrà essere sospesa e per questo non potrà più operare nei territori dell’Unione Europea.
This post was published on 30 Agosto 2023 12:30
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